3 anni dopo
Il campanello cominciò a suonare ininterrottamente, svegliandomi da un meraviglioso sogno che avrei volentieri continuato quando, chiunque stesse suonando, avrebbe capito che non sarei andata ad aprire neanche morta. Ripoggiai la testa sul cuscino solo dopo essermi assicurata che Christian stesse ancora beatamente dormendo, e chiusi di nuovo gli occhi cercando di ricordare dove avevo lasciato il mio sogno.
Solo dopo una manciata di secondi e il campanello cominciò a suonare di nuovo. Con un diavolo per capello mi alzai dal letto indossando la vestaglia, lanciai un'altra occhiata a Christian e cominciai a scendere le scale urlando a chiunque si trovasse aldilà della porta di smettere subito di suonare. Purtroppo, con mia grande sorpresa, - e direi anche con un pizzico di vergogna - mi accorsi che la persona a cui avevo praticamente urlato contro, altro non era che il postino. Completamente rossa per l'imbarazzo, mi affrettai subito a chiedere venia al ragazzo, che mi disse di non preoccuparmi anche se in realtà avrebbe voluto volentieri ridermi in faccia.
"Le chiedo scusa per averla svegliata, ma ho delle consegne da fare." mi disse il ragazzo, ancora divertito per la scenata da pazza isterica a cui aveva appena assistito. Guardai altrove per evitare l'imbarazzo, poi gli domandai se avessi dovuto firmare qualche documento. "Deve lasciarmi solo una firma, poi potrò portarle dentro i pacchi." proseguì, come se fosse lui a decidere tutto.
"La ringrazio per la gentilezza, ma posso farcela anche da sola." risposi, volendo mettere fine alla nostra conversazione il più presto possibile.
"Non credo che potrà farcela. I pacchi sono grandi e anche piuttosto pesanti." disse ancora, mettendosi da parte per farmi vedere più di una ventina di pacchi alle sue spalle che riempivano quasi completamente il mio spazioso cortile.
"Oddio Santo."L'arrogante e snervante ragazzo-postino andò via dopo circa dieci minuti, dopo essere uscito ed entrato consecutivamente da casa mia per spostare gli enormi pacchi dal cortile al salotto di casa mia. Nonostante fosse ampiamente spazioso, dopo circa cinque pacchi, il salotto sembrava averne già abbastanza.
Rimasta in completa solitudine, cercai di capire da dove provenissero i pacchi, assicurandomi che al loro interno non ci fosse un qualche genere di bomba atomica. Presi la busta che mi aveva lasciato il ragazzo-postino, e cominciai a leggere il contenuto delle varie lettere che si trovavano al suo interno.Un augurio speciale al mio nipotino. Stai diventando grande. Spero che il regalo ti piaccia.
- ClaudioIl tuo zietto bellissimo e super alla moda ti fa i suoi più cari e sentiti auguri, che questo giorno possa essere uno dei più importanti.
P.S Ricordati di me quando io sarò andato in pensione e tu sarai già diventato il calciatore più forte del mondo.
- PauloNon so se te l'ho già detto, ma grazie a me sei nato in un ospedale come si deve e non in una misera Porsche. Potrai ringraziarmi un giorno. Tanti auguri, nipotino.
- Douglas"Sono tutti per me?" Christian mi distrasse dalla lettura delle lettere apparentemente infinite, facendomi inevitabilmente sorridere al suo entusiasmo di ritrovarsi la casa sommersa di regali nemmeno fossimo a Natale.
"Sì, tesoro. Sono tutti tuoi." dissi, affiancandomi a lui per guardare insieme la marea di regali che gli erano stati spediti.
"Posso aprirli?" mi domandò, ammirando i suoi regali con gli occhi luccicanti. Mi inginocchiai alla sua altezza e lo guardai negli occhi, per poi stampargli un bacio sulla fronte.
"Forse dovremmo aspettare papà."
"Dai mamma, solo uno." piagnucolò, facendomi gli occhi dolci.
"E va bene, uno solo però." acconsentii, dandogliela vinta ancora una volta proprio come faceva sempre suo padre. Di solito non lo facevo, credevo che dargliela sempre vinta lo avrebbe reso un bambino viziato, ma quando mi implorava con quei suoi bellissimi occhietti che aveva ereditato da Federico, mi era praticamente impossibile dirgli di no.Mentre correva verso il suo primo regalo che aveva deciso di scartare, il campanello suonò. Ormai diventato troppo familiare, andai ad aprire decidendo che prima o poi lo avrei fatto cambiare. Aprii la porta e questa volta, invece che quell'insopportabile ragazzo-postino, colui che aveva suonato altro non era che il mio adorato maritino. Sorridente come sempre, si buttò letteralmente sulle mie labbra baciandomi in un modo che di casto aveva ben poco. Sorrisi nonostante tutto, poi mi staccai per evitare che Christian ci vedesse.
"Amore, c'è Christian che ci guarda."
"Buongiorno anche a te, piccola." mi fece l'occhiolino e andò a buttare il borsone degli allenamenti accanto al divano, rimanendo sconvolto alla vista degli enormi pacchi che occupavano l'intero salotto. "Cosa diavolo sono questi?" chiese, quasi inorridito.
"Domanda ai tuoi amici."
"Diavolo, eppure gli avevo detto di non esagerare."
"Credo che non abbiano compreso a pieno il concetto." risposi sorridendo, afferrandolo per la vita e alzandomi sulle punte con l'obbiettivo di unire nuovamente le nostre labbra.
"Papà!" sentimmo urlare, e io dovetti staccarmi velocemente da lui affinché potesse prendere in braccio suo figlio che gli stava correndo incontro. Federico lo prese al volo e lo alzò al cielo, sorridendo e facendo ridere a suo volta il piccolo Christian.
"Ehi, campione." urlò Federico, cominciando a sbaciucchiare suo figlio in un modo dolcissimo che mi provocò un tuffo al cuore per l'emozione.Mentre Christian parlava a suo padre del regalo che aveva da poco scartato, guardai entrambi sorridendo e rendendomi conto di quanto fossi fortunata ad avere entrambi. Da Christian spostai lo sguardo su Federico, che guardandomi sembrò capire quello a cui stavo pensando.
"Ti amo." mimò con le labbra, facendo diventare il mio sorriso più ampio.
"Ti amo." mimai a mia volta, e dopo avermi sorriso lo guardai riportare la sua attenzione su nostro figlio.Non potevo chiedere di meglio. Christian era il nostro regalo più grande, che ci ricordava di quanto fossimo fortunati ad averlo ogni qual volta spostavamo la nostra attenzione su di lui, riuscendo a renderci immensamente orgogliosi della famiglia che avevamo costruito. Insieme.
//ECCO L'ULTIMO CAPITOLO. Spero lo possiate apprezzare perché vi giuro che ho dedicato praticamente tutta giornata per scrivere questo capitolo. E non so che dire, sembra ieri il giorno in cui ho cominciato a scrivere questa storia. Ho raggiunto piccoli ma grandissimi traguardi solo ed esclusivamente grazie a voi, quindi vi ringrazio con tutto il cuore. Una serie di capitoli non sono di certo la perfezione, lo ammetto, visto che per un periodo per me un po' negativo mi è risultato difficile scrivere dei capitoli piuttosto carini. Ma levando tutto, la storia mi piace molto e spero sia piaciuta anche a voi. Per adesso penso che mi prenderò una pausa, ma presto tornerò con una nuovissima storia.
Deciderò con il tempo, nel frattempo voi consigliatemi quale vi piacerebbe di più leggere.
E niente, non mi dilungo troppo, archiviate la storia così che possa avvisarvi di una mia imminente pubblicazione di una nuova storia. A presto!❤❤❣❣\\*Wattpad mi sta dando problemi😑*
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Mi Rey ||• Federico Bernardeschi
Fanfiction//Tratto dalla storia\\ "Ti odio! Non ne combini una giusta!" mi disse mentre cercava di riparare al danno che avevo fatto. "Se tu non mi avessi bagnata, io non sarei dovuta entrare in casa tua e io non ti avrei rotto il vaso!" mi misi sulla difensi...