CAPITOLO 2

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Rimasi seduta sul bordo del letto mentre Adrian era andato a chiamare i tre maghi che mi avrebbero permesso di sembrare, almeno in parte, una persona normale.

Ero agitata e avevo paura. Questo dovevo ammetterlo.

Non vedevo l'ora di mettere piede fuori da quella stanza, farmi il giro della casa e andare a trovare i miei amici; ma, soprattutto, Dominic.

Lui mi aveva salvato la vita ed io ero qui che facevo penzolare le gambe con la paura che la runa potesse farmi del male.

Avrei voluto prima informarmi; ma non volevo sprecare altro tempo prezioso.

In ogni caso, avrei dovuto farlo lo stesso. Nolente o dolente.

Vidi la porta spalancarsi e Adrian sorridermi, mostrandomi con la mano i tre nuovi arrivati.

Tutto era cambiato e ancora non me ne rendevo conto.

"Ti presento Randall e Kyran, i due fratelli", mi indicò due ragazzi dai capelli lunghi.

Il primo, Randall, era sicuramente più grande.

Aveva lunghi capelli biondi fatti ricadere sulle spalle e ornati da delle foglie e fiori di pesco.

Il fratello minore, Kyran, aveva i capelli di un color biondo miele, lunghi fino alle spalle, che terminavano in onde morbide come quelle del mare.

Al collo portava una ghirlanda di fiori, i quali emanavano un forte profumo dolciastro.

"E lei è la compagna di Kyran: Norah"

Quest'ultima mi sorrise vivacemente ed alzò una mano, scuotendola.

Le sorrisi anch'io e non feci che notare i suoi capelli lunghi fino al sedere e neri come la pece.

Incastonate al suo interno c'erano tantissime pietre preziose simili ai rubini e, probabilmente, erano proprio quelli.

Gli occhi da cerbiatta e le labbra sottili la differenziavano dalla bellezza floreale dei due fratelli.

Chissà se anche loro potevano vivere in eterno?

Si fecero avanti mentre, io, mi tirai indietro.

Adrian mi raggiunse e mi strinse una mano, accarezzandomela con un pollice.

Ne avevo bisogno. Avevo letteralmente bisogno di un suo contatto che mi potesse far pensare al fatto che tutto sarebbe andato per il meglio.

"Farà male?", domandai ad uno di loro con gli occhi che continuavano a guardarsi attorno.

"Un po'", mi rivelò Randall, il più grande.

Il suo viso era privo di barba ed era caratterizzato solamente da alcune rughe ai lati degli occhi. Per il resto sembrava giovanissimo.

La sua risposta mi fece deglutire rumorosamente e Adrian intuì il mio panico.

"Tranquilla. Andrà bene", sussurrò.

"Che tipo di dolore?", domandai ancora, volendo sapere che cosa avrei dovuto sopportare.

"Sarà come esser troppo vicini al sole", rispose Randall facendo un altro passo avanti.

"Brucerà solo un po'", aggiunse Norah, la ragazza, lanciandogli un'occhiataccia.

Mi fu subito simpatica; ma ciò non mi tranquillizzò.

Speravo solamente che passasse in fretta.

"Dove lo vuoi?", domandò Kyran prendendo parola.

"Nel posto meno visibile". Se fossi tornata dai miei genitori avrebbero creduto mi fossi fatta un tatuaggio e non era il caso di farli preoccupare ulteriormente. Già bastava così.

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