Capitolo 34 - ti ricordi?

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"Steve, mi manca. Davvero tanto" non riesco a guardarlo negli occhi.
"Lo so. Manca anche a me. Devi solo cercare di non pensarci" mi consiglia.
"Sì... forse hai ragione" riesco ad alzare lo sguardo.
"Certo che ho ragione" mi sorride.

Mi lascia sola quando è veramente sicuro che non ricadrò nei ricordi.
Da un po' di tempo avevo l'intenzione di scrivere tutto, ma mi era sembrata una cosa decisamente stupida.
Ora invece prendo carta e penna, sedendomi alla scrivania.
Solo la prima parola mi fa sentire un peso sullo stomaco.

Bucky.
Mi manchi così tanto...
Le giornate passano lente, senza di te. Probabilmente non te ne accorgi, ma è così.
Sono passati due mesi da quando ti ho perso, e non c'è attimo in cui non vorrei averti qui.
Ricordi come ci siamo conosciuti? Eri venuto a salvarmi, già.
Ti ricordi? Io sì.
Mi hai salvata così tante volte... eppure io non ho mai salvato te. È il mio più grande rimpianto.
Ti ho anche lasciato, sono stata obbligata, ma sappi che anche se non sei sotto i miei occhi ti trovi nel mio cuore.
L'altro giorno ho acceso la televisione. C'era il nostro film, e mi ha fatto riflettere.
Non posso dimenticarmi di vivere. Steve mi ha aiutata a capirlo.
Per questo sto scrivendo: per mettere fine alle mie sofferenze.
Mi dispiace doverlo fare.
Questo non vuol dire che ti dimenticherò, anzi.
Vuol dire che ti aspetterò con un sorriso, invece che con delle lacrime. È una grande decisione.
Dovrei raccontarti un'infinità di cose, ma non sono brava con le parole. Non lo sono mai stata.
Per questo mi sto limitando all'essenziale.
Il senso di questa cosa, che non saprei nemmeno come definire, è che ti aspetterò.
Per sempre tua,
Jean

Rileggo quello che ho scritto più e più volte.
Sinceramente? Spero che nessuno venga mai a conoscenza di questa lettera.
Così la chiudo nel cassetto del comodino, sperando di dimenticarla.
Comunque nonostante le parole messe insieme e senza un senso compiuto penso davvero tutto ciò che ho scritto.
Non posso continuare ad essere triste.
Se mi guardo indietro vedo solamente buio, e non voglio vivere così.
Decisamente no.

Prendo un po' di coraggio e torno in mensa.
"Scusate per prima" mi rivolgo alla squadra, che è l'unica presente, in realtà.
"Fa nulla. Come mai hai cambiato idea?" mi chiede Clint.
"Non hai di meglio da fare, Legolas?" adoro i nomignoli che Tony ha affibbiato a tutti.
Stranamente non a me.
"Tranquillo, è tutto a posto" dev'esserci qualcosa di diverso, in me, perchè mi crede.
"Che è successo? Devo essermi perso qualcosa" povero ingenuo Thor.
"Va tutto benissimo, in realtà" sorrido spensierata, per la prima volta dopo mesi.
"Bentornata nel mondo" Tony mi passa un braccio sulle spalle.

Stranamente il resto della serata passa ridendo. Sì. Ho riso tutta la sera.
Più che altro i ragazzi, pensando che stessi solo scherzando, hanno deciso di farmi divertire.
Sarebbe andato tutto bene se non avessero deciso di scambiarsi le divise.
Quindi alla fine un Tony estremamente realizzato si è trovato a impersonare un egocentrico Captain America, e abbiamo tutti scoperto che Thor non riesce a stare nelle armature, a della sua troppo piccole.
Clint in versione Vedova Nera, invece, è una delle scene migliori della mia vita.
"E tu? Riuscirai a diventare il potente Dio del Tuono? mi sfida Sam.
"Vuoi vedere?" rispondo a tono.
"Sì, voglio vedere" alza un sopracciglio.

Ovviamente mi arrendo ancora prima di provare.
"Non lo faccio solo perchè so che ne sono in grado. Vi farei venire dei complessi di inferiorità abbastanza pesanti" mi pavoneggio.
Torno a sedermi tra gli insulti di Sam.
"Complessi? Hanno menti troppo ristrette, non sopravvivrebbero" mi dice Nat appena le sono accanto.
"Parla per gli altri!" interviene Tony.
Tutti ridono. Mi ero quasi dimenticata questa sensazione. Cosa mi sono persa.

"Sei veramente ubriaca?" grida Steve esasperato.
"No, non lo sono" è la verità. È stato Tony ad ingigantire la cosa.
"Quante dita sono?" chiede.
"Due. Giuste per accecarti" rispondo scontrosa.
"Okay, non sei ubriaca" si convince. Alla buon'ora.
"Qualche anima che mi accompagni in camera?" esclamo. Non ho voglia di andare da sola, altrimenti qui continueranno a fare festa.
"Vai tu, così io chiudo qui" Steve si rivolge a Tony.
"Non osare chiudere il mio bar!" si finge indignato.

"Quanti ne hai bevuti?" mi chiede quando siamo soli.
"Cinque" rispondo senza riuscire a trattenere un sorriso.
"Cinque? Buon Dio, ragazza, hai la tolleanza più alta che abbia mai visto!" ride.
"Se hai bisogno di qualcuno che ti porti a casa dopo una festa sai chi chiamare" scherzo.
"Lo terrò a mente"
"Non ti ho ancora ringraziato. Per tutto, prima che tu possa chiedertelo" dico quando arriviamo di fronte a camera mia.
"Di nulla. Mi stai simpatica, in fondo. Ma molto in fondo" si appoggi allo stipite.
"Mi hai migliorato la giornata" rido.
"Notte Jean" mi bacia su una guancia.

Avete presente il fratello maggiore che non avete mai avuto?
Beh, a quanto pare io ne ho due.
Uno è un super soldato rimasto congelato per settant'anni.
L'altro è un genio, miliardaio, playboy, filantropo.

Quella notte faccio un sogno assurdo.
Sono di nuovo piccola, ma accanto a me non c'è Steve. Sembra... Tony, anche se molto più giovane.
"Ehi Peg" saluta mia nonna.
Poi mi si avvicina con un largo sorriso.
"Eccola la mia piccolina!" esclama prendendomi in braccio.
Decisamente il sogno più strano che potessi fare.

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E, signore e signori, Jean è uscita dalla depressione!
Facciamo tutti i complimenti a questa santa ragazza.
COMUNQUE PARLIAMO DELLA JEAN+TONY.
Perchè, madonna, al massimo come BROTP, ma come ship vera e propria... no, dai.
E poi che nessuno osi rovinarmi la Stony, eh.
Vi amo tuttiii.
Besos.

You remember? I do || Bucky Barnes ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora