Capitolo 27 - cena speciale

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Domani... due o tre settimane in missione.
Cosa faccio, gli preparo la zuppa? Non ho idea di cosa serva in una missione, come potrei aiutarlo, supporto morale? Ottima idea.
"Allora, nervoso?" chiedo.
"No, non direi" è incredibilmente serio.
"Vuoi che vada?" forse è meglio così.
"No, non direi" sorride.
"Che posso fare?" domando. Voglio davvero dargli una mano.
"Non gridare, innanzitutto. In salotto, sotto la televisione troverai un pulsante. Premilo. Sul comò si aprirà un cassetto. Portami quello che troverai all'interno" spiega.
Devo averea paura...?

In ogni caso faccio come dice.
Pulsante sotto la televisione, pulsante sotto la televisione... trovato!
Come detto si apre un cassetto nel comò. All'interno ci sono... armi? Certo, avrei dovuto aspettarmelo.
Prendo tutto con cautela, non ho voglia di spararmi ad un piede o di tranciarmi una mano. Decisamente no.
"Tutti per te" lascio cadere le cose sul letto, pentendomene subito.
"Tranquilla, sono scariche. E in più c'è comunque la sicura" mi spiega.
È incredibilmente serio. Lo avevo già notato prima, ma lo è veramente.
Non lo avevo mai visto così.

"Jean, va tutto bene. Solo non voglio dimenticare niente" mi tranquillizza.
Apre un'anta nascosta dell'armadio e ne estrae l'uniforme. Non quella dello S.H.I.E.L.D..
Prende l'uniforme di cui ho paura. Quella del soldato.
Il mio respiro accelera, e per un attimo vengo ripercorsa dal dolore che avevo dimenticato.
"Jean!" mi chiama Bucky vedendomi. Mi si avvicina velocemente.
"No, stai lontano" non gli permetto di avvicinarsi.
Lo sto spaventando.
"Ho bisogno di un secondo" riconosco il pugnale sul letto, e cado completamente nel terrore.
Il ragazzo mi ignora e mi corre accanto.
"Ti senti bene?" chiede.
"No" lui non capisce. Probabilmente non ricorda nemmeno ciò che è successo.

Riesco a calmarmi solo dopo un paio di minuti.
"Te la senti di raccontarmi che ti succede?" domanda preoccupato.
"È quello che è successo alla base Hydra... non la prima volta che mi hai incontrato" comincio.
Non se ne ricorda, come pensavo. Non me la sento di raccontarglielo, ma devo se voglio liberarmi di questo peso.
"Eri... di nuovo sotto il loro controllo, Bucky. Questi sono stati i risultati" mi volto e sollevo la maglietta, mostrandogli le cicatrici.
"Sono..." non riesce ad andare avanti.
Io annuisco debolmente.
"Jean mi dispiace così tanto. Non ne ero nemmeno consapevole" mi abbraccia.
"Scusami. Scusami davvero, non lo sapevo, io..." si scusa ripetutamente.
"Va tutto bene. Ho solo avuto un ricordo" sono io a tranquillizzare lui.

Finisce di prepararsi in silenzio. Nessuno dei due ha voglia di aggiungere niente.
"Cena speciale? Così che tu abbia qualcosa per cui prendermi in giro per queste tre settimane" propongo.
"Va bene" acconsente con un mezzo sorriso.
Mi impegno davvero, e devo dire che il risultato non è così male.
Nonostante le tre ore in cucina e l'odore di bruciato che si sente per tutta casa.
Anche Bucky ha deciso di fare la sua parte e ha acceso una candela.
"Fa atmosfera" si giustifica con un sorriso.
"Vai a sederti" gli ordino ridendo.
Arrivo poco dopo con due piatti di... non so bene cosa in realtà. Dovrebbe essere carne, ma in realtà non ne ho idea. Almeno il profumo non è male.
"Buon appetito!" esclamo fingendomi entusiasta.
"Caspita che chef" ride lui.

Alla fine non è così male. Di certo non lo rimangerei ma non correrei nemmeno in bagno per... beh, avete capito.
Anche Bucky sembra gradire.
"Abbiamo fatto progressi dall'esplosione dell'acqua" non sa fare altro che prendermi in giro?
"Sto scherzando. Non so come farò tre settimane senza di te" mi prende la mano.
Io sorrido e basta. Non saprei cosa rispondere.
"Tu invece andrai a rapinare il bar di Tony, vero?" scherza.
"Credo di sì... tanto non c'è nessuno a controllarmi, no?" ammicco.
"No, certamente. Sto creando una criminale" alza gli occhi al cielo, ridendo.
"Credo mi piaccia questo lato di me. Tutto grazie a te"
"Smettila di dirlo. Non sono stato io"
"E invece sì"
"Che ci hai messo dentro?" ride cambiando argomento.
"Non so... credo sia carne, ma non ci farei troppo affidamento"

"Vuoi una mano?" mi chiede mentre lavo i piatti.
"No, tranquillo. Vai a dormire, domani ti aspetta una gran giornata" gli lascio un bacio sulla guancia.
Stranamente fa come dico. Da quando mi ascolta? Da quando mi ha traumatizzata. Giusto.
Finisco di pulire la cucina e salgo in camera.
Sento ancora un po' di Jet Lag, ma devo riabituarmi ai ritmi americani o non mi riprenderò più.
Come ogni sera mi viene un infarto.
Bucky ha cominciato a dormire senza maglietta, e il che non mi darebbe fastidio se ogni sera non me ne dimenticassi e il mio cuore non si fermasse.
Ma per il resto è tutto okay.

Mi metto in pigiama e mi preparo per una notte difficile. Mi aspetto già lo stesso incubo della notte precedente, se non peggio.
Invece io e Bucky cominciamo a parlare.
"Sicura per domani?" mi chiede.
"Certo. Non potrei mai dirti di non partire" sorrido.
"L'ultima volta che abbiamo fatto un discorso così mi hai baciata, se non sbaglio" ricordo con un sorriso.
"Sì..." conferma posando di nuovo le labbra sulle mie.
"Domani mattina svegliami. Voglio salutarti" gli chiedo.
"D'accordo" mi accontenta.
"È nuovo questo pigiama?" mi domanda cambiando completamente argomento.
"No, ce l'ho da sempre" rido confusa.
"Ah... credo mi piacerebbe di più se stesse sul pavimento"

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Va bene, chiudiamola qui.
E basta.
Questo capitolo è un pochino più corto (saranno 50 parole) degli altri, ma fa niente.
Non andrò avanti.
In ogni caso bom, siamo già a 27 capitoli, come passa il tempo.
Sembra 27 giorni fa che ho pubblicato il primo capitolo.
Okay, dopo questa avete il permesso di non continuare a leggere.
Nah, scherzo.
Besos.

You remember? I do || Bucky Barnes ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora