CAPITOLO 25

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<<Cosa?!>>, domandai ad occhi sgranati. Non potevo credere a ciò che le mie orecchie avevano appena sentito, <<baciarci?>>, ripetei balbettando e guardando Jason con la coda dell'occhio. Al contrario mio non muoveva un muscolo, eppure sapevo che anche lui non era per nulla felice di ciò che avremmo dovuto fare.

Jason mi voleva bene e non era colpa sua se i suoi sentimenti lo avevano sopraffatto.

Speravo solo che tutto ciò non portasse ad una rottura definitiva con il mio rapporto con Adrian già alquanto altalenante. Eppure sapevo che questa sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.

Strinsi i pugni e guardai le due arpie dalle branchie dorate.

<<No! No, non lo farò!>>, replicai stizzita con la speranza che cambiassero idea.

Ma non si erano già divertite abbastanza?

<<Non lo farai?>>, domandò Norah scuotendo la testa, <<allora, niente erbe magiche>>.

Detto questo incrociò le braccia al petto in attesa di sentire la mia risposta definitiva; anche se sapeva meglio di me quale sarebbe stata.

<<Ma io sto con Adrian!>>, ribattei ancora, speranzosa.

<<Lo sappiamo. Proprio per questo è divertente>>, commentò Zavia con un risolino divertito.

Sbuffai passandomi una mano tra i capelli e voltandomi lentamente verso il mio ragazzo.

Mi vergognavo anche solo a guardarlo negli occhi, ora come ora. E che cosa sarebbe successo dopo questo bacio?

<<Cosa devo fare?>>, gli domandai a bassa voce.

In tutta risposta, Adrian alzò le spalle cambiando solamente posizione e sistemandosi meglio i vestiti.

Non mi aspettavo una risposta così fredda; ma me la sarei fatta andar bene comunque.

<<Lui non vorrebbe>>, rispose Norah al posto suo con gli occhi verso il cielo. Sembrava stufarsi di questa situazione; ma mai quanto me.

<<Lo so. Grazie tante>>, risposi seccata. Non era d'aiuto in questo modo; anzi, avrei solo voluto affogarla se solo non respirasse sott'acqua.

Norah alzò le mani verso l'alto e sbuffai, presa in contropiede da quella stramba situazione.

Dopotutto, credevo sarebbe stato peggio: pensavo che avrebbero trascinato Adrian in mare facendolo loro schiavo e facendo in modo che uno dei due si sacrificasse per lui. E così non era stato, fortunatamente. Anzi, forse il mio modo di pensare era stato fin troppo macabro.

Troppe storie e troppi film. Tutto qui.

<<Adrian... ti prego, parlami!>>, scossi la testa e lo presi dalla mano, stringendogliela leggermente, <<ormai so quello che provi ed è inutile che continui a far finta di nulla>>.

<<Non sto facendo finta di nulla, Lidya. Voglio solo tornare a casa con quella maledettissima cura>>, mormorò arrabbiato, <<e se questo comporta il fatto di dover baciare mio cugino; beh, allora fallo e basta>>, m'intimò con sguardo minaccioso.

Non era mai stato così rude con me.

A quelle parole sconfortanti feci due passi indietro e subito mi portai una mano tra i capelli tirandomeli all'indietro.

Annuii, ancora incerta, e mi voltai verso Jason ancora silenzioso e con lo sguardo basso puntato verso la riva del lago colma d'erba.

Gli andai in contro prendendolo per mano e, senza rendermene conto, si voltò in un attimo verso la sottoscritta con gli occhi spaventati. Non l'avevo mai visto con quello sguardo vacuo.

VERBENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora