CAPITOLO 26

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<<Chi è? Non rispondi?>>, domandò lui con fare geloso sporgendo lentamente il collo verso il mio cellulare.

Sorrisi impercettibilmente.

<<È Greta>>, gli rivelai come se nulla fosse. Infatti a mala pena l'avevo sentito, persa com'ero nei miei pensieri per ciò che era accaduto.

<<Ah...>>, biascicò lui tornando serio e composto. Si grattò la barba, <<e devi proprio rispondere ora?>>, domandò contrariato sbirciandomi appena.

Alzai un sopracciglio senza capire.

<<Stai scherzando?! Adrian, è Greta!>>, gli ricordai sbuffando e schiacciando il tasto verde.

Non potevo non risponderle. Avevo bisogno di lei soprattutto in questo istante.

Mi chiedevo solo se avesse già chiamato anche suo fratello.

<<Pronto?>>, domandai noncurante di dover mettere il vivavoce. Ad ogni modo, Adrian ci sentiva bene anche se da così.

E, poi, così facendo potevo sentire la conversazione un po' più intima. Ma proprio di pochissimo.

<<Pronto? Lidya?>>, domandò lei con voce preoccupata, <<Lidya, tutto okay? Dove siete?>>.

Rimasi impassibile e subito mi affrettai a rispondere.

<<Ehi, Greta, calma. Stiamo tutti bene. Stiamo tornando a casa>>, la rassicurai con una mano a mezz'aria. Manco mi potesse vedere e, a questo punto, era anche meglio così.

<<Sei con Jason?>>, domandò ancora lasciando perdere la mia rassicurazione momentanea.

Storsi il naso e guardai Adrian di sott'occhio ben sapendo che avrebbe sentito tutto.

Quest'ultimo, però, non fece una piega.

<<No. No, sono in macchina con Adrian>>, sospirai passandomi una mano sulla fronte, <<Jason sta tornando con la sua macchina. È davanti a noi>>.

<<Mio fratello non risponde al cellulare ed è da ben dieci minuti che lo tempesto di telefonate. È successo qualcosa?>>.

<<Magari non risponde perché sta guidando>>, optai fingendo; ma non gliela diedi a bere. Non a una come lei, ovviamente. Mi conosceva fin troppo bene così come conosce suo fratello. Come le sue tasche, ovviamente.

<<Dimmi: cos'è successo?>>, domandò sospirando amareggiata.

Scossi la testa guardando nuovamente Adrian ancora impassibile.

Sembrava quasi non stesse ascoltando nulla della nostra conversazione, e sarebbe stato anche meglio.

<<Nulla>>, mentii e Adrian rise appena, deridendomi.

Avrei voluto chiedergli il perché; ma non avevo tempo di occuparmi anche di lui.

<<Lidya>>, ripeté il mio nome costringendomi a parlare.

Sospirai tirandomi indietro i capelli.

<<L'avete presa la cura?>>, cambiò argomento e gliene fui grata.

Annuii per due volte di seguito.

<<E che cosa vi hanno chiesto in cambio?>>, tornò al punto iniziale.

<<Nulla di che, davvero. Ne riparleremo quando saremo a casa, promesso>>, provai di farle cambiare idea; ma sapevo che con lei era a poco impossibile.

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