CAPITOLO 4

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Salii nuovamente i gradini e diedi un'altra occhiata al verde proveniente dalla finestra.

Quei colori m'infondevano un senso di pace e beatitudine che, nel corso del tempo, avevo perso.

Pensai, invece, che fosse la nuova me a infondermi coraggio.

Adrian bussò alla prima porta davanti alla rampa di scale e, senza ricevere risposta, aprì.

La stanza era piccola, molto di più rispetto a quella in cui avevo alloggiato durante la mia trasformazione, e con pochi mobili.

Le mura erano di un color bianco sporco e le lenzuola dello stesso colore di quelle degli ospedali.

Per sino la stanza puzzava di medicinali.

"Dominic...", sussurrai affranta, avvicinandomi al letto e non notando nemmeno i tre maghi al suo fianco.

Gli presi la mano e la strinsi, accarezzandogli i capelli fradici di sudore. Mi chiedevo quanto stesse soffrendo.

"Può sentirmi?", domandai a uno dei tre.

Kyran annuì ed io sorrisi. Almeno avrei potuto ringraziarlo.

Norah si fece da parte e mi lasciò avvicinarmi ancora di più, sorridendo appena.

Adrian, invece, era rimasto al fondo del letto e mi guardava con un non so che di strano. E non era gelosia, su quello avrei potuto scommetterci.

"Dominic, non sai quanto mi dispiace...", squittii con le lacrime agli occhi. Vederlo così mi faceva stare ancora peggio, "grazie per avermi salvata. Non avresti dovuto, però", scossi la testa.

Guardai Norah e la pregai con lo sguardo di rispondermi sinceramente.

"Si rimetterà, vero?", domandai preoccupata.

"Dovrebbe farcela. Dominic sta tenendo duro; ma bisogna ancora trovare un qualcosa di definitivo per eliminargli tutto il veleno che ha in circolo nel sangue", mi spiegò.

"Siete dei maghi... non c'è nessuna magia?", domandai con il cuore in gola.

Randall scosse la testa e tossì; probabilmente, sentendosi minacciato e inutile secondo i miei occhi. Ma non era così, ero solo spaventata dal fatto che sarebbe morto sotto ai nostri occhi e dentro queste quattro mura.

"Se la magia potesse aiutare con queste cose; allora, la maggior parte dei vampiri non sarebbe mai morta per colpa dei licantropi. Non tutte le cose possono essere aggiustate; ma la natura aiuta, di questo ne siamo sicuri", mi spiegò lui.

"Dite che c'è qualcosa, là fuori...", guardai fuori dalla finestra e notai un pino più alto degli altri, in lontananza, "che potrebbe aiutarci?"

"La natura è magica, Lidya. Può fare di tutto se solo si conoscessero i poteri che nasconde", aggiunse Kyran sfiorandosi la collana di fiori.

La guardai e distolsi subito lo sguardo non appena sentii lo sguardo di Norah addosso.

"Potremmo aiutarvi, no?", domandai, togliendo la mano da quella di Dominic e osservando tutti e tre.

"Potremmo; ma non tu". Adrian si fece avanti e, in pochi millisecondi, smontò tutti i miei piani.

"Perché?"

"Perché ancora non sai controllarti e non si può sapere che cosa potresti fare fuori di qui", prese un respiro e appoggiò le mani sulla sponda del letto, "qui sei al sicuro, capisci?"

Annuii.

"Sì, ma non sarò di alcun aiuto"

"Ma possono occuparsene i miei cugini, mio zio o il resto della famiglia. Potrebbero farlo loro, se solo scoprissero cos'è che può curarlo definitivamente"

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