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Ancora sotto shock per la rivelazione appena fatta, rimasi a guardarlo per un tempo indeterminato.
Sicuramente sembravo una ritardata mentale.
"E chi sarebbe questa ragazza?" gli chiesi facendo la finta tonta, quando in realtà lo avevo capito benissimo.
"Oh, non la conosci. L'ho conosciuta quando ero un calciatore della Fiorentina." come scusa?! Lo stava dicendo sul serio o mi stava prendendo per il culo?!
Dio, questo ragazzo.
"Ah, davvero? Anche io sto conoscendo un ragazzo. È un calciatore del Milan." mi misi a giocare al suo stesso gioco, visto che si vedeva lontano un miglio che stava cercando di farmi ingelosire. La sua espressione cambiò radicalmente da divertita ad arrabbiata.
Ben ti sta, brutto canguro.
"Come scusa? E chi sarebbe questo tizio?" era arrabbiato, e ci mancava pochissimo che non esplodesse dalla rabbia.
"Oh, non te lo dirò mai." misi le gambe accavallate e mi guardai le unghie delle mani, fiera di me stessa.
"Dimmelo."
"E una volta che te lo dico, cosa dovresti farci?"
"Andrò a Milano e lo picchierò così forte che si scorderà di te." mi fece un sorriso maligno mentre io lo stavo a guardare con gli occhi sbarrati, facendomi cedere nel dire la verità.
"Stavo scherzando, brutto deficiente." alzai gli occhi al cielo e lo feci sorridere soddisfatto per avermi fatto confessare. Odioso babbuino. "E chi sarebbe questa famosa ragazza? Perché sai, giusto domani sarei dovuta andare a Firenze." oddio, sembravo la sua ragazza psicopatica e lui il mio ragazzo malato di gelosia.
"Okay, okay. Stavo scherzando anche io." sorrisi e gli feci il dito medio.

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Non so perché, ma mi ritrovai ad aver accettato di fare un giro per Torino insieme a lui. Gli allenamenti erano finiti prima del solito, e giustamente aveva pensato bene di venire a rompermi le palle. Quando avevo accettato il suo invito, ero corsa di sopra a rendermi il più presentabile possibile, visto che appena sveglia facevo cagare.
"Dove mi porti?" gli chiesi quando eravamo già in macchina.
"Andiamo a prendere un gelato?" mi chiese per assicurarsi che io ne avessi voglia. Annuii felice, e mi ritrovai a pensare che per lui stavo letteralmente perdendo la testa.

"Che schifo il gelato alla nocciola." avevamo preso un gelato in una gelateria a caso, e adesso ci eravamo spostati a piedi in un parco lì vicino. Io, come facevo ormai da anni, avevo preso un semplice cono al gusto nocciola, mentre lui un cono alla fragola e fiordilatte.
"Vogliamo parlare della fragola con il fiordilatte?" dissi facendo una faccia schifata. Aveva finito il suo gelato da tanto ormai, e adesso stava bevendo l'acqua dalla bottiglietta comprata alla gelateria. "Oh guarda, sei sporco qui." presi un po' di gelato dal mio cono e gli sporcai tutta la faccia, facendolo sbarrare gli occhi.
"Sei una stronza patentata!" disse pulendosi la faccia con un fazzoletto.
"Scusami." feci la finta dispiaciuta e prima di tornare a gustare il mio gelato, mi ritrovai tutta letteralmente bagnata.
"Fede!!!" buttai il gelato per terra arrabbiata, vedendo che ero bagnata dalla testa ai piedi. "Sono tutta bagnata, cazzo!" mi strizzai la maglia fradicia, ma non potevo fare altrettanto con i pantaloncini e i capelli.
"Okay, non ti arrabbiare. Casa mia è vicina."
"Me ne frego!"
"Dai, era uno scherzo." disse ridendo del fatto che ero completamente bagnata. Dio, adesso gli mollavo un calcio là dove non batte il sole.
"Vieni. Andiamo a casa così puoi asciugarti." lo seguii incazzata, mentre lui per tutto il tragitto fino all'auto non faceva che chiedermi scusa.
"Stai zitto, per favore!" aprii lo sportello dell'auto ma un attimo prima di entrare lui mi fermò.
"Aspetta, così mi bagni il sedile!"
"Vaffanculo!"

Arrivati davanti casa sua, scesi dall'auto sbattendo lo sportello, proprio come lui odiava. Avrebbe dovuto ringraziarmi, perché avrei voluto sbattere la sua testa contro l'asfalto.
"Entra." aprì la porta di casa e mi diede la precedenza ad entrare.
Cos'è, voleva farsi perdonare? Col cavolo che lo perdonavo!
Aprii la porta con un calcio e quando la porta si aprì del tutto, sentimmo un rumore provenire da dentro. Entrai e vidi che dietro la porta c'era un vaso enorme, che a causa del calcio che avevo dato alla porta era caduto e si era rotto.
Ops.
"Ti odio! Non ne combini una giusta!" mi disse mentre cercava di riparare al danno che avevo fatto.
"Se tu non mi avessi bagnata, io non sarei dovuta entrare in casa tua e io non ti avrei rotto il vaso!" mi misi sulla difensiva io. Avevo ancora la voglia matta di scoprire come ci si sentiva a mollargli uno schiaffo.
"Non girare la frittata!"
"La frittata te la sbatto in faccia!"
"Viziata del cazzo!"
"Senti chi parla!" mentre ce ne dicevamo di tutti i colori, non ci accorgemmo di quanto ci eravamo avvicinati. Adesso potevamo addirittura sentire il rumore dei nostri respiri. "Ti odio!" continuai io, e prima di girare i tacchi e andarmene via, mi prese per la vita e mi baciò.

Mi Rey ||• Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora