-Signorina,si alzi- sento una mano scuotermi.
-Dai lasciami dormire papà- dico con la voce impastata dal sonno.
L'insistenza di quella mano,infastidendomi fa in modo che io apra gli occhi e capisca che non mi trovo a casa mia e non sto dormendo sul mio letto.
Una hostess è ferma davanti al mio sedile e mi sta fissando.
Mi succede sempre?
Prima con la Finnegan,ora con una hostess.-Signorina,siamo atterrati 10 minuti fa,deve scendere- mi dice accomodando la mia valigia vicino all'uscita.
-Oh,sì mi scusi- rossa in volto mi alzo e dopo aver preso tutto esco dall'aereo.
-Ed eccomi qui,Washington ci rincontriamo.-sussurro passandomi la mano tra i capelli.
-Che la mia nuova vita abbia inizio-
Cammino per l'affollato aeroporto verso l'uscita.
È bellissimo stare in aeroporto,vedi tantissime persone di nazionalità diverse nello stesso luogo,ognuna per una ragione diversa.
È davvero entusiasmante,sì,finché non sei tu in viaggio o meglio,finché non sei nel viaggio che non avresti mai voluto fare.Sbuffo e trovando l'uscita esco.
Ci sono moltissime persone,alcuni sventolano cartelli con dei nomi,altri urlano,altri ancora abbracciano i familiari.Poi ci sono io,che non so neanche cosa ci faccia qui.
Mi guardo attorno per cercare la nonna e dopo un po' la riconosco.
-Nonna- urlo andandole incontro.
-Piccina mia,eccoti,ti cercavo- sorride dandomi un bacetto.
-Vieni,andiamo a casa,sarai stanca- dice indicandomi l'auto.
Mi limito ad annuire e entro nell'auto nera.
I palazzi scorrono nel riflesso dei miei occhi,il finestrino aperto mi lascia sentire l'aria di città.
Per un attimo mi scordo perché sono qui e sorrido.
Sì sorrido.
Sorrido perché adoro la città,mi ha sempre dato un senso di libertà.
Nel piccolo paesino dove vivevo prima di trasferirmi a New York non riuscivo a stare bene,ma appena andavamo in città per qualche commissione mi tornava il sorriso.
Questo perché quando vivi in un piccolo paese,non puoi essere te stessa,non puoi osare,non puoi essere diversa.Io lo ero eccome.
Il mio non essere esattamente una modella,con il fisico statuario,non mi aiutava molto.Ero considerata quella che mangiava tutto,addirittura girava voce che io non potevo essere invitata ai compleanni perché mangiavo tutto e avrei rovinato tutto.
Questo mi demoralizzava,perdevo amici,ma aumentavo il peso.
Eppure non ero così grassa e brutta,o meglio, non lo sono.
Insomma,per concludere,in quel paesino mi trovavo malissimo,stavo male fisicamente e mentalmente,riuscivo a stare bene quando andavamo in città,dove tutti erano diversi,ma nessuno giudicava nessuno.Persa nei miei pensieri non mi sono accorta che siamo arrivate.
-North,ecco la tua stanza- dice mia nonna dopo avermi fatto entrare nella sua enorme casa.
La casa della nonna l'ho sempre adorata.Grande,accogliente,era il posto perfetto per me.
Ora però il mio entusiasmo non é lo stesso e questo mi demoralizza.-Grazie di tutto nonna,vado a dormire- accenno un sorriso debole.
-Non hai fame?- chiede
-Nono,ho mangiato in aereo,grazie lo stesso- detto questo mi precipito nella mia nuova cameretta.
Una camera tutta rosa e bianca.
Come piace a me.
C'è un grande letto ad una piazza e mezza,un grande armadio e una porta che mi fa uscire in terrazza.
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Il Figlio Del Presidente.
Storie d'amoreNorth é una ragazza di 17 anni, David il figlio del Presidente degli Stati Uniti D'America. Si conosceranno per caso, durante una gita di North alla Casa Bianca e sarà subito amore, celato da un odio iniziale. Cosa succederà? Riusciranno a stare ins...