22-Quella dannata notte (parte 3)

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Ad un certo punto l'uomo ricevette una telefonata e si affrettò subito a rispondere.
<<No,é fuori discussione. Quel posto é troppo pericoloso e io non voglio correre rischi.>>disse lui alla persona al telefono,probabilmente il suo complice.
<<Senti,non mi sfidare. Sai di cosa sono capace.>>continuò lui in tono rabbioso.
Beatrice invece, spaventati e spaesata dalla situazione in cui si trovava,decise di far finta di dare retta e intanto di cercare più informazioni possibili sul luogo in cui la stavano portando e su come era strutturato,in modo da poter fuggire poi quando sarebbe stato il momento. Le sembrava tanto di essere capitata in un film,ma adesso aveva un piano per fuggire e forse non sarebbe morta. L'adrenalina prese possesso del suo corpo e per un momento,Beatrice non sentì più quella paura opprimente,che non le lasciava neanche pensare lucidamente, che poco prima aveva.
<<Senti,ascoltami bene testa di cazzo. Non me ne frega un cazzo di questa stupida ragazzina,ma voglio che resti viva per non finire ancora di più nei casini con la polizia. Sai che cosa succederà se,dopo che la madre avrà sborsato tutti i soldi,ritrova il corpo senza vita della figlia? Sai che pressione fará ai polizziotti per sapere la veritá? Non lascerá uscire nessuno da questo stato finché non avrà scoperto l'assassino di sua figlia e noi non possiamo permetterci di rischiare così tanto. Quindi te lo ripeto per l'ennesima volta,non la ucciderò. Infondo é impossibile che ci riconosca,sa solo come é la nostra voce e non potrà fare granché.>> disse lui cercando di convincere il suo interlocutore. La ragazza tirò un sospiro di sollievo quando scopri che ad almeno uno dei suoi rapitori,importava qualcosa della sua incolumità.
<<Senti,io non ci vado in quel posto di merda e lei é qui con me quindi sarà meglio che mi ascolti.>>disse lui mentre si passava le mani fra i capelli,evidentemente agitato. Ad un certo punto sussurrò un arriviamo prima di chiudere la chiamata e di iniziare a guidare a una velocitá folle,sicuramente oltre i 100 km all'ora senza rispettare alcun semaforo e alcun limite di velocità.
Ad un certo punto,ad un incrocio, arrivò un camion,uno di quelli grandi per le merci e non vendendo l'auto perché era troppo veloce,ci andò contro facendo ribaltare la macchina.
Il camionista quando capì cosa aveva fatto,scappò terrorizzato dall'accaduto sperando di non essere finito nei guai,non preoccupandosi minimamente di chiamare aiuto o di accertarsi delle condizioni di salute dei passeggeri all'interno del veivolo.
Era proprio in quell'auto che si trovavano Beatrice ed il suo rapitore,entrambi privi di sensi e con ferite gravi in tutte le parti del corpo. Ad occhio e croce nessuno gli avrebbe dato più di un'ora di vita,ma non fu così per entrambi. I due ragazzi erano incastrati tra i sedili dell'auto ribaltata mentre chiedevano aiuto inutilmente mentre il dolore aumentava sempre di più.
Ad un certo punto il dolore sparì ed entrambi i ragazzi si sentirono meglio,quasi più leggeri fino a che non provarono più dolore. Solo il buio.
Fine flashback
Beatrice,mentre il ragazzo raccontava,iniziò a rivivere cosa le fosse successo quella notte. Non riusciva a spiegarsi tante cose, soprattutto perchè avesse dimenticato di quella notte,ma sapeva che Salvatore non stava mentendo. I suoi ricordi però si fermavano in quel momento. Al momento in cui svenne per la stanchezza. Le sembrò di rivivere da capo quel giorno. L'incontro con Sabrina,il dialogo con la madre,la festa,il rapimento e l'incidente.
<<Cosa é successo dopo? Hai detto che mi hai salvato,come hai fatto?>>chiese titubante la ragazza. Non era così sicura di voler sapere la risposta,era come se sapesse che quando lui gli avrebbe detto la verità tutto sarebbe cambiato.
<<Ecco...non so come spiegartelo.>>disse Salvatore mettendo le mani dietro la testa.
<<Fallo e basta.>>disse lei.
<<Hai presente gli angeli della morte? Si,insomma quelli che dovrebbero venire a prenderti per portar ti in cielo?>>disse Salvatore. Bea non ebbe neanche il tempo di rispondere che lui continuò il suo soliloquio.
<<Beh,io sono una specie di angelo della morte. Dalle vostre parti il mio nome é più noto come Tristo Mietitore o Sinistro mietitore o cose così. In pratica siamo una sorta di messaggeri dell'aldilà. In ogni caso, io quel giorno ero venuto lì per prendere la tua anima e quella del tuo rapitore,ma non che l'ho fatta,non sono riuscito ad ucciderti definitivamente e quindi tu sei ancora qui e sei ancora viva. Non ho tenuto fede ai miei doveri. Sono stato li più di due ore aspettando che arrivassero i medici e che ti salvassero.>>disse lui,spiegando brevemente ciò che era successo. Bea non poteva credere alle sue parole,si tappò le orecchie con le mani a metà discorso. Non era possibile,non poteva essere vero. Salvatore cercò di dimostrarle che era tutto vero,ma lei non ci voleva credere. Non voleva credere di essere stata salvata da un angelo che tra tutti aveva scelta proprio lei per non si sa quale assurdo motivo. Era impossibile. Sarebbe stata la trama perfetta di un libro fantasy,ma lei non era la protagonista di un libro,non lo sarebbe mai potuta essere. Ad un certo punto,stanca di quella conversazione e di sentire le assurde parole del ragazzo Bea cercò di correre lontano da lui.
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Heila,ragassuoli,piaciuto il capitolo?
Ve lo aspettavate? Se fossi stati in Bea cosa avreste fatto?
Che cosa farà adesso? Lo scoprirete neo prossimo capitolo. Detto questo vi saluto.
Bye,bye.

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