CAPITOLO 33

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PER TUTTI COLORO CHE DESIDERANO SAPERLO; MI DISPIACE INFINITAMENTE, MA QUESTO SARA' L'ULTIMO CAPITOLO.

BUON FINALE!

Avevo ripreso coscienza del mio corpo e sentivo una voce fin troppo lontana risuonarmi nel cervello come un tamburo costante.

<<Sta lottando>>, sentivo sussurrare.

Probabilmente era Randall, ancora con le mani sul mio petto. 

Sudavo freddo e avevo le palpitazioni. 

Mi aggrappai con le unghie al materasso fino a quando non lo sentii bucarsi e subito tentai di aprire gli occhi fin troppo pesanti. 

Resistetti all'impulso di mollare e lasciarmi andare a quella sensazione di pace che voleva prendere il possesso di me. 

Dovevo continuare a lottare e già era oro che ancora non fossi all'interno di me, coperta dalle fiamme e dispersa nel vuoto più totale con solo il buio come amico. 

Sentii uno scossone e strinsi i denti, facendo schioccare la mandibola e mordendomi la lingua. 

Il sapore del sangue mi fece aprire la mente e subito sentii un forte bisogno di bere. 

La gola era secca quasi come se fossi dispersa nel deserto da giorni. 

Gli occhi mi bruciavano come se non avessi mai sbattuto le palpebre e sentivo solamente il mio corpo vibrare, attanagliato dai vari istinti animali che stavano prendendo possesso del mio essere.

Non capivo cosa mi stesse succedendo. 

Ero ancora umana o ero ormai un vampiro?

Mi stavo trasformando o stavo morendo?

Ero salva?

Tutte risposte che in quel momento non riuscivo a darmi.

<<Dai, avanti, avanti!>>, mormorò Randall da lontano.

Potevo sentire la sua voce tremare e il sudore scorrere sulla sua pelle. 

Sapevo quanto stesse faticando e anche che stava perdendo fin troppe energie. 

Non avrebbe resistito a lungo, al contrario mio. 

La mia era una questione di vita o di morte. 

Randall, al contrario, ne sarebbe comunque uscito illeso. 

Scossi la testa, presa dagli spasmi, e subito sentii un forte bruciore alla bocca. 

Sembrava che qualcuno mi stesse trapanando le gengive in maniera un po' troppo brusca. 

Sentii il sapore di altro sangue e subito ricominciai a tremare e a sudare freddo come non avevo mai fatto prima d'ora. 

Volevo solo svegliarmi e bere.

Il sangue era il mio unico pensiero in quel preciso istante. 

Qualcosa di appuntito mi taglio la lingua e, così facendo, assaggiai un altra punta di sangue non più umano. 

Aprii piano la bocca e subito sentii un imprecazione. 

Vari suoni mi stavano incasinando il cervello fino a farmelo scoppiare. 

La porta si aprì, poi dei passi e un'altra imprecazione. 

Qualcuno mi tenne i polsi e me li strinse con foga. 

Iniziai a scalciare senza capire che cosa mi stessero facendo e, presa da un moto di rabbia improvvisa, aprii gli occhi. 

Dapprima vidi il nero, poi qualche sfumatura rossastra e, infine, tutto fu nitido. 

Harris mi stava tenendo e Randall si era allontanato di colpo per poi scendere e appoggiarsi con la schiena contro al muro. 

Potevo percepire la sua paura. 

Tossii varie volte per poi finire di dimenarmi e ricordare tutto. 

Ero viva!

<<Ho sete>>, mormorai solamente. 

<<Greta ti sta prendendo una sacca di sangue. Aspetta>>, mi consolò Harris continuando a tenermi saldamente per i polsi. 

Greta entrò, poi sentii delle urla e riconobbi quelle di Adrian. 

<<Cosa succede là fuori?>>, domandai preoccupata e con ancora i denti di fuori. 

<<Adrian vuole entrare, ma ancora non può farlo>>, mi spiegò velocemente suo zio facendo segno a Greta di avvicinarmi la sacca. 

Bevvi fino a svuotarla del tutto e subito mi sentii meglio. 

Mi buttai con la testa contro al cuscino ed emisi un sospiro di sollievo, sorridendo appena. 

<<Posso lasciarti o tenterai di ucciderci tutti?>>, mi domandò leggermente spaventato. 

Non risposi, ancora incerta su ciò che mi avrebbe aspettato dopo la mia prima, vera, trasformazione. 

<<Randall, va>>, lo implorò Harris facendogli segno con la testa di uscire il più in fretta possibile. 

Mi lasciò e subito mossi i polsi, massaggiandomeli e guardandomeli di continuo.

<<Tutto okay?>>, mi domandò Greta guardandomi fissa negli occhi. 

<<Sento solo un gran bisogno di sete. L'ho sentito per tutto il tempo>>, dichiarai. 

Mi sorrise e annuì.

<<Vuoi vedere Adrian?>>, domandò subito dopo guardando in direzione della porta. 

Non feci nemmeno in tempo ad annuire che il mio ragazzo si precipitò nella stanza alla velocità della luca, per poi sederci accanto a me con le lacrime agli occhi e appoggiarmi una mano sulla fronte. 

<<Lidya...>>, sussurrò tremante. 

Sorrisi impercettibilmente per poi notare Jason sulla soglia e con le mani in tasca. 

Harris lo sguardò sconsolato e subito alzò le spalle. 

<<Che c'è?>>, domandò lui senza capire, <<è voluto entrare ed è entrato. Sai com'è fatto>>, dichiarò dandogli la colpa. 

Nessuno sembrò dargli retta e subito Adrian mi tolse una ciocca di capelli davanti agli occhi. 

<<Come stai?>>, domandò preoccupato, <<credevo non ce l'avresti fatta>>. 

<<Oh, non dire sciocchezze>>, lo schernii, <<sapevo bene che ce l'avrei fatta>>.

<<Perché sei forte>>, sorrise. 

<<Perché per tutto il tempo ho pensato a te>>, scossi la testa, <<sei stata la mia salvezza, Adrian. Lo sei dal giorno in cui ti ho incontrato>>. 

<<Momento mieloso>>, dichiarò Jason dal nulla, <<io me ne vado. Lidya, ti saluterò solamente non appena tu e Adrian l'avrete finita con le vostre patetiche dichiarazioni d'amore>>, ridacchiò e subito Greta si alzò, alzando gli occhi al cielo e accompagnandolo fuori dalla porta. 

<<Sicura di poter rimanere da sola con lui?>>, domandò Harris alzandosi di scatto e guardandomi con preoccupazione. 

Sorrisi impercettibilmente. 

<<Tranquillo, non tenterò di staccargli la testa>>, gli feci l'occhiolino e, dopo neanche qualche secondo, ci ritrovammo soli. 

Finalmente era tutto passato. 

La mia vita era tornata alla normalità.

Certo, non avevo più la mia famiglia, i miei cari, i miei amici, la mia scuola... ma ora avevo un'altra vita davanti. 

Avevo Adrian e tutta la sua famiglia. 

Probabilmente avremmo continuato a vivere in questo posto disperso nei boschi per ancora qualche annetto; ma io e Adrian potevamo sempre spostarci in qualsiasi luogo volessimo vistare. 

In fondo, avevamo un eternità davanti. 

E l'eternità è infinita. 

VERBENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora