Capitolo 29 - troppo lentamente

2.6K 146 2
                                    

Aspetto le 6, poi torno a casa.
Non posso abusare in questo modo dell'ospitalità di Tony.

Scopro che New York assume una strana bellezza la mattina, quando il sole non è ancora completamente e tutto assume una sfumatura rosata.
Cammino lungo il ponte di Brooklyn godendomi la vista, per una volta, senza dovermi preoccupare della calca di persone che cercano di scansarti per passare.
Mi appoggio alle protezioni e mi sporgo leggermente verso il fiume.
Anche lui sembra essere contento dell'assenza dei turisti.
Continua il suo corso, silenzioso.
Non sembra lo stesso che si trova qualche ora dopo. Decisamente no.

Entro in casa un po' a malincuore.
Avrei voluto vedere Bucky seduto su una delle sedie, o magari sul divano, a guardare un film.
Smettila, non è mica morto mi rimprovero.
Apro il frigo alla ricerca di qualcosa, ma in assenza di... beh, qualunque cosa, decido di andare a fare la spesa.
La giornata si fa interessante.
Anche se in fondo non mi dispiace.
Posso perdere tutto il tempo che voglio e non c'è nessuno ad impedirmi di comprare tutto ciò che voglio.
Tranne il gestore della mia banca, forse solo lui può dirmi di smetterla di riempire il carrello.
Quindi il sorriso mi rimane.

Ma ovviamente cosa succede quando hai tutta l'intenzione di perdere l'intera giornata?
In 40 minuti sono alla cassa.
Sembra impossibile, di solito ci perdo le ore, ed ora? Evidentemente il mio subconscio ha altri progetti per me, oggi.
Ripercorro le strade a ritroso, fino a sistemare gli alimenti nel frigorifero, poi esco a fare una passeggiata.
Mi ritrovo a Central Park, non so come, dal momento che non è esattamente vicinissimo a Brooklyn.
In ogni caso non me ne curo molto.
Mi siedo su una panchina mentre i bambini cominciano ad arrivare.
Si alza una leggera brezza, che scompiglia i miei capelli e le foglie sugli alberi.

Devo davvero passare così tre settimane? C'è da deprimersi.
Potrei trovarmi un hobby...?
Certo, sarei capace di far esplodere tutto. Ne sarei davvero in grado, se si ricorda il modo in cui la pentola è saltata in aria.
No, meglio non tornare sull'argomento.
Ad un tratto una bambina mi si avvicina.
Assomiglia incredibilmente a Lily, che strano.
E ancora più strana è la voce della mia amica che mi raggiunge subito dopo.

"Lily?" sgrano gli occhi, vedendola.
"Ehi Jean" mi saluta lei con un sorriso.
"Scusami, ma da quando hai una figlia?" le chiedo.
"Cosa? È mia nipote, per l'amor del cielo" scoppia a ridere.
"Meno male! Non farmi mai più uno scherzo del genere" mi unisco a lei.
"E tu? Come reggi senza il tuo lui?" mi prende in giro.
"Procede tutto benissimo" la spingo affettuosamente.
"Sì, immagino. Quanti crolli hai avuto?"
"Quattro" ammetto immediatamente.
Mi conosce troppo bene.
"Quattro? Ragazza, te la cavi benissimo! Di solito io ne ho quattro o cinque al minuto" ride.
"Non stento a crederlo"

"Ti va di fare qualcosa? Andare al cinema, che so... ho bisogno che i giorni passino un po' più in fretta. Ogni attimo dura un'eternità, di questo passo domani avrò ottant'anni" scherzo.
"Al cinema? Tu? Con me? Jean non credo tu lo voglia davvero" mi guarda scettica.
"Perchè no?" continuo per la mia strada.
"Perchè il prossimo film che avevo in mente era un horror. Decisamente non il tuo genere" mi informa.
"Tentami" la sfido.
"D'accordo allora. Riaccompagno questa trappolina a casa e andiamo" sorride.

E fa veramente così.
Sì, okay, l'horror non è il mio genere, ma farei di tutto pur di scappare alla noia.
Lily continua a ripetere "questa è la parte migliore" suscitando il fastidio delle persone intorno a noi.
Io incredibilmente mi addormento, in quella che dovrebbe essere la scena più terrificante del film.
Lily è costantemente aggrappata al mi braccio, ma a parte un paio di volte in cui stringe un po' troppo non mi dà fastidio.
"Jean!" mi sveglia con uno scossone.
"Ahia!" mi lamento riprendendo lentamente lucidità.
Il film è finito e siamo rimaste le uniche in sala.
Non abbiamo sicuramente dato per nulla nell'occhio.

"Come hai anche solo osato!" grida una volta uscite dal cinema.
"Stanotte non ho dormito, okay? Quando ci siamo lasciate sono sì andata alla torre, ma alle 3 ero già sveglia. Ho sonno" mi giustifico.
"Che vuol dire, neanch'io dormo da qualche notte, eppure non mi addormento nel bel mezzo del film!" alza le braccia al cielo, spazientita.
"Chiudiamo qui l'argomento, ti prego" sbadiglio.
"Credo tornerò a casa, devo prepararmi la cena e andare a dormire il più presto possibile" aggiungo.
Dopo un rapido saluto mi incammino.

La cena è piuttosto frugale, lo ammetto, ma per non saper cucinare è un gran risultato.
Non perdo tempo nè a lavare i piatti nè a vedere la televisione.
Per la prima cosa avrò tempo domani, la seconda decisamente non è essenziale.
Mi preparo per la notte in tutta calma, poi mi metto a dormire. O almeno cerco di farlo.
Il letto è troppo grande per stare da sola.
E non è la depressione a parlare per me, ma la verità.
È oggettivamente troppo grande per me.

E siamo a due giorni che sono passati.
Devo essere fiera di me stessa.
Il terzo giorno la noia torna a farsi sentire.
Va avanti così per una settimana in realtà, settimana che ho stranamente passato andando avanti con la mia solita routine.
Ho avuto una settimana molto interessante, ma soprattutto entusiasmante.

Poi un giorno mentre faccio colazione sento il rumore di una macchina.
Tutto normale se quella macchina non si fermasse di fronte a casa.
"Bucky..." mi illumino immediatamente e corro ad aprire la porta.

------------

Allora, parliamone.
Nei prossimi capitoli potrei essere una depressa indecente, per il semplice fatto che l'autrice, aka me, è estremamente depressa.
Non sto ad annoiarvi (e invece sì), ma avete presente la mia leggerissima ossessione per Sebastian? Non si era notata.
E nulla, a gennaio ho visto questo film, The Bronze, e dopo 9 mesi ci sto ancora malissimo, sì, guardate un po' come sto messa.
In ogni caso la depressione (possibile) dei capitoli è dovuto a questo.
Non che vi importi, ma hanno sempre detto che esternare i problemi faccia stare meglio.
Proviamo.
IN OGNI CASO LA SMETTO DI DPERIMERE PURE VOI.
Anzi, vi metto ansia.
Tutti felici del ritorno del caro Bucky?
Besos.

You remember? I do || Bucky Barnes ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora