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●Christian●
«Siete bellissimi.»
Chiamo l'infermiera e le faccio scrivere il nome del terzo bambino.
Poi entra il dottore con alcune informazioni da darci.
Dottore «Salve ragazzi.» va verso Valentina con una cartella medica «Come si sente?»
Valentina «Un po'indolenzita. I dolori alle gambe ci sono sempre.»
Dottore «Fra qualche ora potrà muoversi del tutto. È normale che si sente così dopo un parto cesario.»
Valentina «Menomale, non riesco più a stare a riposo in questo letto.»
Dottore «Deve solo aspettare un po'. E i bambini?» si avvicina ai piccoli.
Valentina «Stanno bene. Non abbiamo visto nulla di strano.»
«Sono perfettamente sani.»
Dottore «E il piccolo con l'asma?»
Valentina «Sta bene solo che certe volte è meglio lasciarlo nell'incubatrice ci ha detto l'infermiera.»
Dottore «Si, la sera è meglio lasciarlo nell'incubatrice.»
Valentina «Deve fare altri controlli?»
Dottore «Mh, ripasserò stasera. Lei rimane qua?» si rivolge a Chris.
«Io, beh, si. Finché sarà possibile.»
Dottore «Quindi non rimane a dormire?»
«No, no.»
Dottore «Va bene, ripasso dopo.»
Il dottore esce e io resto in stanza.
«Amore, adesso penso che dovrei cercare una casa.»
Valentina «Ancora non hai visto?»
«Non proprio.»
Valentina «Ce ne serve una grande. Per la stanza dei bambini.»
«Si lo so. Il problema sono i soldi.»
Valentina «E manca anche il lavoro...» fa un sospiro.
«Si...»
Sospiro e prendo Andrea. Lo stringo a me e lo faccio addormentare.
Valentina «Mi dispiace di aver causato questo casino. Dell'agenzia, i bambini...» si copre con la coperta e lentamente di sdraia d'un fianco. «Non c'è mai una cosa che mi va bene e tu sei ancora qua...»
«Piccola, senti, io non me ne andrò mai. Qualunque cosa succeda io starò sempre qui con te. Nulla ci può separare. So che ultimamente le cose non sono andate molto bene ma, insieme possiamo superare tutto.»
Valentina «Quindi anche con tutti i miei problemi vorresti stare con me?»
«Si Piccola. Ti prego, ora basta pensare che non voglio stare con te, ok?» mi avvicino e la bacio «Ti amo e questo non cambierà mai.»
Valentina annuisce «Ti amo anch'io, tantissimo.» fa un piccolo sorriso.
«Lo so.» poso i piccoli nelle culle.
«Io adesso devo andare, ho un appuntamento. Vengo domani a trovarvi, ok?»
Valentina «Va bene amore. Ci vediamo domani mattina?»
«Si.» la saluto con un bacio e poi esco dall'ospedale.
Non trovo né mia madre né i suoi genitori, credo che se ne siano andati. Prendo l'autobus e vado a sistemare alcune cose al nuovo negozio.
Poi vado a fare delle fotocopie di volantini con su scritto che cerco altri operatori.
Li tappezzo per la città e poi penso a sistemare il mio ufficio mentre aspetto che Thomas venga ad aiutarmi.
Finalmente arriva alle 19:00, puntuale.
Ci salutiamo e poi mi aiuta a dipingere.
Thomas prende il rullo per verniciare la parete «Ma quindi appena finiamo cosa ci vuoi fare con questo posto?» chiede interessato.
«Un'agenzia per vendere case. Ho messo dei volantini in tutta la città perché cerco altri ragazzi che mi aiutino. Io avrò uno studio tutto mio e poi ci sono altri due studi disponibili. Volendo si possono dividere in due per farne altri.»
Thomas «Mh sembra un ottima idea. Posso darti una mano per cercare alcuni ragazzi, se poi non li trovi.» appena finisce di pitturare passa ad un altra parete.
«Si, grazie. Mi dovresti anche aiutare domani.»
Thomas «Si, per me non c'è nessun problema. Domani allo stesso orario o un po' prima?»
«Di mattina, verso le 10:00. Dobbiamo andare a comprare i mobili.»
Thomas «Mh, va bene e...invece con Valentina? Come va?»
«Male, i suoi genitori e mia madre sanno che i bambini non sono miei. Io ho fatto il test ma lo saprò dopodomani.»
Thomas «Ah, bel casino.» fa un sospiro e poi riprende «Dai, sono sicuro che poi andrà bene. Capiranno la vostra situazione prima o poi.»
«Lo spero. Devo trovare una casa. Non posso stare con mia madre per sempre. Mi ingozza di biscotti, non ne posso più.»
Thomas ride «In questo caso meglio che ti cerchi una casa. Sopratutto ora che hai i bambini e c'è pure Valentina.»
«Lo so, lo so.»
Thomas «Ecco.» continua a lavorare.
Continuiamo a dipingere tutta la stanza e poi chiudiamo il negozio.
«Andiamo a mangiare fuori?»
Thomas «Mh si. Ho una fame...»
«Dove andiamo? Pizza e birra o hamburger?»
Thomas «Mh, pizza e birra. C'è un posto qui vicino.»
«Perfetto, andiamoci.»
Thomas guida fino al ristorante e parcheggiamo non molto lontano.
Scendiamo e raggiungiamo il posto.
«Fratelli di teglia?» guardo Thomas incredulo e scoppio a ridere.
Thomas.«Ehy! La fanno buona la pizza!» ride ed entrano.
Entrando vedo un bancone dove servono le bibite e dei tavoli sparsi per il locale.
Ci sediamo in uno e quando arriva un cameriere ordiniamo due pizze e due birre. Appena arrivano le pizze iniziamo a mangiare come lupi affamati e parliamo di Giada.
Thomas «In questi giorni non fa altro che parlarmi di bambini. Si è bloccato il disco.» sbuffa e mangia la pizza. «Poi abbiamo parlato di sabato. Vuole a tutti i costi che vado dalla sua famiglia, un altra volta. Che noia...»
«Vuole un bambino.»
Thomas «Ne abbiamo parlato ma è troppo presto. Non fa altro che parlare di bambini da quando ha visto Vale.»
«Dovreste prima sposarvi...»
Thomas «Infatti, aspettiamo, è presto.»
«Ti romperá le palle finché non glielo darai ahaha.»
Thomas «Mi fa venire mal di testa, a volte. La notte, quando dorme da me, non fa altro che dire:"Amore ma ti piacciono i bambini? Sono così dolci!".» imita la voce di Giada e poi beve la birra «Non si può.»
Rido «Viene a casa tua per divertimento?»
Thomas «Anche per questo o semplicemente ci vediamo un film.»
«Io neanche ricordo l ultima volta che l'ho fatto. Cavolo, è passato troppo tempo.»
Thomas «Mh 8-9 mesi? Wow...»
«Giá. Non ce la faccio più.»
Thomas «Dai, manca poco puoi farcela.» finisce di mangiare poco dopo.
«Manca poco alle notti insonni, pannolini, pupù e urla. E ti ricordo che abito con mia madre. Valentina urla quando...hai capito, no?»
Thomas «Ah. Neanche se fate...piano? Insomma...»
«Thom...io non faccio piano. Mai.»
Thomas «Si, ma se c'è tua madre...no?»
«Lo so, ma, non ci riuscirò. Ci provo...»
Thomas «Ecco, almeno ci provi.»
Finiamo di mangiare e andiamo a pagare.
Thomas, insistendo, paga anche per me e lo ringrazio.
Ritorniamo alla macchina e mi accompagna a casa.
Thomas «Ci vediamo domani, cercherò di arrivare puntuale come oggi.»
«A domani.»
Thomas «A domani mattina.» lo saluta e poi va via con la macchina.
Entro a casa e vado in stanza.
Mi spoglio e mi metto sotto le coperte.

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