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Era la terza volta consecutiva che sbuffavo. La partita era finita da un pezzo e io ero ancora bloccata all'interno dello Stadio a causa di una nonnetta rompipalle che non voleva saperne di farmi passare.
Questi vecchietti fastidiosi. Non potevano starsene alle proprie case invece che dare fastidio ad altra gente?!

Mentre la vecchia signora mi rimproverava dicendo che noi ragazzi di oggi eravamo tutti dei maleducati, mi concentrai sui ragazzi della Juve che stavano lasciando definitivamente il campo.
Non lo avessi mai fatto.
La scena che mi si presentò davanti fu terribile, tanto che sembrava aver sentito spezzarsi qualcosa dentro di me.
Federico stava baciando un'altra ragazza a bordo campo e nonostante la sua faccia fosse palesemente schifata, sembrava che non ne volesse sapere di volersi staccare. Gli occhi mi si riempirono di lacrime in meno di qualche secondo, e la vecchietta finalmente cessò di blaterare a vanvera.

Non volevo crederci. In quel momento avrei voluto tanto che fosse tutto solo un brutto sogno. E invece, era tutto reale. Federico mi stava tradendo con un'altra a soli quattro giorni di distanza dal nostro fidanzamento. Volevo picchiarlo, bruciargli la casa e l'auto, ma niente avrebbe affievolito il dolore al petto che sentivo in quel momento.
Vedendomi il lacrime la nonnetta cercò di consolarmi chiedendomi per quale ragione stessi piangendo. Cazzo, quando se ne andava a casa sua quella vecchia megera fastidiosa?! In quel momento nessuno avrebbe potuto consolarmi, figurarsi una sconosciuta.

In lacrime, vidi Federico togliersi finalmente di dosso quella troia che sembrava aver incollato la sua bocca a quella di quello che credevo fosse il mio ragazzo. Le stava dicendo qualcosa ma quando il suo sguardo si posò sul mio viso sconvolto e rigato dalle lacrime, si bloccò sul posto sorpreso.
Brutto pezzo di merda, credevi che l'avresti passata liscia? Povero illuso.
Scesi le scale dello Stadio veloce come un fulmine dirigendomi verso di lui, sicura che quella volta sarei riuscita a togliermi lo sfizio di picchiarlo. E di conseguenza, accadde. Le mie cinque dita si andarono a parcheggiare dritte sulla sua guancia, facendo sentire il suono sonoro del mio schiaffo.

"Sei uno stronzo!" gli gridai, in lacrime. Nel frattempo, la ragazza con cui questo deficiente che mi ritrovavo davanti si era baciato, se la rideva di gusto divertita dalla scena a cui stava assistendo.
"Kim, ti posso spiegare!" mi disse lo stronzo cercando di farmi tornare in me, mentre si massaggiava la guancia dolente.
"Non c'è niente da spiegare! Hai baciato un'altra davanti ai miei occhi, cazzo! Cosa vorresti spiegare?!"
"Io ti amo, Kim. Ti prego, fammi spiegare." disse ancora, cercando di convincermi ad ascoltare le cazzate che avrebbe inventato sul momento.
"Vaffanculo, Bernardeschi!" lo spinsi via e corsi il più lontano possibile dai due stronzi.

No, non lo avrei perdonato tanto facilmente quella volta, non sapevo nemmeno se ci sarei riuscita in realtà. Mi sentivo usata, e mi aveva fatto troppo male per poterci mettere una pietra sopra tanto facilmente.

Mi Rey ||• Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora