La cena proseguiva lentamente con le battute di Sascha e Beatrice in realtà aveva solo voglia di uscire da quel salotto e restare in camera sua fino alla fine della giornata. Quel messaggio così stupido aveva provocato in lei emozioni troppo forti anche solo da comprendere. Nella sua mente si susseguivano solo immagini di lei e SurreaIpower che si abbracciavano o che si baciavano oppure che si guardavano semplicemente e per una volta era felice. Pensava quasi che non potesse essere più possibile esserlo ,ma quel giorno stava sorridendo e per una volta,il suo non era un sorriso finto solo per far capire alla gente che andasse tutto bene quando non era affatto così. Allo stesso tempo sapeva che quel ragazzo le avrebbe fatto del male,ma per una volta voleva fidarsi di lui,voleva fidarsi di qualcuno dopo tanti,forse troppi ,anni in solitudine. Per una volta decise di essere coraggiosa e scrisse al ragazzo. Gli scrisse un semplice ciao e aspettò impazientemente la sua risposta mentre fissava attraverso la finestra il piccolo giardinetto della villa.
Mentre aspettava la ragazza sentì una porta aprirsi e chiudersi dietro di lei. Sua madre entrò e lentamente si avvicinò alla finestra dove la ragazza stava guardando<<Bea,c'è qualcosa che non va?>>le chiese la donna più grande.
<<Nulla mamma,non ho sonno>>le rispose fredda la figlia.
<<Possiamo parlare di stamattina e di quel ragazzo che è arrivato con quell'affare orribile?>>
<<Si chiama moto mamma>>
<<Si,quella cosa lì ...>>la ignorò la madre.
<<Cosa vuoi sapere?>>tagliò corto lei.
<<dove siete stati tutto il giorno?>>le chiese lei.
<<in un posto...>>disse lei velocemente.
<<Dove? Dimmelo,devo saperlo,sono tua madre!>>
La ragazza, prima di rispondere, ci pensò un attimo su. Dire la verità avrebbe voluto dire fare infuriare la madre e subirne le conseguenze e decise di prendere la strada più semplice. Semplicemente mentire.
<<Siamo andati a fare un giro in centro>>
<<Non sei andata in nessun posto strano?>>
<<Dove sarei dovuta andare?>>la ragazza iniziò a sudare freddo per la domanda della madre. La verità era che lei non aveva mai saputo mentire.
<<hai ragione,ma avevo paura ti succedesse qualcosa con quel ragazzo che solo guardandoti ti incute paura.>>
<<Stai esagerando>>lo difese subito lei.
<<É solo l'impressione che mi ha dato,sembra così freddo e maleducato a prima vista >>si difese a sua volta lei.
<<Non lo è affatto>>
<<va bene ,solo sta attenta a lui,in tutti i sensi,io non mi fido affatto e faresti bene a stargli lontano anche tu>>
<<Ancora con questa storia?>>
<<si,perchè lui non mi sembra adatto a te>>
<<Mamma,so ciò che è adatto a me e sono responsabile>>
<<lo dico solo per il tuo bene,perché ho paura che tu soffra>>
<<Ma io ne sono consapevole,come sono consapevole che se tocco con un dito una pentola bollente mi scotto,ma sta a me se scegliere di farlo o meno>>le rispose la giovane e tornò a fissare il giardino di casa sua dalla finestra .
<<Come stai crescendo in fretta>>le disse la donna e poi l'abbraccio e poi tornò in camera sua.Erano passate due ore e il ragazzo non le aveva ancora risposto. La ragazza allora pensò si fosse semplicemente addormentato e decise,per la sua sanità mentale di farlo anche lei.
La notte,come la maggior parte delle volte era la parte che odiava di più della notte a causa dei continui incubi. Ricordava solo che si svegliava in un bagno di sudore e con il respiro affannato. Ricordava solo delle braccia muscolose che la trascinavano a forza in un luogo mentre lei tentava invano di liberarsi. Quella notte però fu diverso. Un paio di occhi marroni la salvarono da quelle braccia muscolose e un timido sorriso la rassicurò. Riconosceva molto bene quegli occhi e quel sorriso e in cuor suo,sorrideva.Si risvegliò con il sorriso sulle labbra e controllo l'ora sul cellulare. Erano le 8,10.
Merda ,pensò tra se e se.
Aveva perso la prima ora,ma forse era ancora in tempo per la seconda e quindi si alzò immediatamente dal letto e si vestì in fretta e furia. Prese il telefono e la cartella e iniziò a correre verso l'entrata della scuola.
Mentre correva all'impazzata,la ragazza si sentì seguita da qualcosa. Spaventata si girò di colpo e vide il volto sorridente di SurreaIpower.
<<SurreaIpower>>lo richiamò lei.
<<Chiamami Surry,piccoletta>>le disse dolcemente lei.
<<OK>>sorrise timida lei.
<<Dai smettila di fare la timida e salta sù con me se non vuoi perdere la seconda ora.>>
Era incredibile come il ragazzo riuscisse a capirla solo guardandola. Gli bastava solo guardarla in quegli occhi marroni per farla felice. La ragazza,per una volta,annuì senza fare storie e gli sorrise amorevolmente.
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Anime dannate //SurreaIpower
FanfictionLei ,ragazza solitaria che passava il suo tempo a scrivere e disegnare di ciò che la circondava con le cuffie nelle orecchie lui ,ragazzo misterioso ,vestito sempre con colori scuri e a primo impatto da evitare.Se lo si conosceva:peggio.Cosa succed...