Capitolo 13 - Shopping

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Il resto della giornata era passato tranquillamente. Bucky si è allenato tutto il pomeriggio, quindi ho trascorso un po' di tempo con Steve.
Abbiamo parlato di Lily e della sua ossessione, e Steve sembra averla presa bene.
Fin troppo, a parer mio.

La mattina seguente vengo svegliata da alcuni leggeri colpi alla porta.
"Sono io" la voce di Bucky.
In risposta gli arriva solamente un lamento da parte mia, non essendomi ancora del tutto destata.
"Se hai intenzione di andare a quella maledetta festa cos'hai intenzione di mettere? I jeans non sono ammessi, lo sai, vero?" mi prende in giro.
"Bucky, sai che non sono attiva fino alle 8... lasciami in pace" mi lamento.
Lui ride.
"Non so cosa metterò, ma ho la fortuna di lavorare in un negozio di abbigliamento, mi inventerò qualcosa" ricaccio la testa sotto il cuscino.
"Okay... io pensavo ad una camicia bianca e una giacca nera. Che ne pensi?" che sia dannato lui e il modo in cui mi conosce. Non deve dirmi certe cose.
"Mi vuoi morta? No perchè ci stai riuscendo fin troppo bene" alzo gli occhi al cielo.
"Il problema è che non ho né una né l'altra" mormora avvicinandosi.
"Mi toccherà andare a comprare tutto" finge innocenza.

Esasperata gli grido l'indirizzo del negozio, e lui, trionfante, esce dalla mia camera.

Decido che è inutile aspettare oltre e comincio a prepararmi. Non ci metto tutta la cura di ieri, ma sono comunque... carina? Se posso farmi i complimenti da sola sì, lo sono.
Oggi mi sono permessa una gonna color cipria al ginocchio piuttosto aderente e una maglietta bianca con le frange.
Sì beh, non male.
Avendo tempo sistemo i capelli in boccoli piuttosto ordinati. Di certo più del solito.
Esco dalla stanza e sfortunatamente incontro Bucky.

"Ehi ehi dove vai così vestita? Potrei ingelosirmi dello specchio" arrossisco.
"Lavoro in un posto di un certo livello. Non posso permettermi un look trasandato" spiego.
"Pensavo avessi solamente pantaloni, in quell'armadio" scherza.
"So essere elegante anch'io. Ora devo andare, a dopo" gli dò un rapido bacio e faccio per allontanarmi, ma lui mi prende la mano.
"Sbaglio o devo venire anch'io?" mi ricorda.
"Lasciami il tempo di cambiarmi, devo essere perlomeno presentabile accanto ad una ragazza così bella" appena entra in camera posso lasciar andare un sonoro sospiro.
È ufficiale: o mi vuole morta o vuole farmi impazzire.

Nemmeno due minuti dopo è di ritorno. Poi quella elegante sono io. Ovvio.
Indossa un paio di jeans neri e una maglietta bianca, mentre in mano tiene una giacca dello stesso colore dei pantaloni.
"Secondo te sono alla tua altezza?" chiede.
Non so cosa rispondere. Davvero.
"Credo dovrò chiedere a Steve la moto... o arriveremo tardi" riflette. Poi mi guarda le scarpe.
Un paio di tacchi bianchi.
"O forse è meglio prendere la macchina" si corregge.

Tony cede abbastanza velocemente e in un attimo ci troviamo in garage, di fronte ad un'elegantissima Spyder R8 bianca.
"Se gliela graffiamo ci ammazza" avverto Bucky.
"Ah lo so" sorride mettendosi alla guida di quella meraviglia.

Durante il tragitto mi sorge un dubbio.
"Se per portarmi al lavoro fai tutto questo quando andremo alla festa mi porterai a cavallo o cosa?" scherzo.
"Buona idea"
"Cosa? No, stavo scherzando, io..." cerco di dissuaderlo.
"Tranquilla, scherzavo anch'io" prende un paio di occhiali da sole e li indossa.
Fantastico. È ufficialmente la persona più bella di tutta New York, se non dell'intero mondo.

Appena parcheggiato, quasi di fronte al negozio, mi apre lo sportello e mi porge la mano.
Io sorrido, mentre le mie colleghe ci guardano a bocca aperta.
Sì, sono in completo imbarazzo, lo ammetto.
Mi accompagna fino al bancone.
"Buongiorno signorina" mi saluta come se non avessimo passato tutta la mattina insieme.
"Buongiorno a lei. Desidera?" gli reggo il gioco.
"Avrei bisogno di un completo... devo accompagnare la mia bellissima fidanzata ad una festa, ma non ho nulla da mettere" si fnge mortificato.
"Non c'è problema, ci pensiamo noi" sorrido.

You remember? I do || Bucky Barnes ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora