CAPITOLO 8

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Mi sentii sballottata a destra e a sinistra; ma non avevo intenzione di muovermi o svegliarmi. E nemmeno di aprire gli occhi per capire dove fossi.

I muscoli erano e tesi e bruciavano come se avessi appena corso una maratona senza essere preparata.

Mi concentrai sulle braccia che reggevano il mio corpo. Un uomo.

Era Jason? Jake? Adrian? O, magari, Harris?

Chi mi aveva trovata?

Provai a concentrarmi sul respiro di costui e lo trovai stanco e affannato, proprio come se avesse appena corso mille miglia senza mai fermarsi. E, probabilmente, era proprio così.

Aprii gli occhi e vidi solamente il cielo buio con qualche stella che faceva capolino come a volermi far luce. Salutai la luna con lo sguardo e provai ad aprir bocca; ma capii di essere troppo stanca per farlo.

Mi sentivo strana, all'interno. Non sapevo se per un vampiro tutto ciò potesse essere normale.

Riconobbi il rumore della porta di casa spalancarsi e la voce di Greta urlare il mio nome con ansia e preoccupazione. Quasi come se fossi sua figlia e fossi appena scappata di casa.

Mi chiesi quante ore fossi stata là fuori senza cibarmi. Il sole era sparito lasciando solamente lo spazio alla luce fioca della luna.

<<L'ho trovata! Chiama gli altri, Greta!>>. Riconobbi la voce del mio salvatore: Jake.

Sentii i passetti vivaci dei bambini correre per casa e venirmi incontro.

La vista era appannata e oscillava come se avessi appena girato in torno ad occhi chiusi.

<<Andate in camera, bambini. Vi prego>>, li pregò il padre con voce abbastanza dura. Non era da Jake urlare. Non con i suoi figli, almeno.

<<Portala di sopra. Io vado a chiamare gli altri>>, disse Greta, tranquillizzandolo.

Salì le scale con me in braccio e cercai di stringergli le braccia finché non mi posò delicatamente nel letto.

Riconobbi le pareti della mia camera e i pochi mobili antichi in legno. Volevo vomitare.

<<Jake...>>, riuscii a sussurrare.

Mi sentivo raffreddata, spenta, spossata... erano un insieme di sensazioni che avrei potuto sentire solamente da umana. Eppure, sapevo di non esserlo più.

La porta si spalancò e vidi Harris, Adrian e Jason entrare di corsa con, al seguito, Greta.

Mi chiedevo dove fosse Rachel; ma, probabilmente, non l'avevano coinvolta nelle ricerche. Ed era meglio così o non avrebbe sopportato tutto ciò. Non dopo quello che era successo a Jackson. La cosa l'aveva devastata, giustamente.

<<Lidya! Stai bene?>>, mi domandò Adrian accarezzandomi una guancia e con i capelli appiccicati alla fronte. Anche Jason non era da meno.

Annuii appena senza dar fiato.

<<Io... vado a parlare con Randall. Voi state qui con lei>>, disse Harris con apprensione. Notai solo ora il suo nuovo taglio di capelli. Erano più corti e più sale e pepe. Stava meglio: <<Adrian. Rimani con lei>>, scandì bene ogni parola e uscì.

<<Mi dici perché eri lì nel bosco da sola?>>, domandò lui iniziando a gesticolare, <<che cosa ci facevi lì? Ti è dato di volta il cervello, forse?>>

Scossi la testa e presi fiato. Come se il solo movimento nell'aprire la bocca mi mettesse grande difficoltà.

<<In realtà, ero andata a correre nel bosco. Sai, per... allenarmi>>, mentii.

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