CAPITOLO 22

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<<Okay, ricordi quando sei stata trasformata?>>, tossicchiò, <<anzi, quando io ti ho trasformata?>>, si corresse incrociando sia le braccia che le gambe.

Sembrava volersi distaccare, come se avesse paura di una mia eventuale reazione negativa a ciò che mi avrebbe finalmente rivelato.

Annuii.

<<Vagamente; ma, sì, me lo ricordo>>, precisai. Ed era vero: non ricordavo bene tutto di quel giorno. I ricordi sembravano sfocati e imprecisi. Come se fosse passato parecchio tempo quando, invece, non era assolutamente così.

<<Beh, nel momento stesso in cui ti ho dato il mio sangue per curarti... ricordi l'arrivo dei maghi?>>, mi domandò con tono serio facendomi annuire velocemente.

<<Certo, è stato in quel momento che sono stata sbalzata via>>, gli ricordai; ma questo non era un problema e nemmeno gli davo la colpa. Era stato un imprevisto per tutti.

<<Sei morta sul colpo battendo forte la testa>>, tossì nuovamente nascondendo per un attimo la bocca dietro alla mano chiusa a pugno, <<ti si è aperta una ferita abbastanza profonda; ma ormai ti stavi trasformando ed essa si stava a poco a poco richiudendo>>.

Annuii come a fargli capire di poter andare avanti.

<<Solo che ci è voluto troppo tempo e l'onda magica che avevano espulso ti era già entrata in circolo. Ormai, era già all'interno del tuo corpo>>, mi spiegò.

Ricordavo la luce accecante, il dolore, lo sbalzo e persino il vuoto più assoluto: il nero più totale nel quale mi ero persa con la speranza di ritornare nella triste realtà in cui tutto sembrava sempre andar storto. E persino adesso era così.

<<Questo significa che ho della magia nelle vene?>>, domandai cautamente sfiorandomi un braccio.

<<Sì e non è stata possibile espellerla>>, sospirò, <<io e Adrian pensavamo che col tempo sarebbe passata da sola, andando via del tutto e lasciandoti libera; ma così non è successo. La magia vive dentro di te in piccole quantità>>.

Per un attimo niente di tutto ciò mi sembrò preoccupante.

<<Ed era questo che mi nascondevate? Un po' di magia?>>, domandai ridendo appena, ancora preoccupata.

Scosse la testa e per un attimo sembrò guardare alle mie spalle.

<<Non è questo il punto, Lidya. La magia che hai dentro non ti permette di mutare del tutto. Essa ti tiene intrappolata facendo sì che una parte di te sia ancora umana, capisci?>>, domandò con voce più flebile.

Abbassai lo sguardo, sconcertata.

<<Quindi... è per questo che non riesco a correre senza stancarmi?>>.

<<Non solo>>, ci pensò su, <<mettila così: è un po' come una malattia. I tuoi organi crescono; ma tu rimani sempre piccola, intrappolata in un corpo da bambina>>.

Impallidii capendo fin troppo bene il concetto.

<<Questo significa che il mio corpo non potrà reggere, non è così? Una parte di me sta mutando; ma il mio corpo è ancora umano, giusto?>>, domandai spaventata e Jason annuì, <<esploderò? Cosa mi succederà, Jason?>>, quasi urlai, incrinando la voce e facendola quasi scomparire del tutto.

<<Secondo i maghi saresti dovuta morire dopo pochi giorni>>, mi rivelò venendomi più vicino e sciogliendo le mani dal petto per appoggiarle sulle mie e stringermele forte, <<ma io e Adrian abbiamo trovato una situazione temporanea, okay?>>, mi guardò dritto negli occhi con la speranza di tranquillizzarmi.

VERBENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora