Ray POV
Ero immersa nella mia sessione di studio del sabato pomeriggio, quando il telefono vibra nella mia tasca.
Oh, ma chissà chi è.... Indovinate....
Marty: 'Stasera sushi?'
Oddio sì..... Altroché. Pancia mia fatti capanna! L'altra volta ne ho mangiati veramente troppi, ma stavolta non vi preoccupate, mi conterró.
Ray: ' Certo che sì!"
Marty: ' passo a prenderti alle 19'
Ray: 'ok amore, a dopo :)'
Guardo l'ora. 17.59.
COSA?
Un ora? CEH UN'ORA PER PREPARARMI?
Lascio tutto lì e mi fiondo a fare la doccia. Dio sono in ritardissimo!
Allora.... Shampoo, balsamo, bagnoschiuma.... Non ho tempo di fare la ceretta!
Bene, cari skinny jeans, siete la soluzione!
Di corsa mi asciugo i capelli col phon, li piastro e corro in camera a truccarmi. Eyeliner, mascara, rossetto rosso. Fine, non ho tempo....
18.53.
Oddio!
Scelgo dei jeans super stretti, precisamente i primi che ho comprato, una camicetta nera e tacco a spillo con suola rossa.
Appena riesco nell'impresa di infilare dei jeans skinny con le gambe bagnate, iniziano le riflessioni filosofiche. Mio dio, li ho comprati solo un mese fa, ma si vede che ho iniziato a mangiare normalmente....
Si sente il campanello suonare. Merda....
"Vado io Ray!" urla mia madre.
Grazie al cielo.
Metto di fretta la maglia e i tacchi. Beh, non avrò un bel vestitino ma almeno faccio una bella figura.
"Tacchi... Non so come ringraziarvi!"
Scendo giù afferrando una borsa e buttandoci dentro telefono e portafogli.
Martijn è in ingresso con mia madre.
Mi guarda.
"Oh! Finalmente!" Mi dice ridendo.
"Scusa....." dico per il ritardo.
"Non importa, sei sicuramente un po' più bella di prima allora." dice prendendomi per i fianchi.
Sorrido.
"Beh. Jaqueline noi andiamo" dice Mar salutando mia madre.
"Divertitevi ragazzi"
Mano nella mano varchiamo la porta d'ingresso e ci dirigiamo alla macchina. Come al solito Mar guida e io scelgo la musica alla radio.
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THE ONE ~MARTIN GARRIX~
FanfictionCerto che ci vuole coraggio ad andare in giro con una gonnellina rosa confetto, penso io. D'un tratto lei si volta, guardando nella mia direzione e uscendo da quell'edificio che più che una scuola sembra un castello macabro. Anche se per andare...