Capitolo 4 - la prima sera

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Bucky mi lascia sistemare in quella che è la mia stanza. Non vedevo l'ora di indossare degli abiti puliti, dopo un mese trascorso in un'umida cella. Scopro con grande piacere che all'interno della camera è compreso un bagno, sollevandomi dall'imbarazzo delle docce comuni. Senza indugiare ulteriormente vado a fare una doccia calda, per lavare bia tutta la tensione accumulata. Mi sporgo per prendere lo shampoo e noto che quello ed il docciaschiuma sono dei miei aromi preferiti. Non mi stupisco troppo, però. Dopotutto lo S.H.I.E.L.D. è una rete di stalking.
Mi trattengo nella doccia probabilmente più del dovuto, ma finalmente la sensazione dell'acqua sulla pelle mi fa perdere la cognizione del tempo. Mi avvolgo in un accappatoio e prendo un asciugamano, che uso per avvolgere i capelli.
Appena esco dal bagno vengo sorpresa da qualcuno sullo stipite della porta. Per lo spavento, quasi lascio cadere l'asciugamano.
"Bucky!" esclamo.
"Mi hai spaventata" lo rimprovero.
"Scusa, volevo solamente dirti di fare in fretta o arriveremo tardi per cena" mi avvisa.
"Non potevi aspettare?" chiedo incrociando le braccia.
"Ero tentato di entrare in bagno per dirtelo" ammette.
"Okay, allora hai fatto bene" le mie guance prendono colore. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se fosse entrato davvero.
"Ora esci, per favore. Devo prepararmi" lo spingo fuori dalla camera.
Mi chiudo la porta alle spalle prima che possa ribattere. Eppure sorrido.
Non so se impegnarmi davvero oppure vestirmi un po' casual.
È la prima sera, sii un po' più elegante
, mi dico. Così faccio. Aprendo l'armadio vado alla ricerca di qualcosa che fosse adatto, rendendomi conto che tutti gli abiti all'interno sono della mia taglia. Dopo un'interminabile ricerca opto per una camicia bianca ed un paio di jeans. Aprendo un cassetto trovo anche alcune paia di scarpe. Perfetto.

Bucky è ancora sulla porta ad aspettarmi. Anche lui è più o meno elegante. Indossa una camicia grigia ed un paio di jeans scuri. Mi devo obbligare a non fissarlo, anche se è difficile.
"Andiamo?" chiede porgendomi un braccio. Rido e ci incamminiamo. Steve ci raggiunge poco dopo, di fronte all'ascensore.
"Ma che eleganza" scherza guardandomi.
"Zitto" sorrido.
Appena l'ho visto avvicinarsi mi sono allontanata da Bucky, più istintivamente che per altro.
"Hai già la stanza, immagino" commenta.
"Sì, è di fianco alla tua" rispondo distrattamente.
"Di fronte" mi corregge Bucky, infatti.
"Giusto, di fronte" perché è arrivato? Stavo così bene sola con Bucky... ma Steve non sembra capirlo, perché continua a parlare con entusiasmo. Finalmente le porte di fronte a noi si aprono.
"Piano terra!" esclamo entrando in ascensore.
"No" mi arriva la risata del moro accanto a me.
"Primo piano" mi corregge.
"Stessa cosa" sbuffo. Bucky continua a ridere. A prima vista non avrei mai immaginato che fosse così solare. È veramente una persona con cui passerei giorni e giorni.
"Cosa propone il menù?" chiedo curiosa una volta arrivata in una delle sale mensa. Sono estremamente di buon umore, forse è solo l'idea di un pasto come si deve o forse è solo la presenza di Bucky. Probabilmente la prima.
"Morivo di fame" ci sta mettendo troppo impegno. Vedo che dal tavolo più affollato mi fissano quasi tutti.
"Lasciali perdere" mi consiglia Steve.
Scopro che fortunatamente la mensa non è che un semplicissimo self-service, e non qualcosa di troppo sofisticato come mi aspettavo.
Dal tavolo centrale, quello affollato, continuano ad arrivare battutine, principalmente da una persona. Non saprei se definirlo uomo o ragazzo, non capisco bene la sua età, da dove mi trovo. Avvicinandomi di più direi che è un uomo.
"Lasciala stare, Tony" lo riprende Steve.
Ora è chiaro. Tony Stark, sì. Steve e Bucky sono più avanti rispetto a me, e non appena mi riavvicino stanno parlando.
"Steve, c'è un posto solo, stai tranquillo, vai tu. Io e lei ci siederemo da qualche altra parte" segretamente il mio cuore ha fatto una piroetta.
"Vai, non preoccuparti di noi" sostengo il moro.
"Ne siete sicuri?" chiede Steve. Perchè non lascia perdere, una buona volta?
Io e Bucky rispondiamo insieme. Abbasso lo sguardo imbarazzata.
"Va bene allora" cede alla fine Steve, e si allontana, andando a sedersi con gli altri Avengers.

"Vieni con me" mi dice Bucky, portandomi verso un tavolo isolato. "Da qui non possono vederci" spiega il ragazzo. Io sorrido. Appena ci sediamo Bucky ricomincia con le domande.
"Che te ne pare di questo posto?"
"Mi lascerai mai in pace?" rido.
"No, non credo" giurerei di aver visto qualcosa, nei suoi occhi.
"Okay. Che me ne pare? Non saprei... è davvero così grande. Rischio di perdermi, cioè, mi perderò sicuramente, ma non fa niente. Ho solo una domanda"
"Certo"
"Cosa c'è nella parte separata del Compound? L'ho vista dalla finestra della mia stanza. Non me ne avevi parlato" noto nel suo sguardo una traccia di esitazione. Alla fine cede con un sospiro.
"Laboratori" sussurra.
"Laboratori?" chiedo interessata.
"Sì, ma non posso dirti altro. Non chiedere a nessun altro di quel posto" mette fine bruscamente alla conversazione, lasciandomi nella testa altre mille domande. Ha davvero risvegliato la mia curiosità.
"D'accordo... mangiamo, sto morendo di fame" cambio argomento con un sorriso.
Ma la tensione è ancora palpabile.

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Eccoci alla fine di un altro capitolo
Spero che la storia vi stia piacendo, e se è così condividetela con cane,
gatto, pesce rosso, prete e nonna.
No, vabbè.
Alla prossima!

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