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Nei giorni successivi le cose si complicarono ulteriormente. In allenamento Federico e Mario non facevano altro che farsi dispetti a vicenda, con Federico che cercava sempre di esagerare. Il loro comportamento mi dava sui nervi, soprattutto quello di Mario che non faceva altro che aumentare la rabbia di Federico parlando ai ragazzi in sua presenza delle nostre uscite insieme.
Insomma, pensavo che lo scherzetto fosse finito appena Federico aveva reagito tirandogli un pugno sul muso!

"Mario, dovresti smetterla di fare arrabbiare Federico." gli dissi appena si avvicinò a me per dissetarsi.
"Perché? È così divertente."
"Smettila. Non c'è nulla di divertente." risposi sull'orlo di perdere la pazienza. Questi uomini erano tutti uguali!
"Hai provato a parlargli?" mi chiese mentre lanciava via la bottiglietta d'acqua, come se fosse a casa sua.
"Non vuole parlarmi, stupido."
"Ma sbaglio o dovresti essere tu ad essere arrabbiata?" mi chiese con un sopracciglio alzato. A pensarci bene era così, ma adesso per colpa sua avevo anche io qualcosa da farmi perdonare.
"Non lo so più, cazzo. So solo che sono sull'orlo della disperazione." stavo letteralmente impazzendo, non sapevo neanche più perché mi preoccupavo così tanto di farmi perdonare da quel coglione di Federico quando lui aveva baciato un'altra.
"Bè, se vuoi risolvere con lui devi fare presto perché domani partiamo per la sosta nazionale."
"Non mi sei d'aiuto, croato." borbottai sotto voce volendolo strozzare. Qui dentro non se ne salvava uno, e io che lo avevo ritenuto l'unica persona che mi avrebbe potuto aiutare in quel momento.

Tornò ad allenarsi sorridendomi e nonostante avrei voluto prenderlo a sprangate, gli sorrisi anche io.
"Fate sul serio, allora." mi voltai e vidi Federico rivolgersi proprio a me. Sbarrai gli occhi e quasi non mi misi a saltellare dalla gioia per aver risentito dopo tanto la sua voce.
"Fede, posso spiegarti."
"Non c'è niente che tu debba spiegarmi." disse più freddo di un cubetto di ghiaccio.
"E invece si, Fede." gli dissi, mentre i miei occhi cominciavano a riempirsi di lacrime.
"Dopo averti visto in lacrime a causa mia, mi sono sentito uno schifo. Volevo riparare al danno che avevo fatto e già avevo chiesto ai ragazzi qualche gesto romantico per farmi perdonare, visto che io non sono per niente romantico. E sai come mi sono sentito quando ti ho visto baciare quel tizio? Mi sono sentito preso in giro, Kim. Io che ormai ti amavo più di me stesso. Di certo io non sono da meno, immagino tu ti sia sentita nella stessa maniera quando mi hai visto baciare un'altra. Ma ti giuro che mi aveva baciato lei, non ti avrei mai fatto del male Kim." si fermò riprendendo fiato mentre le lacrime gli bagnavano il viso. Nel frattempo, insieme a lui, avevo cominciato a piangere anche io. In quel momento, una pugnalata avrebbe fatto meno male.
"Fede, fammi spiegare. Ti prego." provai di nuovo mentre mi asciugavo le lacrime.

Andò via da me urtandomi un braccio e lasciandomi da sola in lacrime. Fu in quel momento che capii di averlo perso, forse definitivamente.

Mi Rey ||• Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora