23-Non può essere vero.

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<<Ti prego,non scappare via da me.>>disse Salvatore raggiungendola in un millesimo di secondo,come diavolo aveva fatto? Subito le tornarono in mente le parole del ragazzo poco prima,ma accantonò subito quel pensiero.
<<Ti prego,non mi seguire,verrò io da te.>> sussurrò Beatrice prima di correre verso casa sua.
Arrivata a casa si buttò di peso sul letto e nascondendo la testa sotto al cuscino,iniziò a piangere.
Non sapeva neanche perché stava piangendo,però lo stava facendo ugualmente. Forse piangeva per l'assurdità della situazione,per la frustrazione,per la tristezza o forse perché,per non si sa quale motivo,una parte di lei aveva creduto alle parole del ragazzo e si odiava per questo.
Come poteva anche solo pensare di credere a una cosa del genere?
Ad un certo punto però le venne in mente una cosa. Salvatore non aveva minimamente accennato alla sorte del rapitore.
Che avesse salvato anche lui? Impossibile. Ma mentre pensava all'assurdità della cosa digitò sul computer di casa sua la scritta "10 giugno 2017."
Beatrice pensò che non avrebbe trovato niente di che invece una notizia era risaltata particolarmente ai suoi occhi.
Riguardava la notizia di un incidente stradale sull'autostrada della sua città. Che strano. Secondo l'articolo la macchina era stata tamponata ed era andata a sbattere contro il guard rail finendo in mille pezzi.
Per fortuna c'era stato solo un morto tra i due. Un certo Alfredo Carmil. La notizia era stata riportata su tutti i quotidiani della sua città il giorno dopo,ma Beatrice non ricordava di averla letta o sentito parlarne.
E se fosse questo l'incidente di cui parlava Salvatore? Impossibile. Continuava a ripetersi nella sua mente mentre continuava a leggere.
L'altro ferito sembrava essere una donna,sui sedici anni che aveva lasciato sconvolti i dottori e non poco. La ragazza sembrava non aver riportato gravi danni da questo terribile incidente e sembrava come stordita dall'accaduto.
In allegato a questo articolo c'erano delle foto riguardanti la macchina,la superstite ed il cadavere. Beatrice andò avanti con la mani tremanti ed il cuore che le batteva a mille.
Le si gelò il sangue quando vide che una delle foto ritraeva lei stordita mentre sua madre l'abbracciava.
Come era possibile? Davvero era venuta anche sua madre e lei non ricordava nulla? L'unico modo per fare chiarezza sulla vicenda era chiedere spiegazioni da sua madre.
Scese le scale di corsa te,rischiando anche di cadere, e si precipitò nell'ufficio di sua madre. Bussò instistentemente alla porta finché la madre non le venne ad aprire.
Beatrice senza darle neanche il tempo di aprire bocca le mostró la foto che ritraeva loro due.
Il volto della donna sbaincò di colpo e si mise a sedere sulla sedia. <<Chi te l'ha data?>>disse la donna iniziando a balbettare.
Quindi é vera,sussurrò Beatrice più a se stessa che alla madre. <<Perché non mi hai detto niente per tutto questo tempo?>>disse Bea con le lacrime agli occhi. In quel momento avrebbe tanto voluto che qualcuno venisse da lei dicendo che era tutto uno scherzo,ma purtroppo non era così.
Le sue convinzioni stavano sparendo pian piano,come castelli di sabbia spazzati via dalle onde del mare. Ormai non sapeva più chi era, chi erano le persone che la circondavano,se erano esseri umani o meno e cose cosi. Tutte cose che avrebbe dato per scontato fino a qualche giorno fa.
<<I dottori mi hanno detto di non parlartene. Eri così scossa il giorno dell'incidente,non sembravi neanche più tu e poi non sembravi ricordare niente di quella notte I dottori hanno detto che forse era non parlarne per il momento e di farti tenere la mente svagata per un po,magari uscendo con qualche amica e cose del genere.>>disse la donna con gli occhi lucidi. <<Per il colpevole non ti preoccupare,siamo molto vicini a trovarlo ed ad arrestarlo.>> continuò poi con sguardo risoluto.
Ora capiva tutto,ecco perché la mamma le chiedeva sempre di uscire con qualcuno o perche non era mai in casa. Diceva che stava facendo gli straordinari,invece stava cercando il colpevole di questo incidente.

La cosa più brutta di tutta questa storia é che lei non ricordava assolutamente nulla di tutto questo. Era stata privata dei ricordi e viveva in una continua menzogna.
Anche se a volte é meglio una bella menzogna che la dura verità. Ecco,questo era uno di quei casi.

La ragazza fece di no con la testa ascoltando le parole della madre e indietreggiò fino alla porta fino a uscire completamente mentre la mamma la richiamava.
<<Bea torna qui,ti prego.>> disse la donna iniziando a piangere. Sembravano così tanto le parole di Salvatore di questa mattina. Salvatore. Aveva così tante cose da farsi spiegare da lui ed era proprio da lui che si stava dirigendo in quel momento.
<<Mamma,ti prometto che tornerò qui,ma adesso ho bisogno di chiarire alcune cose su questa faccenda.>> disse Bea supplicandola.
La donna annuì sconfitta e ritornò nel suo studio a testa bassa.
Beatrice uscì di fretta e furia da quella casa e immediatamente scrisse a Salvatore di incontrarsi in spiaggia. Aveva bisogno di risposte. E aveva bisogno di saperle ora.
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Heila ragassuoli,piaciuto il capitolo?
Vi ricordo di lasciare una stellina(ultimamente ne lasciate poche) e magari un commento per farmi sapere cosa ne pensate.
Anyway,manca una settimana al Natale,non vedo l'ora.
Detto questo vi saluto.
Bye,bye.

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