CAPITOLO 9

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<<Beh, ad essere brava nella velocità, lo sei>>. Jason mi sorrise e si guardò attorno, aprendo le braccia verso l'esterno.

Come promesso, oggi, ero con lui. E Adrian non era stato molto felice di ciò. Anzi, si era ritirato in casa e se ne stava a gironzolare tra le varie stanze come se avesse sempre qualcosa da fare. Sapevo che non era così, ovviamente; però, faceva finta di essere indaffarato. Come se la cosa lo aiutasse a non arrabbiarsi.

Io, invece, ero molto felice di essere assieme a suo cugino. Mi era mancato.
Non che non volessi Adrian tutto per me; ma con Jason sembrava diverso. Lui era diverso. Questo, dal momento che sembrava capirmi più di chiunque altro là dentro.

E speravo mi avrebbe detto qualcosa; anche se sapevo che non stava con me per quello. Non aveva intenzione di aprire bocca. Nessuno di loro l'aveva e ciò mi preoccupava.

Potevano nascondermi una cosa così grande? Una cosa, probabilmente, più grande di loro?

Eppure, lo facevano e non sembravano sentirsi in colpa.

Annuii e sorrisi ripensando alla prima volta che avevo corso.

<<La prima volta ho sbattuto contro un albero; ma l'ultima volta sono andata alla grande, se non fosse stato per quel piccolissimo problema>>, sentenziai.

Adrian mi aveva costretto a stare a letto fino al giorno dopo e, dopo varie discussioni, avevo accettato senza più aggiungere altro. Mi aveva ringhiato contro come un cane arrabbiato e non aveva voluto sentire nessun "se" e nessun "ma".

E, magicamente, il mattino dopo mi sentivo molto meglio. Addirittura come se tutto ciò non fosse mai successo.

I miei muscoli si erano rigenerati di colpo e non sentivo più i polmoni gonfi e pesanti. Ero nuova di zecca.

<<Anch'io le prime volte sbattevo contro gli alberi>>, rise, <<ci assomigliamo, vero?>>, mi domandò poi.

Rimasi di sasso; ma, poi, annuii.

<<Probabilmente, sì>>

<<E ad Adrian questa cosa spaventa>>, aggiunse all'ultimo.

Alzai un sopracciglio.

<<E perché dovrebbe?>>, domandai senza capire.

Alzò le spalle e, immediatamente, i ricordi mi assalirono.

Adrian in camera che mi parlava di Rachel e di come gli aveva spezzato il cuore. Di come aveva preferito Jason rimanendo poi a bocca asciutta. Di come Adrian l'aveva poi rifiutata...

<<Adrian mi ha detto quello che era successo tra te, Rachel e lui>>, gli rivelai a voce un po' più bassa. Come se fosse un segreto.

Rimase di sasso; ma, alla fine, annuì.

<<Sì, ma è successo parecchio tempo fa>>, si giustificò.

Annuii per dargli ragione. Non ce l'avevo con lui e nemmeno riuscivo ad esprimere un'opinione.

<<Perché me lo dici solo ora?>>, domandò poi.

Scossi la testa e guardai basso, calciando un sassolino talmente forte che finì contro un ramo.

<<Wao!>>, esclamai con gioia e stupore.

Jason si girò e mi sorrise battendo le mani tre volte: <<grande!>>.

Sorrisi e tornai a guardarlo.

<<Comunque sia, non era per farti la predica; ma, più che altro, per farti capire quanto Adrian sia strano con me>>

<<In che senso?>>, domandò senza capire.

<<Beh, non mi fa allenare con te... non è che è geloso?>>, domandai con le guance in fiamme.

Scosse la testa e, subito dopo, alzò le spalle, incerto.

<<Non credo proprio, sai?>>, fece un passo avanti, <<insomma, magari prima, forse... ma ora non è questo a renderlo così>>

<<È, allora, che diamine è?>>, scossi la testa e alzai di poco la voce, <<perché continuate a nascondermi qualcosa e vorrei sapere che cosa, a questo punto>>

Sospirò e guardò la nostra casa un po' più lontana da dov'eravamo noi ora.

<<Vorrei dirtelo perché non sono d'accordo su questa storia e come si stanno evolvendo le cose, credimi. Ma ho promesso ad Adrian che avrei tenuto la bocca chiusa. Questo se mi faceva allenare con te e così è andata>>, finì col dire, avanzando di altri tre passi e cogliendomi di sorpresa non appena sgranò gli occhi.

<<Vieni>>, mi prese da un braccio e mi fece voltare di scatto, iniziandomi a tirare verso la casa.

<<Dove?>>, domandai senza capire, <<dove mi stai portando?>>

Non rispose e, proprio in quel momento, Greta ci apparve davanti con, la prima volta, il fiato corto. Mi chiedevo che cosa fosse successo e la sua faccia mi spaventò solamente.

<<Venite, forza!>>, urlò lei in preda al panico, richiamandoci.

Guardai Jason cercando spiegazioni; ma Greta capì e fu più veloce.

<<Dominic! Hanno trovato una cura!>>

#SPAZIO AUTRICE

Scusate per l'assenza; ma sono al mare e non ho avuto molto tempo per scrivere.

VERBENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora