CAPITOLO 24

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<<Paura?>>, gli domandò Jason in tutta franchezza facendogli fare una smorfia ambigua.

<<Per niente>>. Adrian alzò le spalle in maniera alquanto disinvolta e subito s'incamminò proseguendo verso la fine del sentiero.

Potevo già sentire il rumore del lago e delle code delle sirene sbattere veloci sulla punta dell'acqua. Si stavano avvicinando ora che sapevano che eravamo qui.

Strinsi i denti e guardai Jason di sbieco con la speranza che non avesse percepito il mio umore irritabile e proseguii seguendo il mio ragazzo a ruota libera.

Mi sentivo più fredda ora che non potevo più averlo al mio fianco. Ed era strano. Troppo, forse.

<<Te la senti di scendere giù un'altra volta?>>, domandò Jason preoccupato fermandosi per un momento di fianco a me e guardando da lontano il corpo di Adrian fermarsi di fronte ad una roccia ricoperta dal muschio. Non sembrava per nulla teso e la cosa era rassicurante: Adrian non lo era mai stato in vita sua.

Annuii incerta senza darlo troppo a vedere. Non volevo tornare dentro alla macchina a sfogliarmi il cellulare senza sapere come se la stessero cavando.

Certo, ero anche di troppo senza i miei poteri completi da vampira; ma, sicuramente, le sirene avrebbero voluto avere anche me o non mi avrebbero richiamata all'ordine. Non con Adrian, oltretutto.

<<Sì, non è niente>>, lo rassicurai con un finto sorriso uscito male e subito mi voltai con la consapevolezza che se fossi rimasta ferma a lungo a fissarlo mi avrebbe scoperta in men che non si dica.

Annuì e mi lasciò proseguire in tutta serenità. O, almeno, così pensava.

Mi fermai proprio di fianco ad Adrian, alzando leggermente la testa per guardarlo di profilo con l'aria assai concentrata.

<<Le sento. Sono qui>>, sussurrò sapendo benissimo dov'ero in quel momento; ma non mi guardò.

<<Sì, le sento anch'io>>, borbottai di tutta risposta già felice di quel poco discorso appena abbozzato. Ed era già un principio, dopotutto.

Era come conoscersi dall'inizio dell'anno scolastico: troppo difficile da ripetere, però. Ora che sapevo cosa si celava dietro al suo malessere, la cosa si faceva ancora più complicata del previsto.

Jason fu alle mie spalle e, un secondo dopo, davanti al mio corpo.

Mi spinse leggermente all'indietro, gesto alla quale Adrian non fece caso.

Lo stesso identico gesto che una volta gli avrebbe dato fastidio e per la quale lo avrebbe ammazzato in men che non si dica. Eppure, questa volta non aveva battuto ciglio.

Deglutii e trattenni il fiato non appena vidi due teste spuntare da sotto l'acqua e quattro occhi fissarci scrupolosamente con un sorriso beffardo stampato in faccia.

La loro attenzione fu attirata soprattutto da Adrian, serio e composto come qualche secondo prima.

<<Allora esistete davvero>>, ridacchiò lui scuotendo piano la testa.

Avrei voluto intimargli di stare zitto, di non puntualizzare e nemmeno di ribattere; ma sapevo che era inutile. Il nuovo Adrian non avrebbe avuto il coraggio di ascoltare nessun altro al di fuori di se stesso.

<<Dubitavi della nostra esistenza?>>, domandò la più giovane, Norah, con i capelli corti gocciolanti.

<<Detto da un vampiro suona un po' come una barzelletta>>, ridacchiò la maggiore scuotendo la testa e guardandomi di colpo con il suo solito sorrisetto divertito, <<solita frase da umano, non trovi Norah? A forza di stare con lei ti sei rammollito proprio come loro!>>, borbottò avvilita e quasi dispiaciuta.

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