Lo ammetto, sono terrorizzata.
Non mi aspettavo davvero di vedere qualcuno, ed ho paura che questa persona possa farmi del male.
Indietreggio finchè posso, ma vengo bloccata da un cassonetto addossato al muro.
Sono in trappola.
"Dimmi solo una cosa" lo sconosciuto ha una voce roca.
Come di qualcuno che non parla da molto, molto tempo.
"Sei felice?" chiede.
Non capisco. Cosa gli può interessare?
"Con Steve, sei felice?" insiste.
"Chi sei, e come fai a sapere di Steve?" ribatto senza però troppa convinzione.
Mi trema la voce, e qualunque tentativo di sembrare sicura di me è andato in fumo.
L'uomo mi si avvicina ancora e in un momento di follia gli tolgo il cappuccio.
Vengo rapita dagli occhi.
Rischio un crollo quando noto il colore.
Lo stesso di Steve.
E come ben so solo due persone hanno le iridi di quel colore.
Mi porto una mano alla bocca, per evitare di gridare.
"Bucky..." mormoro sull'orlo delle lacrime.
"Ti prego, dimmelo. Dimmi che con lui sei felice e sparirò dalla tua vita. Per sempre" promette.
"Cosa? Sparire? Sei forse impazzito? E certo che sono felice con Steve, come potrei non esserlo? È tuo..." mi blocco.
Lui non sa nulla.
"Ci sono molte cose che ti devo spiegare. Promettimi solo che non te ne andrai. Non di nuovo" lo prego.
"Certo che non me ne andrò se non lo vorrai" lo dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Dio, sei veramente qui" non riesco a contenere le lacrime abbracciandolo.
È di nuovo qui, accanto a me.
Le sue braccia mi stanno stringendo di nuovo, il suo respiro è di nuovo sulla mia pelle.
"Mi sei mancato così tanto" mormoro tra i singhiozzi."Bucky... sono cambiate davvero tante cose. Devi solo dirmi di smetterla e lo farò" lo avverto.
Lui annuisce confuso.
A malapena riesco ad aprire la porta, ma stavolta è per la gioia.
"Steve?" lo chiamo una volta all'ingresso.
"Gli sei mancato in cinque minuti di assenza, credi sia possibile...?" si interrompe di colpo uscendo dalla cucina e guardando verso l'ingresso.
"Non è possibile" mormora.
"Bucky?" si avvicina a grandi passi verso la porta, lasciandomi il bambino.
I due si abbracciano, e sinceramente quasi mi commuovo di nuovo.
Poi lo sguardo del moro si sposta sul piccolo Steve, rabbuiandosi.
"Non è come sembra. Te lo posso giurare. Vorrei presentarti una persona davvero speciale" esito per un attimo.
È troppo strano pronunciare quel nome di fronte a lui.
"Steve Barnes" dico infine.
Lo vedo crollare e ricomporsi in un istante.
"Barnes?" chiede.
"Sì" mormoro con un sorriso.
"Hai affrontato tutto questo da sola?" perfetto, si sta preoccupando per me.
"Non da sola. Ci sono stati Steve, Tony, Nat, un ragazzo di nome Peter e tutti gli altri. Mi hanno aiutata loro" lo tranquillizzo.
"Jean, non ero lì. Non ero con te quando avevi bisogno" si sta dando la colpa.
"Non dirlo nemmeno per scherzo. Stavi morendo, te lo ricordo. Ed in ogni caso è passato. Non soffermiamoci sul passato, ti ricordi? Occupiamoci del futuro" lo guardo speranzosa.
"Hai ragione. Come sempre" sorride.
Dio, il suo sorriso.
Me lo ero quasi dimenticato.
Ma è come vederlo per la prima volta."Per farla breve: Tony è mio padre, ho un nuovo fratello, Lily si è sposata e, come vedi, ho avuto un figlio. Sono stati dei mesi intensi" scherzo.
