Ce l'avevo a morte con mio padre. Quella partita era stata persa anche a causa sua e dei suoi cambi apparentemente inutili, oltre al fatto che nel secondo tempo la squadra aveva fatto una pessima prestazione. Ad ogni errore commesso mi usciva una bestemmia, e la voglia di andare in campo per picchiare quelle capre cresceva ogni minuto che passava.
Insomma, ci voleva qualcuno che li prendesse a sberle!A fine partita, mentre pensavo alle parole che avrei detto a mio padre subito dopo essere tornati a casa, sentii qualcuno chiamare il mio nome a gran voce.
A bordo campo c'era Federico che cercava di richiamare la mia attenzione tra gli schiamazzi della poca gente rimasta ancora nello Stadio, con la maglietta in mano anziché addosso. Mi avvicinai a lui con un sorriso da ebete, stampandogli un delicato bacio sulle labbra appena lo ebbi raggiunto.
"Tieni." mi porse la sua maglietta sudaticcia accarezzandomi con una mano i miei capelli, con lo sguardo afflitto per la sconfitta contro i blaugrana. Guardò i miei occhi per qualche altro istante, prima di ripoggiare le sue labbra sulle mie. "Ogni volta che sono triste, mi basta baciarti per stare anche solo un po' meglio." sussurrò sulle mie labbra con un filo di voce, e quasi non mi venne da piangere per l'emozione a sentirmi dire quelle cose. Potevo desiderare di meglio? Non credo.
"Ti amo tanto, Fede."
"Ti amo anche io, piccola." a rovinare il nostro bel momento fu quella capra di Miralem, che prese per un orecchio Federico nonostante fosse qualche centimetro più basso di lui.
"Ehi, devo salutare la mia ragazza!" si lamentò Federico, mentre veniva trascinato lontano da me.
"L'hai salutata già abbastanza." disse Miralem, facendo alzare inevitabilmente gli occhi al cielo a Federico.Tornammo in Hotel quando erano ormai le undici, con i miei occhi che imploravano di essere messi a riposare. Nel tragitto Stadio-Hotel stavo quasi per prendere sonno sulla spalla di Federico, il quale per fortuna non si era lamentato per niente, anzi, ebbe anche la gentilezza di accompagnarmi fino davanti alla porta della mia camera.
"Dio, sei un mostro." mi disse scherzosamente mentre cercavo di aprire la porta con la scheda, cosa che mi risultò praticamente impossibile. In quel momento stavo già pensando al mio adorato letto che mi avrebbe accolta da lì a poco. "Dà a me, è meglio." disse Federico, ridendosela. Mai in vita mia avevo avuto così tanto sonno.
Mi appoggiai allo stipite della porta con gli occhi semichiusi, potendo intravedere Federico portarsi i capelli dietro mentre sorrideva e si mordicchiava il labbro inferiore. Sbarrai gli occhi e mi misi sull'attenti, guardandolo attentamente per poter capire bene le sue intenzioni.
"Cosa c'è?" chiese lui, finto innocente.
All'improvviso, non so perché lo feci, mi avvicinai a lui e lo baciai appassionatamente. Federico ricambiò il bacio ancora più appassionatamente, facendo combaciare perfettamente i nostri corpi. Aprì la porta con un gesto semplice della mano e entrammo dentro, richiudendoci la porta alle nostre spalle. "Avevi sonno, eh?" disse Federico staccandosi da me per riprendere fiato. Mi prese in braccio e io ripresi a baciarlo, dopo aver sorriso al suo commento ironico.
Già, io ero quella che aveva sonno.//Oggi ho iniziato la scuola, quindi avrò meno tempo per poter aggiornare. Prometto che cercherò di aggiornare più o meno spesso.❣❣\\
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Mi Rey ||• Federico Bernardeschi
Fanfiction//Tratto dalla storia\\ "Ti odio! Non ne combini una giusta!" mi disse mentre cercava di riparare al danno che avevo fatto. "Se tu non mi avessi bagnata, io non sarei dovuta entrare in casa tua e io non ti avrei rotto il vaso!" mi misi sulla difensi...