Beatrice cercò di avvicinarsi di più ai due per capire meglio di chi stavano parlando e i due smisero immediatamente di parlare.
<<Andiamo in un posto più isolato. Qui ci sono troppe persone inopportune.>>disse l'uomo guardando verso il punto dove si trovava Bea. Lei cercò inutilmente di nascondersi meglio tra gli scogli,ma l'uomo sorrise malignamente appena vide di chi si trattava.
<<Forse hai ragione,lei é ai tuoi piedi. Stai solo attento a non farle scoprire troppo di te.>>disse l'uomo guardando Salvatore negli occhi.
<<Ovviamente. Lei saprà solo ciò che é strettamente necessario per raggiungere il mio scopo.>>disse Salvatore guardandolo negli occhi ancora più intensamente.
Sembrava quasi come se fosse una sfida e dal modo in cui i due si guardavano non erano intenzionati a perderla.
Bea era sempre più disgustata e confusa da ciò che stava sentendo da quella conversazione. Non capiva chi fosse la donna che era ai suoi piedi,non sapeva se si trattava di lei o di qualche altra ragazza ingenua,ma aveva capito una cosa. Salvatore non era realmente innamorato di lei. Se fosse stato cosi,e il soggetto della loro conversazione era lei, non avrebbe detto quelle parole e l'avrebbe protetta ad ogni costo,anche a rischio di farsi del male,o almeno lei così avrebbe fatto. Se invece non era lei il soggetto di questa conversazione,voleva dire che stava prendendo in giro anche l'altra ragazza.
<<Si chiama Beatrice,vero?>>disse l'uomo guardando verso gli scogli,nel punto in cui Beatrice si era nascosta. Salvatore annui semplicemente per poi alzare lo sguardo verso di lui con un sorriso divertito. <<Che c'è,vorresti essere tu al mio posto? Infondo é sempre bello avere qualcuno con qui divertiti quando non hai niente da fare.>>
La ragazza si sentì male dopo quelle terribili parole e con le gambe tremanti e il volto rigato da lacrime silenziose,si allontanò lentamente dalla spiaggia. L'uomo continuava a guardarla divertito e nello stesso momento anche Salvatore guardò nello stesso punto dove stava guardando lui. E in quel momento vide Beatrice che lo guardava disgustato. Lui abbassò il capo sotto gli occhi tristi,ma attenti di Beatrice.
Iniziò poi a correre lontana da quella spiaggia. Nonostante stesse correndo lontano da lui, Beatrice voleva essere raggiunta da Salvatore. Avrebbe voluto che le dicesse che era tutto un malinteso,che stava scherzando,che non pensava veramente quello cose e che non era stato con lei solo perché non aveva niente da fare e voleva divertirsi. Ma Salvatore non la seguì e lei ebbe la conferma della veridicità delle sue parole e proprio in quel momento sentì gli ultimi pezzi del suo cuore andare in frantumi.Beatrice decise di andare a scuola per evitare di incontrare Salvatore. Aveva pianto per più di due ore,ricordando le sue orribili parole,ed era arrivata alla conclusione che doveva andare avanti e smetterla di pensare a lui. E cosi decise che l'avrebbe ignorato.
Il suo telefono non smetteva un attimo di squillare da più due ore,ma lei non aveva risposto neanche una sola volta.
Non voleva che le dicesse la verità per telefono. Se davvero voleva parlarle l'avrebbe dovuta cercare di persona,anche se in fondo non c'era nulla da spiegare. Lui l'aveva usata fin dall'inizio solo per divertirsi un po' senza pensare alle conseguenze delle sue azioni e lei non l'avrebbe perdonato. Non poteva perdonarlo per averla illusa così,per aver giocato con i suoi sentimenti senza ritegno. Una lacrima solitaria attraversò il suo volto,ma lei l'asciugò prima che potesse vederla qualcun'altro. Continuò poi a seguire la lezione come se nulla fosse accaduto,come se Salvatore non fosse mai esistito.
<<Perché sei triste?>>disse una ragazza minuta,dai capelli marroni e gli occhi dello stesso colore.
<<Non sono triste.>>disse Bea cercando di sembrare felice.
<<Prima stavi piangendo.>>aggiunse solo lei
<<Ti sarai sbagliata.>>disse lei cercando di mostrarsi cordiale. <<Come ti chiami?>aggiunse poi cercando di sviare il discorso.
La ragazza fece un sorrisetto divertito,ma risposto comunque alla domanda.
<<Marina.>>rispose cordialmente lei porgendole la mano.
Beatrice la strinse e le fece un piccola sorriso. Il primo della giornata. Le ragazze passarono tutta l'ora a ridere e scherzare. come due amiche di vecchia data e la giornata passò velocemente. Nonostante Beatrice la conoscesse appena sentiva di potersi fidare di lei. Non le aveva più fatto domande sul motivo della sua tristezza nonostante avesse capito perfettamente il suo tentativo di sviare il discorso.
<<Allora ci vediamo domani.>>disse lei mentre percorreva la strada per arrivare a casa.
<<Certo,ma cerca di risolvere le cose che ti fanno essere triste domani.>>disse lei guardandola dritta negli occhi. Sembrava quasi che le volesse scavare dentro l'anima con quegli occhi.
Beatrice decise di farsi coraggio e di chiederle la domanda che l'aveva tormentata da quando aveva iniziato a parlarle.
<<Perché non mi hai più chiesto perché piangevo?>>
<<Perché tu non volevi parlarne e io non volevo insistere sapendo che non me lo avresti detto comunque. Avresti continuato a mentire cercando di darmi una spiegazione il più plausibile possibile.>>disse lei mentre si allontanava da lei. Beatrice rimase affascina dalle parole della ragazza che aveva capito esattamente cosa avrebbe fatto se le avesse riposto quella domanda.
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Hey,ragassuoli,piaciuto il capitolo?
Vi sto vedendo molto meno attivi in questo ultimi capitoli. I voti sono pochi e spesso nessuno commenta. Spero che vogliate ancora seguire la mia storia e che non vi stiate annoiando. Se non vi piace qualcosa del mio modo di scrivere ditemelo che cercherò di migliorarmi.
Detto questo vi saluto.
Bye,bye.
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Anime dannate //SurreaIpower
FanfictionLei ,ragazza solitaria che passava il suo tempo a scrivere e disegnare di ciò che la circondava con le cuffie nelle orecchie lui ,ragazzo misterioso ,vestito sempre con colori scuri e a primo impatto da evitare.Se lo si conosceva:peggio.Cosa succed...