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"Kim? Devi svegliarti, dobbiamo partire!" sentii la voce di mio padre richiamarmi dall'esterno della camera, riuscendo anche a sentire le innumerevoli volte in cui sbuffava. Qualcuno si mosse accanto a me nel mio stesso letto, cingendomi la vita con un braccio.
Federico.
"Cazzo." mi alzai velocemente dal letto indossando la prima cosa che mi capitò davanti, e cioè la maglietta di Federico, cominciando a bestemmiare come se non ci fosse un domani. "Fede, svegliati, mio padre è qui fuori!" saltai sul letto per cercare di farlo svegliare, ma in risposta lui cominciò a russare sempre più forte.
"Kim? Stai bene?"
"Papà, un attimo!" sbottai.
"Ma cos'è tutto questo chiasso?" mi voltai verso il letto e finalmente vidi Federico con gli occhi aperti, mentre si metteva a sedere sul letto portandosi una mano ai capelli.
Ma eravamo proprio sicuri che non fosse un modello?
"Ah bene, la bella addormentata si è svegliata!"

"Cosa succede?"
"Mio padre è qui fuori, razza di babbuino!" lo vidi sbarrare gli occhi e saltare giù dal letto in un nano secondo, cominciando a radunare tutte le sue cose da terra e consecutivamente impazzire perché non riusciva a trovare la sua maglietta, che avevo indosso io. 
"Ho io la tua maglietta." il suo sguardo si posò su di me e - quasi dimenticandomi di mio padre - cominciai ad arrossire come un pomodoro.
"Però, carina." fece un sorisetto malizioso portandosi di nuovo la mano ai capelli, in posa come un vero e proprio fotomodello.

"Kim, sicura di stare bene?" mio padre ci riportò entrambi alla realtà, cominciando a bussare sempre più forte.
"Devi andare ad aprire." mi disse Federico, guardando la porta come se fosse terrorizzato. Non osavo neanche pensare a come avrebbe potuto reagire mio padre se lo avesse visto nella mia stessa camera mezzo nudo. Immagino che sarebbe ritornato a Torino con almeno una gamba spezzata.
"Va bene." mi feci coraggio e mi diressi verso la porta, con le gambe che mi tremavano per l'agitazione. Aprii la porta molto lentamente, ben attenta a non aprirla del tutto. Mio padre tirò un sospiro di sollievo quando mi vide, portandosi una mano in faccia.

"Sei impazzita, per caso?! Mi hai fatto preoccupare!"
"Scusami, papà." mi morsi il labbro inferiore cercando di sembrare tranquilla, cosa che mi risultava piuttosto difficile.
"Ti aspettiamo di sotto, va bene?" annuii cercando di fare un sorriso più o meno credibile. All'improvviso, prima ancora che mio padre potesse avvicinarsi per darmi un bacio in fronte, sentimmo un rumore provenire dall'interno della stanza. Chiusi ancora di più la porta cominciando a sudare freddo, facendo finta di non aver sentito niente. "Hai sentito anche tu?" chiese cercando di guardare all'interno della stanza.

"Non ho sentito niente." lui mi guardò con un sopracciglio alzato, facendomi capire che non se l'era bevuta.
"Ci vediamo di sotto." annuii ancora e lo salutai con un sorriso fintissimo, ricevendo in risposta un'occhiataccia.
Mentre stavo per rientrare nella camera mio padre mi richiamò di nuovo, facendomi bloccare sul posto.
"Kim, un'ultima cosa."
"Dimmi."
"Sai dov'è Federico?" a quella domanda pensavo che avrei ceduto a dirgli la verità-  essendo una pessima attrice - ma con tutte le forze che avevo in corpo riuscii a mentire ancora.
"No, non lo so." annuì e andò via definitamente.

Quando rientrai nella camera vidi Federico disteso per terra con la faccia dolorante, e mi fu praticamente impossibile non scoppiare in una fragorosa risata.
"Cosa diavolo hai fatto?" gli chiesi mentre lo aiutavo a rialzarsi.
"Sono caduto, non si vede?" si toccò la schiena dolorante, facendomi ridere ancora di più. All'improvviso, sentii arrivare un conato di vomito, smettendo subito di ridere.
"Cosa c'è?"
"Mi viene da vomitare."

Mi Rey ||• Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora