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●Valentina●

18 gennaio. Ore 8:01.
È il mio primo giorno di lavoro e voglio essere impeccabile.
Spero che il mio capo sia gentile.
Apro la porta ed esco di casa per andare all'agenzia immobiliare.

Dopo venti minuti arrivo e apro la porta d'ingresso, entro e mi ritrovo in un grande ufficio circondato da un miliardo di dipendenti che camminano da una scrivania all'altra. Mi guardo intorno e cammino spedita verso la stanza con su scritto "Direttore". Mi fermo davanti la porta e poi busso due volte. Dopo che sento la voce del direttore, entro e chiudo leggermente la porta. Mi giro verso il capo che può avere l'età di 25 anni. Lo squadro dalla testa ai piedi ed è un po' più alto di me con i capelli mori, qualche accenno di barba e gli occhi celesti. «Salve, sono venuta per il mio primo giorno di lavoro. Sono Valentina Conigliaro.»
《Prego si accomodi.》
Prendo posto e adagio il curriculum sul tavolo.
《Finalmente è arrivata. Ha un minuto di ritardo.》
«Mi scusi. Domani verrò puntuale.» guardo l'orologio e faccio un sospiro.
《Bene. Io sono Davide Montanari, il direttore.》
«Piacere.» Faccio un leggero sorriso sentedomi in imbarazzo davanti a lui. «Vuole sapere qualcosa? » lo guardo e aspetto che mi faccia qualche domanda.
Davide prende il curriculum《No.》
«Perfetto. Quando dovrei iniziare a lavorare? »
Davide《Domani mattina. Alle otto qui. Non esigo un minuto di ritardo.》
«Va bene. Alle otto in punto sarò qui. »
Davide《Detto ciò, devo dire che ha un bel curriculum. Adesso può andare.》
«Grazie, arrivederci. » faccio un sorriso e mi alzo portando una ciocca di capelli biondi dietro la schiena.
Davide《A domani, ah e chiuda la porta.》
«Si, certo. » mi giro, cammino verso la porta e poi esco chiudendola alle mie spalle. Sbuffo. (Domani devo essere puntuale!) Vado fuori dall'edificio e cammino fino ad arrivare al mio appartamento, al terzo piano. Salgo le scale, apro la porta ed entro posando la borsa sul ripiano del mobile «Uff...» Prendo il cellulare che è all'interno della borsa e vado verso il piccolo corridoio e poi nel salone. Mi siedo nel divano a tre posti e guardo la cucina un po' più distante e successivamente le altre camere vicino al saloncino «Mh chiamo Giada e Vanessa, almeno le avviso. »
Digito il numero della mia amica Giada e la chiamo. Dopo pochi secondi risponde. Si sente uno sbadiglio dall'altro capo del telefono.
«Ehy Giada, ma stavi dormendo?»
Giada «No, ma quando mai. Alle otto e mezza sono sveglissima. »
«Scusa ma è una cosa importante! Aspetta, chiamo anche Vanessa. »
Giada «Si, aspetto. »
«Non addormentarti, sai.»
Giada «Tranquilla. Hai la mia parola. »
Metto in attesa la chiamata e dopo digito il numero di Vanessa. Squilla e poi mi risponde un ragazzo che non conosco «Ehm...pronto?»
《Pronto? Chi parla?》
«Sono Valentina, un'amica di Vanessa. Dille di chiamarmi appena può. »
《Ma chi è?》
Alzo gli occhi al cielo e rispondo dicendo «Guardi lasci stare. » dico sbuffando «Avrò sbagliato, si. »
Il ragazzo chiude la telefonata.
(Che meleducato!) guardo il telefono e riprendo la telefonata di prima. «Giada?»
Giada «Allora?»
«Ti eri riaddormentata?»
Giada «Avevo chiuso solo gli occhi. Vanessa?»
«È con uno dei suoi spasimanti.»
Giada «Beata lei. »
«Io sono a posto. Non voglio nessun ragazzo, mi basta il mio lavoro. Danno un buono stipendio. » faccio un sospiro di sollievo.
Giada «Oh menomale. Sei andata oggi dal direttore? Com'era? Bello o un vecchio decrepito?»
« Mh, giovane e discreto.»
Giada «Per dire cosí allora sarà un figo. »
«Beh aveva gli occhi azzurri, slanciato, un po' di barba e i capelli scuri.»
Giada «Mh, già lo immagino. »
«Che pervertita. » rido.
Giada «Posso passare qualche giorno a lavoro da te. Per vedere il direttore "discreto"»
«Sai come voglio gli uomini. »
Giada «Si, si. Romantici, dolci e bla bla.»
« Un principe azzurro. » dico sognante.
Giada « Non abbiamo 5 anni Vale. Non siamo in una fiaba.»
«Lo so, ma sono sicura che esiste l'uomo perfetto. »
Giada «Se lo dici tu. »
Guardo l'orario e sono ormai le nove e mezza di mattina «Giada adesso è meglio che vado. Vorrei sistemare un po' l'appartamento, è un porcile. »
Giada «Eh ci credo. Povera casa.»
«Dato che domani ho il mio primo giorno di lavoro vorrei avere tutti i vestiti ben stirati e sistemati. Nessuna piega.»
Giada «Si ma non vestirti da suora. Devi fare colpo su qualcuno. »
«Si, certo. »
Giada «A dopo, ciaoo.»
«Ciao. » sorrido e poi chiudo la telefonata insieme a Giada. Mi alzo e vado verso le camere per sistemarle. Levo quello che c'è fuori posto e poi passo ai vestiti che sono tutti stropicciati nei cassetti «Non si possono vedere...»
Comincio a rassettare i vestiti e decido di prendere degli abiti per domani mattina, ovvero, una camicetta bianca a tre quarti, una gonna aderente color caffè, una borsa nera della chanel e delle scarpe a spillo nere. «Penso che vada bene.»

Ore 17:30.
Prendo il telefono per richiamare Vanessa. Squilla e dopo un poco risponde «Eccoti!»
《Ehy, dimmi.》
«Volevo avvisarti che oggi sono andata a fare quel colloquio. Mi hanno presa e domani comincio. Sono un po' ansiosa. »
《Mh, mi fa piacere. Spero sia andato bene. Adesso devo andare. Ho una cosa da fare. Ne parliamo domani, ok? 》
Comincio a sentire versi maschili dall'altro capo del telefono e già capisco cosa sta succedendo «Oddio scusa. Ci sentiamo domani. Ehm...si. » chiudo la telefonata prima di sentire qualche altra cosa.
«Che schifo. » dico disgustata. Poso il telefono e mi dedico alle altre faccende di casa cercando di non pensare alla telefonata avvenuta qualche minuto fa.

Ore 20:00.
Mi preparo della carne con contorno di lattuga.
Mangio rapidamente mentre guardo il TG5 «Mh non fanno altro che parlare di disgrazie. » prendo il telecomando vicino il piatto e cambio canale mettendo su La5.

Ore 23:00.
Metto il pigiama e successivamente mi sdraio sul letto aspettando di addormentarmi. Passano secondi e minuti e mi assopisco in un sonno leggero.

●Christian●
Sento suonare la sveglia e mi giro per spegnerla. Sono le 7:00. Mi alzo svogliatamente e mi vesto con pantaloni bianchi, giacca blu, camicia azzurra e scarpe adatte blu.
Butto il pigiama sul letto ed esco di casa prendendo la borsa. Il letto lo farò dopo.
Prendo la moto, infilo il casco e parto.
Arrivo presto in ufficio.
Parcheggio nel posto riservato ai dipendenti e scendo dalla moto.
Metto la catena al mio gioiellino e salgo sull'ascensore.
Sesto piano.
Le porte si aprono e osservo gli altri lavorare.
《Christian! 》
Mi giro e vedo Cinzia. È una donna sui trent'anni con capelli scuri e occhi color nocciola ed è anche la segretaria di Davide Montanari. Il mio capo.
Comunque sia non fa per me. Sono troppo giovane per lei.
《Ciao.》la saluto con un cenno del capo.
Cinzia《Dove vai?》
《Nel mio ufficio. 》
Cinzia 《Ti vuole Davide tra cinque minuti.》
Sbuffo《Che vuole?》
Cinzia《Non lo so.》
《Ok va bene, poso la borsa e vado da lui.》
Cinzia《A dopo.》
Sorrido e dopo aver posato la borsa insieme alla giacca torno in ascensore.
Ottavo piano.
Esco dall ascensore e busso nell'ufficio di Davide.
Entro e lo vedo seduto nella sua scrivania con le mani incrociate.
Mi avvicino e mi siedo.
Sento il suo sguardo su di me e questa sensazione non mi piace. Lui non mi piace.
Ma è il mio capo.
《Qualcosa da dirmi?》
Davide《Si, Christian.》
《Allora parla.》
Davide《C'è una nuova stagista. 》
《Mi stai licenziando?》
Davide《No. Sei troppo bravo.》
《Quindi?》
Davide《Mi serve che tu stia con lei per insegnarle come funzionano le cose qui.》
《Io? Stai scherzando? Io lavoro da solo.》
Davide《Lo so ma, sei il più bravo. È questione di qualche mese. Se la ragazza se la cava bene allora la assumerò con un contratto indeterminato. 》
《È una ragazza? Mi vuoi mettere con una ragazza?》
Davide《Sì. Ha un ottimo curriculum.》
《Non mi interessa.》
Davide《Se non vuoi, quella è la porta. Ma ricorda che se esci senza accettare non rientri più.》
《Mi licenzeresti perché non voglio lavorare con qualcuno?》
Davide《Si. Christian so che sei bravo ma se non fai ciò che dico io non andiamo d'accordo. Sono il tuo capo e decido io cosa devi o non devi fare. Capito?》
《Va bene. Accetto.》dico a denti stretti.
Davide《Bene, inizi stamattina. Dovrai dividere l'ufficio con lei.》
Annuisco soltanto. Sono troppo incazzato. Non può farmi davvero questo! Me ne sarei già andato se non mi servissero i soldi. Lo odio.
Davide《Ah, Christian.》
《Si?》
《Il vostro deve essere solo un rapporto di lavoro. E forniscimi informazioni su di lei. Voglio sapere tutto.》
《D'accordo.》mi alzo ed esco.
Che odio.
Raggiungo il mio ufficio e inizio il mio lavoro.


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