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Visto che i ragazzi si sarebbero dovuti allenare anche il giorno di Ferragosto, decidemmo tutti insieme di andare a fare una vera e propria passeggiata al lago subito dopo gli allenamenti. L'idea mi piaceva un sacco, anche perché avrei visto Federico senza maglietta. Una scusa più che buona per ammirare il suo corpo fantastico.
Appena ebbi finito di indossare il costume e preparare una borsa con tutto il necessario, sentii il clacson di una macchina suonare con insistenza.
Erano loro.

Misi gli occhiali da sole che non indossavo da un sacco di tempo, e uscii di casa, lasciando un bigliettino a mio padre con scritto che sarei tornata in serata.
Quando uscii di casa, davanti il vialetto di casa mia c'erano tre macchine in fila, e dentro c'era tutta la Juve al completo vestiti come se dovessimo partire per le Hawaii.
"Salta in macchina, Kim!" disse Douglas, che sedeva nella seconda macchina al posto del passeggero, con un braccio fuori dal finestrino e gli occhiali da sole neri. Sembrava uno spacciatore.
Entrai nella prima macchina, la Porsche di Federico. Nei sedili posteriori c'erano Paulo, Alex e Mario. Con gli occhiali neri, i cappelli di paglia e le ghirlande di fiori finti si sentivano dei gran fighi, ma in realtà apparivano tutti e quattro degli imbecilli.

"Hola chicas!" dissi entrando nell'auto. Federico mi guardò dolcemente, ma si vedeva lontano un miglio che avrebbe voluto baciarmi. E anche io.
"Accendi quella cazzo di macchina Fede!!" disse Paulo, saltellando e urlando come un deficiente.
"Smettila o mi smonti la macchina!" lo rimproverò Federico, che si sporse verso l'argentino con l'intenzione di volerlo picchiare.
Prima di accendere l'auto, vedendo che non partivamo, le macchine dietro di noi cominciarono a suonare i clacson in contemporanea, con aggiunta di cori poco gradevoli nei confronti di Federico.
"Muovi il culo Bernardeschi!" gridò Claudio, che guidava la terza macchina.
Federico si affacciò dal finestrino e fece a tutti il dito medio ridendo. "Fottetevi!" in risposta, cominciarono a suonare di nuovo tutti insieme.

Finalmente cominciarono tutti a fare le persone più o meno normali, e partimmo finalmente per il lago. Con la radio accessa a tutto volume e i ragazzi di dietro che avevano cominciato a cantare senza azzeccare nemmeno una parola, Federico si avvicinò al mio orecchio mentre teneva gli occhi sulla strada.
"In costume, dovrò fare in modo che nessuno si avvicini a te." mi voltai verso di lui e quando i nostri occhi si incrociarono, mi sorrise e mi fece l'occhiolino, per poi riportare la sua attenzione sulla strada.
"Ehi voi due, smettetela di fare i piccicioncini davanti a noi." disse all'improvviso Paulo sporgendosi verso di noi con una faccia schifata. Ero sicura di essere diventata rossa per l'imbarazzo.
"Smettila deficiente." disse Federico divertito.

Quando arrivammo al lago, tutti i ragazzi che scesero dalle auto erano vestiti quasi nella stessa maniera, e quasi svenni quando pensai che da lì a poco mi sarei trovata una ventina di ragazzi senza maglietta.
"Facciamoci subito il bagno!" disse Juan togliendosi la maglietta e rimanendo in costume.
Cominciamo bene.
Nel momento esatto in cui mi voltai per posare la borsa per terra, mi ritrovai a pochi metri di distanza da Federico. Senza maglietta!
Dio, che imbarazzo!
Mi buttai in acqua tra gli urli dei ragazzi che sembravano delle vere e proprie femminucce in calore, facendomi alzare gli occhi al cielo ogni tre per due.
"Sei stupenda in costume." mi sentii avvolgere la vita da dietro con delle braccia forte e possenti, e quando mi girai vidi tutta la bellezza di Federico. Il ciuffo gli ricadeva sulla fronte bagnato, e per potermi guardare meglio se lo portò dietro con la mano.
Io, morta.

Mi arrampicai sulle sue spalle come un koala, facendo finta di essere su un aereo, come una bambina.
"Vai da Mario. Facciamolo incazzare." gli dissi all'orecchio. Sistemò meglio le sue mani sulle mie cosce, e cominciammo ad avvicinarci verso Mario che si stava divertendo con gli altri.
"Mario!!" gridò Federico, e all'improvviso venni lanciata in acqua, provocando schizzi a tutti, ma sopratutto al povero Mario.
"Non avevo in mente questo, Fede!" gli dissi, spingendolo scherzosamente.

Per tutta la giornata, rimanemmo al fiume. Mangiammo scherzando, facemmo il bagno e cantammo a squarciagola le canzoni più popolari di quell'estate, finendo a cantare parole del tutto inventate, sopratutto quando cantavamo canzoni inglesi, e quando ne avevamo l'occasione io e Fede ci scambiavamo qualche bacetto.
Mi stavo divertendo un sacco insieme a quella banda di matti e per la prima volta in vita mia, mi dimneticai di tutto e di tutti e pensai solo a divertirmi.

Mi Rey ||• Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora