31-Fiamme

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<<Beatrice intanto si lasciò cadere sul letto sconfitta e un parte delusa dal comportamento di Salvatore. Certo, era stata lei stessa a chiedergli di andarsene, ma avrebbe voluto che lui ci tentasse un po' di più, ma non era successo e in fondo era meglio così. Lui poteva ancora uscire da tutta questa situazione, lei no. Non poteva più fare nulla ormai. Ad un certo punto sentì un altro rumore, segno che, chiunque fosse questa persona, si stava avvicinando. Beatrice decise di andare verso quel rumore e si ritrovò nel salotto dove poco tempo prima era stata praticata la magia da Marina. Almeno lei si sarebbe salvata.
<<Chi va la? >> chiese la ragazza sull'attenti mentre accendeva la torcia del suo telefono. Sapeva che era una domanda stupida, ma decida di farla comunque. Ad un certo punto una folata di vento fece sussultare la ragazza e solo dopo vide effettivamente la sagoma bianca di un fantasma.
<<Ti ricordi di me?>> chiese sottovoce lui soffiandole sulle orecchie. Beatrice non sapeva cosa rispondere. Aveva paura di fare un passo falso o una mossa sbagliata.
<<Che c'è Beatrice, non rispondi? Non ti ricordi del ragazzo che è morto in quell'incidente insieme a te? Ah giusto tu non sei morta e non è giusto.>> iniziò lui ad alzare il tono di voce mentre lei deglutì forte, spaventata.
<<Ma adesso sono venuto qui per riprendermi quello che è mio. Ucciderò prima te, poi quel camionista e infine il tuo ragazzo. E farò in modo che la tua morte sia lenta e dolorosa. Presto arriveranno altre persone a rendere il gioco più divertente.>> disse infine lui ridendo alla fine. Quindi per lui tutto questo era solo un gioco? E in quel momento la rabbia prese il sopravvento della paura perché dopo tutto quello che le aveva fatto quel giorno lui non poteva pretendere nulla. E di certo non poteva permettere che facesse del male anche a Salvatore. Doveva fare qualcosa per impedirlo. Magari perdere tempo per permettere ai due di scappare e di nascondersi.
<<Beh e come avresti intenzione di torturarmi, sentiamo?>> chiese lei sfidandolo.
<<Dicono che essere bruciati vivi è la morte più dolorosa che c'è, vediamo se hanno ragione.>> disse lui ghiando. E nonostante lei non potesse vederlo perfettamente, poteva benissimo immaginare la sua faccia soddisfatta mentre diceva quelle parole. Beatrice sentì un brivido di pura paura quando immaginò quella scena. Lui lo notò e questo non fece che aumentare la sua risata.
Ad un certo punto prese da una delle maniche della sua felpa un accendino e, dopo averlo acceso, lo lasciò cadere sul pavimento di legno che immediatamente prese fuoco. Beatrice tentó immediatamente di fuggire via da lì, ma era tutto bloccato. Non si apriva nulla. Era in trappola. Mentre il fuoco si diramava, Beatrice cercò una porta o quasiasi cosa che la potesse portare via di qui o qualcosa per spegnere l'incendio, ma neanche i rubinetto si aprivano. Inizialmente diede la colpa alla casa, ma poi si ricordò che qualche ora fa i rubinetti si aprivano e non potevano aver smesso di funzionare proprio adesso. C'era di mezzo qualche strega o qualcosa del genere. Per un momento le passo per la testa che potesse essere stata Marina, ma accantonò immediatamente quel pensiero negli angoli più bui della sua mente. Non poteva essere stata lei. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Continuò a muoversi per la casa, che bruciava sempre di più, in cerca di qualcosa che la potesse salvare fino a quando non svenne, per la quantità eccessiva di fumo inalata dai suoi polmoni.
Beatrice, prima di perdere completamente i sensi, sentì delle voci e delle sagome sfuocate, ma non riuscì a distinguere chi fossero. Sentì delle braccia che la sorreggevano, delle ali che la portavano fuori di lì e in un attimo capi di chi si trattasse. Lui non se ne era mai andato, era sempre rimasto lì a proteggerla.
Si strinse forte a lui mentre la portava fuori dalla casa completamente in fiamme. Poteva vedere il cielo da lassù, poteva vedere il sole albeggiare ed era uno spettacolo fantastico. E per un momento si sentì in paradiso perché tutto il dolore era sparito, perché si sentiva al sicuro tra le braccia del ragazzo che amava. Salvatore scese lentamente verso il terreno circostante della casa. Ad attenderlo però c'era Mark, Alfredo, il fantasma che la odiava tanto per non essere morta con lei, e Giuseppe, un altro che odiava Salvatore per le sua forza e il suo coraggio. Entrambi lo guardavo furiosi, mentre stringevano i pugni. Cercavano da qualche parte qualcuno, forse Marina, per capire cosa fosse andato storto, ma non la vedevano da nessuna parte e si infuriarono ancora di più di prima.
<<Quella ragazzina ce la pagherà.>> disse uno di loro, probabilmente riferendosi a Marina.
<<Prima però dobbiamo occuparci di questa questione.>> disse Mark e gli altri annuirono. Beatrice capì subito chi intendesse con la parola "questione" e si sentì di nuovo il sangue congelare nelle vene.
<<Siamo tre contro uno, non avete alcuna possibilità di sopravvivere.>> disse lui sicura.
<<Sbagliato, siamo tre contro due.>> disse una voce lontana mentre Salvatore lanciava attorno a loro della polvere marroncina. Loro tentarono di uscire per prendere Marina, ma erano bloccati da quella polvere che era come una specie di barriera. Beatrice aveva già letto di una cosa simile su internet. Le pare si chiamasse polvere di sorbo o qualcosa del genere.
Ad un certo punto Marina iniziò ad agitare le mani, probabilmente intenta a fare un altra magia. Cosa voleva fare? Rimase a bocca aperta quando vice che la persona su qui stava facendo questa magia era Salvatore e che stava soffrendo. Si teneva il petto con le mani, incapace di respirare, e sputava sangue.
<<Fermati. Così lo ucciderai.>> disse Beatrice iniziando a piangere, ma Marina continuò la magia facendo ancora di più del male a Salvatore che non riusciva anche più a parlare. Ad un certo punto si accasció a terra e svenne. Beatrice iniziò a piangere disperata cercando di rianimarlo. In quel momento non le importava che ci fossero tre delle persone di cui avrebbe dovuto avere più paura. Voleva solo che Salvatore vivesse.
Ad un certo punto una specie di energia si liberò dalle mani di Marina. Lei, cominciò a controllarla e ad un certo punto la fece diventare una piccola sferetta viola che si ingrandiva sempre di più fino a formare una specie di cerchio viola. Ad un certo punto il cerchio viola attirò a se i suoi tre nemici fino a farli scomparire e poi si rimpicciolì di nuovo e si allontanò verso l'oceano.
<<Che hai fatto?>> disse Beatrice tra le lacrime.
<<Ti ho salvato la vita.>> disse lei atona mentre si avvicinava al corpo di Salvatore.
<<Ma a lui no.>> disse lei iniziando a singhiozzare.
<<Non ne sarei tanto sicura.>> disse lei avvicinandosi al suo polso.
<<C'è ancora polso, è debole, ma c'è. Dobbiamo aspettare e sperare che si svegli.>> disse Marina senza neanche guardarla negli occhi.
<<Che cos'è successo? Dove siete andati prima?>> chiese lei cercando spiegazioni. Marina annuì e iniziò a raccontarle tutto.

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Ciao a tutti ragassuoli, piaciuto il capitolo?
Innanzitutto buona befana a tutti. Spero che abbiate ricevuto tutti tantissimi dolci e che vi stiate abbuffando perché io non posso farlo. Sono a dieta, quindi oggi non ho ricevuto assolutamente nulla.
Anyway, questo penso sia il capitolo più lungo che abbia scritto dall'inizio di questo libro. E non é finita qui. Poiché più tardi ne uscirá un altro. Prendetela come una specie di regalo per voi.
Detto questo vi saluto.
Bye, bye.

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