14

7K 203 4
                                    

Mentre i ragazzi si allenavano e io li stavo a guardare come ogni santissimo giorno, sentii mio padre parlare con Giuseppe Marotta del nuovo acquisto bianconero che sarebbe dovuto arrivare nel pomeriggio presto. Ero sollevata, ci voleva davvero un rinforzo di quel genere. Sopratutto in quel momento difficile.
Quella sera avevamo deciso di uscire tutti insieme, anche se non avevamo praticamente idea su cosa fare. Federico aveva proposto di restare a casa sua per un bagno in piscina, ma io non avevo voglia, e neanche gli altri. Anche se non mi dispiaceva affatto vedere Federico in costume per il secondo giorno consecutivo.

"Ehi."
Federico si sedette accanto a me sulla panchina, mettendomi un braccio sulla spalla e stampandomi un bacio sulla guancia. E tutta questa felicità oggi?
"Fede! Ci sono gli altri." gli dissi, abbassando lo sguardo imbarazzata. Sinceramente, il fatto che non avevamo parlato ancora di cosa eravamo in quel momento io e lui mi dava parecchio sui nervi.
"La mia ex mi ha chiesto di vederci per un chiarimento." quasi non mi strozzai con la saliva, ma cercai comunque di non cominciare a fare la ragazza gelosa e psicopatica, visto che non eravamo ancora fidanzati.
"E cosa vuole?"
"Parlare, te l'ho detto."
"D'accordo." mi stava facendo innervosire. Avevo un sacco di domande senza risposta in testa riguardo a quello che stava accadendo tra di noi in quei giorni, che stavo davvero rischiando di impazzire.
"Non essere gelosa, piccola. Dobbiamo solo parlare. Anche io non sono entusiasta di vedermi di nuovo con lei." annuii poco convinta. Se non ne aveva voglia avrebbe rifiutato l'invito già da un bel pezzo.
"Non mi importa." tolse il braccio dalla mia spalla sbalordito.
Okay, avevo esagerato. Mi importava, e anche fin troppo.

"Ah, perfetto. Allora non ti dispiacerebbe se mi mettessi di nuovo con lei, giusto? Perché sai, non mi vuole vedere di certo per chiedermi quanto prendo di stipendio all'anno." alzò la voce incazzato, facendo voltare quasi tutti nella nostra direzione.
Tranne mio padre, fortunatamente.
"Non giocare a questo giochetto con me, Bernardeschi. È più di una settimana che va avanti questa storia. Fai costantemente finta di niente, come se non ci fosse stato nessun bacio tra di noi, anche se non fai altro che baciarmi. Cosa vuoi da me?! Dimmelo, perché io sto impazzendo!" rimase colpito dalle mie parole, rimanendo in silenzio. La risposta mi sembrava più che ovvia. Non voleva nulla di serio con me. Che andasse a fanculo lui e la sua amichetta del cazzo. Mi allontanai da lui, fermandomi davanti a mio padre e Giuseppe.
"Papà, io torno a casa. Buongiorno, Presidente."
"Oh, quante volte ti avrò detto di chiamarmi Giuseppe." mi diede una pacca sulla spalla e mi sorrise. "Bene, ti lascio con tua figlia." diede una pacca anche sulla spalla di mio padre e si allontanò.
"Quindi, torni a casa?" mi chiese mio padre.
"Si."
"E come mai?" perchè rischio di ammazzare un tuo giocatore, e voglio davvero proprio evitare.

"Sono stanca."
"Oh, d'accordo. Allora ci vediamo stasera. Ti compro una pizza, okay?" mi punzecchiarono gli occhi con le lacrime pronte a sgorgare da un momento all'altro, e non ne avevo neanche motivo. O forse si.
Per fortuna, c'era mio padre.
"Grazie, papà." lo abbracciai e mi diressi verso la mia auto. Mi misi in macchina quando ormai avevo cominciato a piangere. Appoggiai la testa al volante, e mi lasciai andare ad un pianto liberatorio. Ne avevo proprio bisogno, in quel momento.
Non lo ero, ma mi sentivo terribilmente sola.

Mi Rey ||• Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora