CAPITOLO 29

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SPAZIO AUTRICE

Prima ancora d'iniziare a leggere vi farò solo un semplice "annuncio": ho finalmente trovato lavoro; il problema è che lavoro tutti i giorni tranne il Martedì e faccio i turni. Per questo motivo ho poco tempo di scrivere. Con ciò anche se avessi voluto far durare un po' di più questa storia, ora proprio non potrò farlo; soprattutto da quando ho iniziato ad aggiornare "Contend", la mia nuova storia. Quindi suppongo che questo sarà l'ultimo capitolo. Suppongo. Lo deciderò alla fine del capitolo.

Buona lettura!

<<Lidya...>>.

Sentii il mio nome risuonarmi nelle orecchie e, al tempo stesso, stringermi da dietro.

Mugolai e subito mi voltai verso Adrian con un sorrisetto malizioso addosso.

Quello sarebbe stato il nostro giorno. Probabilmente, il nostro ultimo giorno.

Proprio per questo dovevamo vivercelo a pieno.

Gli accarezzai lentamente i capelli e sospirai in maniera contenta.

<<Come facevi a sapere che ero sveglia?>>, gli domandai ridacchiando appena.

Adoravo rimanere di prima mattina tra le sue braccia a guardare fuori dalla finestra. Mi rilassava.

Alzò le spalle.

<<Sei la mia ragazza e poi si sente dal respiro>>, chiarì.

<<Oh, certo! Tu giochi sporco!>>, lo derisi.

<<Non gioco sporco...>>, scosse la testa e mi toccò la punta del naso con l'indice della mano sinistra, <<sei anche tu una vampira>>.

<<No, ancora non lo sono del tutto e probabilmente non lo sarò mai>>, mugolai sconfortata.

<<No, non dire così!>>, mi rimproverò lui accarezzandomi piano la guancia, <<diventerai una vampira, t'insegnerò a lottare, a correre e a nutrirti come tutti gli altri, avremo dei bambini e una bella casa, un bel futuro lungo e prosperoso...>>, mi ricordò facendomi immaginare tutto ciò che mi stava dicendo.

<<Lo spero, Adrian>>, scossi la testa, <<lo spero davvero tanto perché vorrei poter vivere con te ogni attimo della mia vita, per sempre>>.

<<E lo faremo, Lidya>>, sorrise, <<sarà così>>.

Lo guardai negli occhi e arrossii.

Era ancora bellissimo nonostante il forte pallidume per colpa delle magie di Randall; ma sempre con un fantastico sorriso e gli occhi luminosi.
Portai una mano sul suo petto nudo e lo accarezzai lentamente scendendo fin verso l'ombelico dove sentii la poca peluria.

Immaginai ben altro con la testa e subito mi morsi un labbro con la paura che Adrian potesse captarmi i pensieri.

<<Lidya...>>, mi chiamò lui tirando indietro la testa e portandosi una mano tra i capelli, scompigliandoseli.

Risposi con un mugolio ed un mezzo sorriso per poi mettermi a cavalcioni sul suo corpo e baciarlo lentamente sul collo.

<<Cosa fai?>>, domandò lui a denti stretti iniziando ad accarezzarmi i fianchi e a muoverli secondo il suo piacimento.

Sentii una vampata di calore salirmi su e rabbrividii.

Non risposi alla sua domanda e continuai con quella tortura lenta e atroce, accarezzandolo e massaggiandolo sui muscoli ben evidenti.

Capii che non ce l'avrebbe più fatta e dopo pochi secondi mi baciò, trasportandomi in un mondo del tutto nuovo.

Diedi il libero accesso alla sua lingua e successivamente mi catapultò, adagiandosi sopra al mio corpo e reggendosi con i gomiti sul materasso.
Iniziò a baciarmi sul collo con passione e a quel punto non riuscii più a controllarmi.

Presi il comando della situazione e portai le mani verso i pantaloni della tuta che iniziai ad abbassare scorgendo le mutande di marca.

<<Lidya>>, mi chiamò nuovamente con voce roca e ancora un po' addormentata. Sicuramente molto più che sexy.

<<Dimmi>>. Pronunciai quelle parole con molta fatica, presa com'ero da altro.

<<Cosa... cosa vorresti fare?>>, mi domandò guardandomi dritta negli occhi e fermandosi subito dopo.

<<Vivere e provare tutto ciò che, forse, domani non potrò più provare>>.

<<Non...>>, sbuffò, frustrato, <<non devi dire così>>.

<<Adrian, ti prego>>, lo scongiurai, <<ti desidero da molto tempo e ora che non sono più completamente umana noi potremmo... potremmo...>>, indugiai.

<<Possiamo>>, rispose lui sorridendo e ricominciando a baciarmi con foga, alzandomi la maglietta e prendendo un preservativo da dentro al primo cassetto del comò.

Rimasi a petto nudo, ma non mi sentii fuori posto o intimidita; anzi, mi sentivo finalmente a casa.

Si tolse in fretta i vestiti rimanendo del tutto nudo e, subito dopo, finì anche con me.

Trattenni il fiato quando, finalmente, lo sentii mio.

Adrian era in ogni modo all'interno di me: mentalmente, psicologicamente e, ora, anche fisicamente. E non desideravo nient'altro di meglio se non quello.

Volevo solo che la cosa continuasse.

Sperare che quel momento non svanisse.

Ansimammo all'unisono e ci lasciammo andare nel momento stesso in cui mi attirò ancora più a sé, stringendomi al suo corpo muscoloso.

Lo guardai negli occhi e sorrisi teneramente.

Era soddisfatto, compiaciuto e finalmente libero. Proprio come me in quel preciso istante.

Mi guardò accarezzandomi i capelli e scostandosi di lato per poi stringermi in un abbraccio e baciarmi delicatamente sulla fronte.

<<Credo di non essere mai stata così felice in vita mia>>, gli rivelai accoccolandomi sul suo petto.

<<Anch'io, Lidya>>, mi baciò nuovamente, <<anch'io>>, ripeté subito dopo.

SPAZIO AUTRICE

La storia non è finita qui, ma come ben sapete non posso aggiornare come si deve. Perciò posterò semplicemente un mini capitolo.

Spero vi sia piaciuto comunque <3

VERBENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora