CAPITOLO 15

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<<Quanto ci metteremo ad arrivare?>>, gli domandai tutto d'un tratto, annoiata a morte. Era da più di mezz'ora che eravamo in viaggio e già non vedevo l'ora di poter poggiare i piedi a terra.

<<Non ne ho la più pallida idea. Non sono mai andato fin lì, non conosco né la zona né le strade>>, scosse la testa alzando di poco il volume della radio.

Annuii in maniera pensierosa e sobbalzai non appena il cellulare squillò.

<<Cavoli, è il mio...>>, mormorai guardando Jason di sbieco.

Lo tirai fuori dalla tasca più piccola dello zaino e guardai il nome già sapendo chi potesse essere: Adrian.

<<Chi è? Adrian?>>, domandò Jason guardando lo schermo del cellulare, <<metti il vivavoce>>.

Presi un respiro e risposi, mettendo subito dopo il vivavoce. Dovevo rimanere tranquilla. Ormai, quello che era fatto era fatto e basta. Eravamo per strada e non potevamo più tornare indietro.

<<Pronto?>>, balbettai insicura.

<<Lidya? Ma dove diamine sei? Ti stiamo cercando come dei matti!>>, rispose con voce dura e alquanto arrabbiata.

Non avevo il coraggio di rivelargli la mia posizione; così, guardai Jason in cerca di aiuto. Sapevo che sarebbe stato lui a parlarci.

<<Adrian, è con me>>, rispose lui subito dopo con la faccia dritta verso la strada. Sembrava impassibile e per niente preoccupato da quella che sarebbe potuta essere la sua reazione.

<<Jason? Jason, sei tu?>>, domandò Adrian, <<stiamo scherzando? Ditemi che è uno scherzo, per favore>>.

<<No, Adrian. Sono con Jason>>, cercai subito di dirgli la verità per non fargli poi dare la colpa a suo cugino, <<ma lui non c'entra nulla. Stamattina sono arrivata fino al primo autogrill e quando ho visto la sua macchina ci sono saltata dentro. Lui non ne sapeva nulla>>.

<<Non m'interessa di quello che sapeva o meno. Lidya, devi tornare subito indietro. Torna subito qui, chiaro?>>.

Scossi la testa anche se sapevo che non avrebbe visto la mia faccia in quel momento.

<<No, non posso>>.

<<Come non... passami Jason. Subito. Passamelo>>, m'ordinò.

<<C'è il vivavoce. Ti sente>>, gli feci notare.

<<Bene, allora... Jason, falla tornare subito qui>>, gli ordinò.

<<E come? A piedi? Sai benissimo anche tu che non posso>>, parlò Jason con voce più che ferma.

<<Come non puoi? Sono io che non te lo posso permettere. Lidya non si può allontanare e tu lo sai. Deve rimanere qui con me>>, rispose con voce dura.

<<Non possiamo. Non potrei tornare indietro o Dominic non resisterebbe più>>, spiegò, <<non possiamo farlo morire per un tuo capriccio>>.

<<Sai benissimo anche tu che non è un semplice capriccio il mio. C'è della preoccupazione, anche>>.

<<Beh, fattela passare. Ci sono io con lei e sai benissimo che la proteggerei a costo della mia stessa vita>>. A queste parole arrossii e, per la prima volta, mi sentii realmente in colpa di essere arrivata fin lì. Jason si sarebbe fatto ammazzare pur di proteggermi.

<<Dovrei venire lì io?>>, domandò Adrian con voce più sconsolata. Sapeva di non poter far nulla.

<<No, sai anche tu di non poterti muovere da lì>>, gli ricordò e non capii. Lo guardai cercando una spiegazione che sapevo non sarebbe mai arrivata.

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