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A causa dello spettacolo che stavamo dando io e Federico, la partita rischiava di cominciare in ritardo. I tifosi non erano in disapprovo riguardo a quello che stavamo facendo, e nemmeno i giocatori, erano gli uomini della sicurezza che stavano dando fin troppo fastidio.
"Ehm ... ragazzi? Scusate se disturbo il vostro momento intimo, ma la partita dovrebbe cominciare a momenti." Rugani fu l'unico che ebbe il coraggio di venire a disturbarci, ma venne messo a tacere da un lamento di disapprovo da parte di Federico. A quel punto intervenni io, staccandomi dalle sue labbra, anche se controvoglia.

"Fede, stiamo dando spettacolo." dissi imbarazzata, con lo sguardo basso sulle mie scarpe. Ero talmente a disagio che non avevo neanche il coraggio di guardarmi intorno per vedere i volti di coloro che ci stavano a guardare, cioè tutti. Stavo già pensando a un modo per cambiare identità dopo quello che avevo fatto.
"Avresti dovuto sapere i rischi a cui andavi incontro." disse lui sorridendo, per niente preoccupato della situazione in cui eravamo.
"Certo che ne ero a conoscenza, ma ero talmente disperata che in quel momento era l'unico modo che avevo per farmi perdonare e farti capire quanto ti amo." gli dissi, guardandolo negli occhi.

"Ne parleremo quando saremo soli e in un luogo più appartato, adesso non mi sembra proprio il momento." mi lasciò un piccolo bacio sulle labbra e mi sorrise di nuovo. "Ti amo tanto, piccola." il mio cuore cominciò a saltellare dalla gioia per le sue parole, sembrando che da un momento all'altro dovesse scoppiarmi nel petto dalla felicità. Prima che potessi riuscire a rispondergli, qualcuno mi prese poco gentilmente per un braccio.
"Bene, adesso deve andare via señorita, o sarò costretto a dover fare intervenire la polizia." l'uomo della sicurezza a cui avevo tirato un bel calcio là dove non batte il sole, infilò le sue unghie nel mio braccio facendomi quasi gemere dal dolore.

"Lasci stare la mia ragazza o può già cominciare a cercarsi un nuovo lavoro." sbarrai gli occhi e guardai Federico, il quale stava guardando l'uomo al mio fianco poco amichevolmente. Subito mi prese il panico, ripensando a come aveva reagito quando avevo baciato Mario, con la paura che potesse reagire nella stessa identica maniera.
"No Fede, ha ragione lui. Ci vediamo questa sera, ve bene? E lei mi lasci, so camminare anche da sola!" scostai violentemente la mano di quell'imbecille dal mio braccio, salutando Federico con un altro bacio sulle labbra, sperando di farlo calmare. Aveva ancora quello sguardo omicida dipinto sul volto.

Mentre uscivo dal campo, tutti i tifosi presenti nello Stadio cominciarono ad applaudirmi come se fossi una divinità del calcio, e io ricambiai quel gesto sorridendo a tutti, a disagio più che mai.
Anche se avevo pagato il biglietto per l'entrata, decisi di uscire dallo Stadio definitivamente, pensando che il mio obbiettivo era stato compiuto e che, anche se giocava la mia Nazionale, stare nello Stadio con tutti gli occhi che sarebbero stati puntati su di me per tutto il tempo, sarebbe stato troppo imbarazzante.

Uscita dallo Stadio, presi in mano il cellulare e digitai il numero di Mario.
"Kim, finalmente! Allora, com'è andata? Non vedevamo l'ora che ci telefonassi." sorrisi sentendo il tono preoccuoato di Mario e cominciai a raccontare per filo e per segno com'era andata la pazzia che avevo deciso di fare, sorridendo come un ebete per tutto il tempo mentre me ne andavo in giro per le strade quasi deserte della capitale spagnola.

Erano le undici quando decisi di rifugiarmi sotto il portico dell'Hotel dove sarebbe arrivato il pullman della Nazionale, che avevo scoperto facendo alcune ricerche su internet. Non era ancora arrivato, ma qualche minuto prima avevo ricevuto un messaggio da Federico, che diceva che sarebbero arrivati a momenti.
Avevo passato l'intera serata per le strade di Madrid, concentrandomi quasi esclusivamente sullo shopping.

In lontananza vidi finalmente arrivare il pullman degli Azzurri e vedere scendere Federico per primo.
"E tutte queste buste?" mi chiese, dopo avermi dato un bacio sulle labbra.
"Sono andata a fare shopping mentre aspettavo che la partita finisse." dissi sorridendo e sventolando in aria le tre buste che avevo in mano. "Ho visto su internet che avete perso, mi dispiace tanto Fede."
"Non è colpa tua, la colpa è nostra. Abbiamo giocato molto male, tutto qui." annuii poco convinta, cercando il suo sguardo che però non riuscii a trovare. Era evidentemente dispiaciuto.
"Oh, eccola qua la fidanzata di Bernardeschi. Finalmente ti conosco. Sono Andrea Conti, il migliore amico di Federico." vidi Federico alzare gli occhi al cielo e dare una gomitata a colui che si definiva il migliore amico del mio ragazzo.
"Ah si? E da quando, Andrea?" chiese Federico chiaramente in disaccordo.
"Da sempre, stupido!"
"Smettila di cercare di fare colpo sulla mia ragazza." sentii Federico marcare per bene la parola mia, e vedere sbuffare Andrea alle parole dell'attaccante juventino. Sorrisi a quella scenetta divertente ed entrai nell'Hotel insieme ai ragazzi, con Federico che mi teneva un braccio sulle spalle e mi guardava con quello sguardo tipico di chi era innamorato perso.

//Allora, innanzitutto volevo solo dire che alla partita contro l'Israele ero quasi sicura di poter vincere 2 a 0 o anche di più, poi vabbè abbiamo vinto a stento 1 a 0... lasciamo stare altrimenti qui si apre un dibattito lungo quanto la Bibbia. Oggi ho sentito che molto probabilmente sabato giocherà Bernardeschi titolare, e quindi asbdididnwjxosk sono amozionatissima anche se non la potrò vedere tutta perché è il mio compleanno.😑😑 COMUNQUE, ditemi nei commenti se la storia vi sta piacendo e se anche questo capitolo vi è piaciuto, è che ultimamente sono un po' stressata e sembra che stia scrivendo dei capitoli schifosi😁😁😢❣❣\\

Mi Rey ||• Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora