Martijn POV
4.26
Io e Ray eravamo nel pieno del sonno. Un telefono squilla.
Apro gli occhi e controllo se è il mio. No, non lo è.
"Railynn... Amore... Hai il telefono che suona"
Lei si distacca dal mio petto molto assonnata, rigirandosi su se stessa per prendere il telefono.
Guarda l'ID
"Ma è mia madre..."
Risponde.
"Pronto... Mamma?"
'Ray, tesoro. Sei con Martijn?'
"Si, te l'ho detto."
'Ragazzi, dovete scappare'
"Scappare?"
Ray mi guarda molto stupita e preoccupata.
'Sta arrivando tuo padre, è uscito di prigione'
Railynn sviene sul letto.
Io intervengo subito cercando di svegliarla con dell'acqua fresca e qualche schiaffetto in viso, cosa che sembra funzionare. Metto all'orecchio il telefono.
"Jaqueline.... È uno scherzo?"
'Magari Martijn, dovete andarvene...., fate presto, venite qui'
Chiudo la chiamata. Di corsa vado a mettere dei pantaloni e una maglietta, per poi aiutare Ray a vestirsi. Ma lei non collabora.
"Forza, so che hai paura ma dobbiamo andarcene"
"No Martijn. No."
Eh?
"Come no?"
"Io di mio padre non ho più paura. Vaffanculo voglio affrontarlo"
"Tesoro ma sei pazza?"
"No. Perché non ho più paura, non mi faccio sottomettere da nessuno."
Mi viene da sorridere alle sue parole, ha trovato la forza per andare a sbattere contro gli ostacoli della sua vita. Finalmente. Certo che suo padre è un ostacolo bello grosso. Vabbè ci sono anche io.
"Sei sicura?"
"Si"
"Sicura sicura?"
"Yes"
"Ma...sicura sicura sicura???"
"Si, voglio far crepare mio padre da quante gliene dirò"
"Ah, ma io non intendevo quello." Le dico riportando in vita la mia mente zozza.
Mi guarda con faccia interrogativa.
"Del fatto che non ti fai sottomettere da nessuno" dico sfiorandole il seno con un dito.
"Da nessuno apparte te. Stronzo"
Mi viene da ridere, ma il campanello interrompe il nostro flusso di coscienza da 50 sfumature.
"Martijn.... Andiamo ad aprire?"
Io annuisco, andando verso la porta mano nella mano con lei. I nostri sguardi si incrociano, freddi. Io sospiro, Railynn evitando il mio sguardo va ad afferrare la maniglia.
Si volta nuovamente verso di me. E sorride. Convinta gira la chiave nella toppa, sempre sorridendomi, con la sfacciataggine che mi ha fatto innamorare di lei.
Poi, guardando la porta, apre.
E il coglione che ho mandato all'ospedale, è lì davanti, immobile. A testa bassa. Quasi avesse paura a guardare negli occhi sua figlia.
STAI LEGGENDO
THE ONE ~MARTIN GARRIX~
FanfictionCerto che ci vuole coraggio ad andare in giro con una gonnellina rosa confetto, penso io. D'un tratto lei si volta, guardando nella mia direzione e uscendo da quell'edificio che più che una scuola sembra un castello macabro. Anche se per andare...