"Posso immaginare..." è ancora confuso.
"Tutto sarà più chiaro, te lo prometto" gli prendo una mano.
"Dovremmo andare alla Torre. Sono tutti preoccupati, non sanno che sei qui. Per loro... sei morto, ecco" confessa Steve.
"Aspettiamo domani" mi oppongo.
"Ma..." fa per ribattere.
"Aspettiamo domani" insisto.
"Credono io sia morto? Ancora una volta non capisco" è così adorabile.
"Siamo andati alla clinica, oggi. Non c'eri più. Pensavamo fossi morto" lo informo.
"Pensava fosse colpa sua" puntualizza Steve.
Vorrei sotterrarmi.
"Colpa tua?" mi guarda severamente.
"È una storia lunga... non te la racconterò ora" metto fine all'argomento.
"Sarà meglio che vi lasci" commenta Steve dopo un imbarazzato silenzio.
Ed esce. Senza aggiungere altro."Mi sei mancata, credo. Non avevo la cognizione del tempo, in quella cosa" si passa una mano tra i capelli.
"Stai zitto" mi guarda sorpreso.
"Stai zitto e baciami" aggiungo.
Lui non aspetta un attimo e mi prende tra le braccia, stringendomi il più possibile.
"Col cavolo che non avevo la cognizione del tempo. Ho passato un anno a riflettere" mormora tra un bacio e l'altro.
"Come?" mi allontano, anche se di poco.
"Sì... parte del mio cervello è rimasto in funzione, credo. Ma nulla di che" sorride noncurante.
Io mi volto.
Questa volta sì che è colpa mia.
"Sono stata io. Il giorno in cui ti hanno congelato. Ho posato una mano sul vetro causando uno sbalzo termico, dev'essere stato quello" confesso.
"Beh non c'è problema" mi abbraccia, rimanendo dietro di me.
"Così ho avuto tanto tempo per mantenere vivo il tuo ricordo" mi posa le labbra sui capelli.
"Mi dispiace... non avresti dovuto sentire nulla, il tempo sarebbe passato senza che te ne accorgessi. Invece sei stato più di un anno" lui mi obbliga a voltarmi.
"Ehi, guardami. Basta darti la colpa. Anche perchè sarebbero dovuti essere i medici a controllare. Non tu. Ah, e una cosa. Una cosa che avrei voluto fare tante volte quando mi arrivava il tuo pianto" si china verso di me e mi bacia su una guancia.
"Sorridi" mi mormora all'orecchio.Sembra impossibile, ma poco dopo siamo tutti e tre in salotto.
Noi tre, insieme.
"Cos'è successo quel giorno? Non so precisamente quale, ma ho sentito dei medici, ed erano piuttosto preoccupati. E centravi tu" chiede.
"Sono stata male. Probabilmente a causa sua" sorrido scompigliando i capelli a Steve.
"Ti somiglia" mi stringe affettuosamente.
"Certo. Sono andata avanti per sette mesi a dire a tutti che è uguale a te. Non rovinare tutto, Barnes"---------
È TORNATO CHE MANCO VOLDEMORT NE L'ORDINE DELLA FENICE.
D'accordo mi calmo.
No non è vero sono troppo feliciaaaa!
QUEI TRE INSIEME SONO TIPO ASDFGHJKLPOIUYTREWQZXCVBNM
comprendetemi.
Ma tornando realistici per un attimo il ritorno di Bucky segna l'inizio degli ultimi capitoli.
Eh già.
Devo ancora decidere quanti saranno ma non aspettatevi un gran numero.
Besos
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You remember? I do || Bucky Barnes ||
Fanfiction[IN REVISIONE] Da quando Jean lo ha incontrato, quella notte, in quella piccola stanza, tutto è cambiato. Eppure non sapeva che la sua vita sarebbe stata stravolta di nuovo. E ancora. E ancora.