Capitolo 5 - sogni d'oro

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Il resto della cena passa velocemente, tra battute e risate.
"Ti riaccompagno in camera" propone Bucky.
"No, non c'è problema, posso fare da sola" ribatto.
"La mia non era una domanda" sorride. Se avessi potuto sciogliermi probabilmente l'avrei fatto.
"Ti... ti mette a disagio?" chiede preoccupato.
"Cosa? No, assolutamente. È solo che nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me" ammetto, mentre le mie guance prendono colore.
"Ti va, quindi?" domanda speranzoso.
"Certo" ormai ho lo stesso colore di un peperone.
Fortunatamente Bucky l'ha notato e non mi chiede nulla durante il tragitto.
"Ora che fai?" chiede una volta di fronte alla porta.
"Credo mi metterò in pigiama e andrò a dormire" rispondo. Mi sembrava fosse ovvio.
"Mmm"
"A cosa pensi?"
"A cosa potrei fare io"
"Che ne dici di fare la stessa cosa?" rido.
"Penso che farò così" sorride a sua volta.
Restiamo in un imbarazzato silenzio per qualche secondo.
"Allora io vado. Buonanotte" si congeda Bucky con un sorriso. Ma prima di andarsene mi bacia su una guancia. Poi si allontana.
Io entro in camera, ancora col sorriso sulle labbra.
Mi volto di scatto e riapro la porta.
"Ti va di restare?" chiedo d'impulso. Il moro si volta con un sorriso beffardo sul volto.
"Solo se ti va, ovviamente" aggiungo.
"Sicura di non avere troppo sonno?" domanda. Io annuisco vivacemente.
"D'accordo allora. Vado a cambiarmi e torno" si volta di nuovo e sparisce dietro l'angolo.
Io rientro velocemente nella mia stanza e cerco qualcosa di almeno vagamente simile ad un pigiama, mentre nella mia mente mi maledico per non essere stata zitta. Finalmente tropo qualcosa da indossare. Un paio di pantaloncini blu e una maglietta bianca, a mio parere fin troppo trasparente, a maniche corte. Lo indosso il più in fretta possibile e lego i miei capelli chiari in una coda.
Finisco appena prima di sentire dei leggeri colpi alla porta.
"Entra" dico.
Bucky indossa un pigiama grigio. Il grigio è decisamente il suo colore.
"Che ti va di fare?" mi chiede.
"Non so. Cosa fanno qui le persone?" domando a mia volta, sedendomi distrattamente sulle lenzuola chiare.
"Non ne ho idea. Cioè, sì. Mangiano, perlopiù" ride.
"Ora sì che mi sento a casa" lascio andare un sospiro fin troppo teatrale, suscitando l'ilarità di Bucky.
"Non credo tu possa mangiare" dice lui fingendosi sconsolato.
"E perché no?" sollevo un sopracciglio.
"Le cucine sono chiuse a quest'ora, è vietato l'accesso" mi spiega.
"E chi l'ha detto?" sorrido, con fare di sfida.
"Cos'hai in mente...?" non l'avesse mai fatto.
"Vieni" lo prendo per mano e lo porto fuori dalla stanza.

Andiamo fino all'ascensore, poi fino a quelle che penso siano le cucine.
"Ora fai piano" sussurro.
"Non dirmi che fai tutto questo solo per mettere in bocca qualcosa!" si lamenta lui.
"Non qualcosa. Io non riesco a dormire se prima non ho mangiato tre Oreo" lo informo.
"Sei incredibile" sbuffa.
"Lo so" sorrido e mi volto verso le credenze.
Bucky si guarda intorno preoccupato, sicuro che qualcuno sarebbe comparso da un momento all'altro e ci avrebbe sorpresi in mezzo agli scaffali.
"Come credi potremmo fare?" mi chiede.
"Diffidente" dico solamente.
"Guarda e impara" certo, detto da una ragazzina ad uno dei maggiori serial killer della storia... okay, basta. Pensa agli Oreo.
Furtivamente mi introduco nella cucina, senza nemmeno sapere se ci siano i tanto agognati biscotti. Faccio per dirgli di seguirmi, ma appena mi giro lo trovo dietro di me. Fin troppo vicino.
"Spaventata?" scherza.
"Cretino"
Continuo nella mia ricerca, finchè Bucky non richiama la mia attenzione.
"Bingo" esclama mostrandomi il pacchetto.
"Ora andiamo" comincio ad avviarmi, ma il ragazzo mi ferma.
"Troveranno le briciole. Dobbiamo mangiare qui" spiega.
I tre biscotti diventano di più, e tra cibo e risate si fanno quasi le due di notte.
"Cosa ci fate voi qui?" chiede una voce piuttosto irritata.
Un Tony Stark assonnato ed arrabbiato si para di fronte a noi.
"Noi... noi stavamo" comincio, quando Steve compare da dietro l'angolo.

"Steve?" chiedo.
"Jean..." fa per giustificarsi.
"Bucky?" domanda a sua volta rivolgendosi all'amico.
"Steve!" lo richiamo.
"Ragazzina" Stark si rivolge a me.
"Tony" lo rimprovera Steve.
"Non ci sto capendo una mazza!" esclamo.

"Andatevene a dormire" Tony liquida tutti con un gesto della mano andando a prendere una tazza, dell'aqua calda e una bustina di the.
"Cosa stavate facendo?" ci chiede Steve avvicinandosi a noi.
"Cosa vuoi che stessi facendo? Stavo mangiando" è fin troppo ovvio, conoscendomi.
"Da te me lo sarei aspettato. Ma da te, Bucky..." il moro gli lancia un'occhiata di rimprovero.
"D'accordo, sapete che c'è? Ho sonno, vado a dormire. Buonanotte" perfino Stark gli dà la buonanotte. Qui c'è sotto qualcosa.
"Dovremmo tornare su" osserva Bucky.
"Direi di sì" concordo io.
"Credo facciate bene" conferma la voce di Tony.
Torniamo all'ascensore senza troppa fretta, anche se, in effetti, la stanchezza si fa sentire.
"Non ti reggi in piedi, eh?" nota Bucky.
"No. Sto bene" mento.
"Okay" lascia cadere il discoro.
Finalmente arriva l'ascensore e possiamo tornare nelle nostre camere.
"Quindi... buonanotte" gli dico.
"Sogni d'oro" mi bacia sulla guancia. Per la seconda volta, stasera.
Appena gira l'angolo rientro in camera. Vado in bagno e mi sciacquo il viso con dell'acqua fredda. Poi entro in un vero letto, per la prima volta dopo un mese.

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Signore e signori è finito un altro capitolo.
Vi ricordo di condividere questa storia anche con la rana che sta nel laghetto a 500 metri da casa vostra.

E niente, ciauz a tutti

You remember? I do || Bucky Barnes ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora