Capitolo 26 - Titanic

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*Consigliata la lettura del capitolo ascoltando My Heart Will Go On. Grazie dell'attenzione*

Vengo svegliata da... My Heart Will Go On? Sì, esattamente quella.

"Buongiorno. Fatto un buon riposino?" mi sorride Bucky.
"Dove siamo?" chiedo ancora assonnata.
"A Belfast, tesoro" no, fermi tutti. Mi ha appena chiamata tesoro?
"A Belfast? Dovremmo essere a New York, se non sbaglio" non sto capendo, lo ammetto.
"Si va a vedere il Titanic" il suo sorriso si allarga.
No. Non è vero. Non mi ha davvero portata a Belfast a vedere il museo solo perchè una volta scherzando avevo accennato a questo fatto.
E invece sì. Sì, e siamo qui.

"Non ci sto credendo" quasi piango dicendoglielo, all'entrata del museo.
"Ho chiamato Tony dicendogli che saremmo stati fuori un giorno in più, stanotte. Ne valeva la pena" ci troviamo di fronte all'immensa scritta TITANIC.
"Bucky... non so cosa dire. Grazie, io... grazie" lo abbraccio, ricoprendolo di baci.
"Dai, entriamo" mi prende per mano, cominciando a correre.

La visita è esattamente come la ricordavo. Da togliere il fiato.
La costruzione della nave, i progetti, le cabine, i vari piani, la terza classe, la prima, così raffinata, e il tragitto.
Poi il carico, il numero dei passeggeri e la tragedia. Gli ultimi pensieri di tutte quelle persone, le testimonianze, le paure, le speranze... è tutto così intenso.
Vedo genitori che spiegano ai loro figli cos'è successo e i bambini guardare affascinati la nave.
"Da grande voglio essere come lui" dice un bambino indicando Jack alla madre.
Stringo la mano di Bucky.
"Pronta?" mi chiede prima di entrare nella sezione dedicata alle terribili ore in cui la nave è affondata.
"Sì" sorrido.

Non dirò che non ho pianto. L'ho fatto, ammettiamolo.
A chi non si stringerebbe lo stomaco in un luogo del genere?
Bucky era sempre accanto a me, pronto ad abbracciarmi e sostenermi.
Non ha lo stesso effetto su di lui.

La mia parte preferità resterà sempre il filmato finale.
Sono le immagini originali, registrate piuttosto recentemente, che mostrano la nave, ancora sul fondale, destinata a sparire.

"Fosse per me ti comprerei quella originale. Credo ti starebbe benissimo" osserva una volta arrivati allo Store, riferendosi al Cuore dell'Oceano.
"Smettila" dico soffiandomi il naso per la millesima volta.
"Ehi piccola, vieni qui" mi stringe a sè. Questi nomignoli? Da dove arrivano? Non che non mi piacciano, capiamoci. Sono solo strani, strani in modo positivo, certo, ma non ci sono abituata.

Siamo costretti a risalire sull'aereo appena finita la visita.
"Come mai ti fa quest'effetto?" mi chiede.
"Non lo so... se lo sapessi lo eviterei. Non è bello piangere sempre, fidati" rido.
"Sei bella quando piangi" mormora. Arrossisco.
"Credo sia per l'atteggiamento di lui. Insomma, ti fa innamorare di sè, poi sparisce. Mandando in fumo anche tutto quello che ti eri creata. In quel momento ti senti come Rose, che ha perso il suo amore" cerco di spiegare.
"Forse ho capito. Dev'essere terribile" commenta.
"Non sai quanto..."
"Oh sì che lo so" lo guardo confusa.
"Ricordi quelo che è successo alla festa?" come dimenticarlo.
"Avevo paura. Quella sera mi hai terrorizzato. Avevo paura di perderti" confessa.
Non lo sapevo... avrei preferito che me ne parlasse prima.
"Beh, sono ancora qui" sorrido timidamente.
"Ancora con me. A rompermi le scatole"
"E le pentole" gli ricordo.
"Giusto. Dovremmo andare a comprarne una nuova, in effetti"

Tra una dormita e l'altra scendiamo dall'aereo.
Andiamo diretti alla Stark Tower. Tony si merita un ringraziamento con i fiocchi.
Lo vediamo quasi subito, in compagnia di Clint. Da quando quei due parlano?
"Tony!" esclamo correndo ad abbracciarlo.
"Non la smetterò mai di ringraziarti. Lo sai, vero?" lo bacio anche su una guancia. Giusto per non farci mancare nulla.
"Consideralo un regalo di compleanno" mi fa l'occhiolino.
"Lo sapevi?" chiedo sorpresa.
"Me l'ha detto Steve" spiega.
"Toglimi una curiosità, che avete fatto l'ultimo giorno?" domanda.
"Siamo stati a Belfast. A vedere un museo" rispondo. Di certo non se l'aspettava.
"Interessante?"
"Decisamente"
"Ha pianto per quasi tutta la visita" interviene Bucky.
"Ah sì?" Tony è improvvisamente molto interessato.
"Museo del Titanic" concludo.

Rientriamo a casa con un giorno di ritardo rispetto a ciò che avevamo stabilito.
Dopotutto è bello tornare. Anche se siamo stati via solo un paio di giorni. Questa è casa mia.
È ancora così strano dirlo, eppure è così. Questa è casa mia.

"Andiamo a dormire?" chiedo sbadigliando.
"Ma sono le sei" osserva lui.
"Ti prego..." non aspetto la sua risposta e comincio a salire le scale.
Mi metto in pigiama e vado a dormire, senza troppe cerimonie.
Mi tornano in mente le parole di Alice. "Quando te lo sposi?" aveva detto.
Sembrava una cosa così stupida... eppure non lo è. Sono davvero innamorata di lui.
Non lo farei così, da un giorno all'altro, ma di certo non direi di no.

Stranamente mi ritrovo a sognare Titanic. Non l'avrei mai detto.
Ma non è esattamente un sogno. È più un incubo.
A essere in acqua è Bucky, non Jack.
E nonostante cerchi di fare qualcosa non posso salvarlo, lui non me lo permette.
Sono impotente.
Alla fine lo vedo sparire nel freddo oceano, mentre le lacrime mi rigano il viso.

"Jean" mi sveglio di colpo, completamente sudata e con il viso bagnato dalle lacrime.
Bucky però è accanto a me illuminato dalla luce del giorno.
Lo abbraccio, istintivamente. Va tutto bene, lui è qui.
"Tutto bene?" mi chiede lui, sorpreso dall'improvviso gesto.
"Sì... è stato solo un incubo" minimizzo tutto.
"D'accordo. Abbiamo visite" si alza dal letto.
"Chi è?" chiedo, solamente per sapere se cammbiarmi o meno.
"Steve" decido di scendere in pigiama.

Appena scendo in salotto lo vedo intento ad osservare le fotografie, nostalgico.
"Ehi" lo saluto.
Lui sorride.
"Perchè ci volevi entrambi?" chiedo.
"Devo dirvi una cosa. Più che altro a Bucky" comincia a spaventarmi.
"C'è una missione. Dobbiamo partire domani. Staremo via due o tre settimane, nulla di che. Volevo solo dirlo ad entrambi" pensavo molto peggio.
"Certo. Andrete via tutti?" gli domando.
"Sì, tutta la squadra. Ma saremo presto di ritorno" mi tranquillizza.
"Certo. Ti aiuto a prepararti, allora" mi rivolgo a Bucky.
Lui annuisce e saluta Steve, che poi ci lascia soli.

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SI TORNA ALLA DEPRESSIONE!
No, okay, la descrizione del museo è basata sui miei ricordi.
Se siete a Belfast andateci, davvero. Merita.
Comunque boh, mi sto deprimendo da sola, quindi ciau a tutti, ve quiero.
Besos.

You remember? I do || Bucky Barnes ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora