CAPITOLO 10

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Corsi al piano di sopra al meglio delle mie capacità sovrumane. Tra un po' avrei persino potuto superare Greta e suo fratello talmente andavo di fretta.

<<Dominic! È sveglio?>>, urlai non appena entrai nella stanza.

Tutti e tre i maghi si voltarono verso la sottoscritta, guardandomi come se fossi impazzita tutto d'un tratto. Ed era anche possibile essendo che l'idea di Dominic morto mi stava uccidendo assieme a quella di Adrian completamente diverso dal solito.

Troppe cose strane e troppo cose in una volta sola. Tutto quel peso era insopportabilmente pesante e non credo che avrei resistito ancora a lungo senza scoppiare o cedere.

Mi sentivo rotta all'interno e nemmeno Adrian sarebbe riuscito a ripararmi questa volta. Non per com'era diventato, almeno.

Anzi, era più probabile che ad aiutarmi a mettermi in sesto fosse Jason, suo cugino.

Norah si fece vicino, scuotendo la testa e stringendomi il polso fasciato dai vari braccialetti dorati che tanto amavo portare.

Alcune cose erano rimaste invariate. Certe cose umane, almeno, le trovavo ancora fattibili. A parte il cibo, ovviamente, ed il rapporto con le altre persone. Tutto il resto era uguale prima. Ero io: ero la stessa Lidya di prima senza piena zeppa di problemi. Anzi, forse, ora, anche un po' di più.

<<No, non si è svegliato; ma abbiamo la cura. Anzi, sappiamo dove si trova, più che altro>>, mi rassicurò, lasciando la presa e tornando di fianco al suo ragazzo che già la teneva stretta per la vita. Sembrava avesse paura di perderla da un momento all'altro e quel gesto mi metteva ancora più angoscia.

La porta si aprì di scatto e Adrian arrivò a perdifiato e con i capelli sudati e maledettamente lunghi appiccicati alla fronte umida.

<<Eccomi, scusate>>, ansimò e non era da lui. Non era da un vampiro, <<sono arrivato il prima possibile>>, si scusò.

Richiuse la porta rimanendo a debita distanza da tutti. Come se potesse perdere il controllo e ammazzarci come carne da macello. E sapevo che non l'avrebbe mai fatto. Sapevo che la persona dietro di me non poteva essere il vero Adrian. Quello che avevo conosciuto in classe.

<<Qual'è questa famosa cura che dite?>>, domandò poi per tutti noi.

Rimanemmo in silenzio in attesa di una qualche risposta, speranzosi del fatto che essa fosse una cosa semplice da trovare.

Ma sapevamo bene che non sarebbe stato così semplice. Nulla lo era in questa vita.

<<Belladonna>>, rispose Randall prontamente lasciando la mano a Dominic e guardandoci uno per uno. Il suo sguardo mi pietrificava.

Adrian sorrise e batté le mani.

Avevo già sentito questo nome e questo era un bene. Soprattutto a constatare dalla faccia di Adrian e dalla felicità che emanava.

<<Belladonna?!>>, sorrise a tutti e allargò le braccia, contento, <<perfetto, entro stasera ce l'avrete>>, promise.

Norah scosse la testa guardando Kyran come a volergli chiedere il permesso di parlare.

<<Non è una pianta di belladonna qualunque>>, scosse la testa e sospirò, <<si trova nel lago Tahoe, tra la California ed il Nevada>>

Adrian batté nuovamente le mani, facendo schioccare la lingua.

<<Perfetto, è anche qui vicino!>>, esclamò con gioia; ma dalla faccia di Norah si capiva che non poteva essere tutto lì.

<<Sì, ma non sarà così semplice prenderla>>, scosse la testa e ci venne incontro, guardando prima lui e poi me.

<<Dici per noi due?>>, domandò Adrian puntando un dito verso di me.

Mi sentii impallidire e cercai di capire il perché di quella considerazione.

<<Perché ho già deciso che ci andrà Jason a prenderla>>, lo guardò e gli sorrise, <<non è vero, cugino?>>

<<E Greta?>>, domandai poi lasciandomi per un attimo da parte.

Lei mi fissò e scosse la testa, come se la cosa non fosse per nulla fattibile.

<<Mi dispiace, ma io devo rimanere qui per controllarti>>

<<Ma c'è Adrian che mi controlla!>>, esclamai distrutta, <<e anche Rachel e Jake!>>, le ricordai.

Scosse la testa.

<<Rachel è distrutta mentalmente, mentre Jake deve già pensare ai gemelli>>

Annuii, arrabbiata.

<<E Adrian? Perché non può controllarmi?>>, domandai.

<<Perché in questo momento non è in grado di tale compito>>, mi spiegò con voce dura.

Volevo urlare con quanta più voce avevo; ma l'idea di Jason in viaggio da solo in mezzo ai mille pericoli che avrebbe incontrato mi faceva venir voglia di rimanere lì con lui  per tener testa al resto del gruppo.

<<Certo, così lasci andare tuo fratello da solo?>>, alzai la voce, spossata, cercando lo sguardo di Jason rivolto verso il basso.

<<Cosa vuoi che sia, Lidya?! È solamente un viaggio verso uno stupido lago!>>, urlò di tutta risposta.

<<No!>>, tuonò la voce di Kyran alle mie spalle, <<Lidya ha ragione e il lago Tahoe è pieno di pericoli>>

<<La belladonna non si trova nel lago, però>>, ribatté Adrian.

Norah scosse la testa.

<<Certo che no; ma in questo caso dovrete prenderla da lì>>, spiegò.

Adrian sorrise e batté le mani due volte.

<<Perfetto. Cugino, preparati il costume. Ti farai un bel bagnetto, nel mentre>>, ridacchiò.

<<Non è così semplice come credete che sia>>. Per la prima volta, Randall parlò: <<il lago è sorvegliato dalle sirene>>.

Mi voltai di scatto.

<<Sirene?!>>, chiedemmo in coro.

Norah annuì.

<<Randall ha ragione. Il lago è sorvegliato>>

<<Le sirene... non esistono>>, replicò Adrian scandalizzato.

<<Invece, sì, a quanto pare>>, risposi tenendo le parti della maga.

<<Vivo qui da anni e non le ho mai viste>>, scosse la testa, turbato.

<<Che voi ci crediate oppure no, le sirene esistono eccome>>, sussurrò Randall, <<e quando Jason andrà lì, loro gli chiederanno un qualcosa in cambio>>

<<In cambio?>>, domandai senza capire.

<<Le sirene chiedono sempre un qualcosa per un qualcosa>>, mi spiegò Norah.

<<Non possiamo lasciarlo andare da solo!>>, esclamai spaventata.

Adrian tossì e scosse la testa.

<<Stasera ne parleremo anche con Harris e decideremo>>, mi rispose senza nemmeno guardarmi in faccia.

VERBENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora