John's pub

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《Ti prego Murdoc, aiutami... ho cercato di sviare il discorso ma quella continuava a farmi domande su domande...》ad un tratto ci fermiamo. Murdoc si gira verso di me e, mentre si avvicina sempre più al mio viso, mi dice:《Stuart, io ci sarò sempre quando avrai bisogno di aiuto. Ora andiamo in un posto più appartato per parlarne; questo non è il luogo giusto. Seguimi》le mani ruvide dell'uomo mi sfiorano il viso poi la sua mano destra si congiunge con la mia mano sinistra. Sento che mi inizia a stringere la mano ma in modo affettuoso.
Mi asciugo il viso dalle lacrime, ora mi sento meglio. Le sue parole mi hanno fatto sentire che io per lui sono molto importante ma questo vale anche per me.

Dopo un paio di minuti, arriviamo in un vicolo imboscato, impossibile da vedere. C'è una lunga scalinata che scende e porta ad un locale chiamato "John's pub". Murdoc si volta a guardarmi per poi iniziare a scendere le scale. Io lo seguo a ruota e, una volta arrivati davanti alla porta del John's pub, Murdoc la apre. Appena l'uscio si spalanca davanti a noi, inizio a sentire odore di alcool misto tabacco, il classico odore che Murdoc emana.
Per primo entra Murdoc poi io. In questo momento mi sento una formica in mezzo a dei giganti.
Nel locale c'è un lungo bancone di legno dove seduti ci stanno alcuni uomini terrificanti: il classico posto in cui solamente un tipo come Murdoc può venire.
《Ehi John..》Murdoc saluta il barista con un gesto; in teoria l'uomo che sta dietro al banco è il proprietario di questo posto. Un certo John che ha capelli rossi e due lunghi baffi che gli cadono sul petto. In bocca tiene un tronchetto di liquirizia e addosso ha un giacchetto di jeans senza le maniche. Gli occhi sono leggermente socchiusi ed è di corporatura robusta, con due grosse braccia muscolose piene di tatuaggi.
Ad un tratto, mentre Murdoc si incammina verso un tavolo, vedo che John mi sorride in modo terrificante, ma una cosa più spaventosa del suo sorriso, sono i suoi denti: hanno una colorazione che va dal giallo al marrone, forse per la troppa liquirizia che mastica. Appena vedo quel suo "sorriso", lo ricambio per educazione e vado subito verso Murdoc con passo svelto. L'uomo si è già seduto ad un tavolo per due persone. Appena mi siedo, vedo Murdoc che fa un cenno ad una cameriera del posto. 《Ehi senti ragazzina, portaci due birre. Ne abbiamo bisogno.》gli dice l'uomo con fare rude. Appena la ragazzina si volta per andare a prendere le birre,  noto che lo sguardo di Murdoc si va a posare sul posteriore della cameriera. 《Murdoc?! Che fai?!》gli dico cercando di mantenere il tono di voce basso. Penso che questo suo lato donnaiolo non riuscirò mai a farlo svanire del tutto.
《Mhmhmh, scusami D ma sai, è bello sodo quello...》mi risponde ridacchiando sotto i baffi. Io rimango a guardarlo con occhi sgranati. 《Ma che..?》《Ecco qua le vostre birre...》la voce della cameriera mi interrompe. Alzo gli occhi e inizio a fissarla. In bocca ha una gomma da masticare che ormai non saprà più di nulla ma a lei piace tenerla fra i denti. Ha un vestitino nero aderente coperto da un grembiule bianco corto che però gli mette in risalto il didietro. 《Grazie signorina, ora può andare.》gli dico con aria infastidita. La ragazzina se ne va continuando a squadrarmi dalla testa ai piedi: beh, forse non ho considerato il fatto che io sono il più "bizzarro" in questo posto.

Murdoc si apre la sua bottiglia di birra e inizia a scolarsela quasi come se fosse acqua. 《Allora, che ti ha detto Paula?》mi chiede l'uomo mentre si asciuga la bocca con una mano. 《Ehm, beh all'inizio mi ha chiesto di perdonarla per quello che TU e lei avete fatto quella sera quando eravamo ancora ai Kong e poi mi ha iniziato a tempestate di domande. Ho cercato di sviare il più possibile ma poi mi è uscito di bocca il fatto che io ormai ho una vita stupenda e che sono felicemente fidanzato...》appena Murdoc sente la mia ultima affermazione, gli va di traverso la birra che sta bevendo. 《Non mi dire che gli hai detto che sei...》mi dice con occhi sgranati. 《N-no in verità le ho detto che sono fidanzato con una ragazza di nome Maria... ma nient'altro...》《Maria?》mi chiede Murdoc con voce confusa. 《Cos'è, il mio nome al femminile forse?》mi chiede l'uomo con voce ferma. 《Andiamo Murdoc, non gli potevo dire che sei tu, lo sai. È stato il primo nome che mi è venuto in mente... 》inizio a piagnucolare. 《E va bene, poi che ti ha detto?》mi chiede Murdoc continuando a bere la sua birra. 《Beh, mi ha chiesto anche se un giorno di questi volevo uscire con lei magari per una cena o solo per fare un giro in città...》 questa mia affermazione non sembra fargli ne caldo ne freddo. 《E tu che le hai detto?》mi chiede con tono fermo. 《Eh le ho detto che non potevo... poi le ho detto di Maria... e poi sono venuto da te...》 《Sisi, quello che è successo dopo lo sappiamo entrambi...》mi dice con il suo solito modo svogliato. 《Quindi di me non ha chiesto?》Questa sua domanda mi fa venire in mente quella bruttissima scena che si è svolta nei bagni dei Kong. 《Ehm no, a dire il vero penso che non si ricordi nemmeno il tuo nome...》gli rispondo con tono insicuro. 《Ah, grandioso... beh, l'importante che non ci darà più fastidio, poi tu glielo hai fatto intendere che non ne vuoi più da lei, no?》 Mi chiede Murdoc puntandomi gli occhi a dosso. 《Ovviamente!》 Gli rispondo convinto. 《Bene, allora possiamo dire che siamo salvi, possiamo tornare a casa adesso, sennò Noodle inizierà a preoccuparsi.》mi dice mentre si alza dalla sedia. 《Ehi John, ci vediamo eh?》urla Murdoc al barista. John gli sorride tenendo sempre fra quei suoi denti marrognoli, il suo bastoncino di liquirizia. Appena siamo fuori dal locale, mi sorge un dubbio. 《Murdoc ma non abbiamo pagato le birre...》dico in modo confuso. 《Già, ma tu non ti preoccupare, John lo sa.》la risposta di Murdoc mi appare leggermente difficoltosa da capire ma decido comunque di non farci caso e così, ci iniziamo ad avviare verso casa.

Cinquanta Sfumature Di Niccals 1~Gorillaz// 2DocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora