Se non fosse stato per quei fastidiosissimi fuochi d'artificio, Harry avrebbe sicuramente dormito profondamente sino al mattino seguente.
Dal trambusto e dalla confusione che creava lo scoppio dei fuochi, ad Harry sembrava quasi che li stessero lanciando da sotto casa sua.
Si affacciò svogliatamente alla finestra, notando invece le piccole scintille colorate che si ramificavano in lontananza, espandendosi nel buio cielo.Harry non era per nulla amante dei fuochi d'artificio.
Al contrario li odiava. E odiava qualsiasi festa in cui venissero utilizzati, cercando di tenersi il più lontano possibili dai quei posti.
Lo terrorizzavano, e ancor di più l'esplosione improvvisa che emetteva nel momento in cui venivano sparati sopra le teste delle persone.Era strano, certo.
Tutti sognavano un bacio allo scoccare della mezzanotte nella notte di capodanno, sotto le stelle che, insieme a quelle scintille multicolore, illuminavano il viso della coppia, rendendo magnifico e speciale quel momento.Ma Harry no, Harry era diverso.
E sognava in modo diverso.Scostò lo sguardo dalla finestra, voltandosi in direzione dell'orologio posto sulla sua scrivania notando che era passata da poco la mezzanotte.
Si avvicinò nuovamente al letto, stendendosi di nuovo sul morbido materasso cercando di ignorare tutto quello che stava succedendo fuori.
Rimase a fissare le lancette dell'orologio affianco a lui, immerso nei pensieri e nei ricordi che gli affioravano la mente in quella strana e odiosa situazione, fino a quando la realtà non si mischiò al mondo dei sogni, che quella notte gli fecero diversi scherzi.***
L'inebriante profumo di caffè e zucchero di canna che la avvolse non appena varcò la soglia della porta la accolse all'interno della grande biblioteca.
Carola adorava fare colazione e adorava il caffè, e Tiffany iniziava veramente a pensare che a distanza di mesi non si sarebbe mai abituata a quegli odori così intensi, ma piacevoli. Le davano quasi aria di casa, ormai.Dopo averla salutata e aver posato il cappotto e la borsa nella stanza appena dietro le casse, si mise subito a lavorare dietro il bancone.
Carola era in ufficio a verificare gli ordini di quella settimana, mentre Tiffany rimaneva alla cassa nel caso qualcuno fosse entrato.
Sapeva che, in realtà, non sarebbe venuto nessuno, se non qualche cliente occasionale, ma era certa che non avrebbero comprato nulla. O almeno quello era ciò che accedeva la maggior parte delle volte.
Così, rimaneva leggermente nascosta dietro al monitor del computer mentre leggeva qualche libro, con i lunghi capelli biondi raccolti in un bun disordinato e gli occhiali da vista appoggiati sulla punta del naso.Era immersa nella lettura di uno dei suoi romanzi preferiti, "orgoglio e pregiudizio", che ormai aveva letto e riletto almeno tre volte. La copia che teneva fra le dita era rovinata e ricurva nelle punte del libro e le pagine erano scritte, sottolineate e qualche foglio era ripiegato all'interno, per ricordarle le pagine che più l'avevano colpita.
Era talmente presa dalla sua lettura, che nemmeno si accorse del ragazzo che aveva appena fatto ingresso nella biblioteca e aveva iniziato ad addentrarsi fra gli scaffali.Si accorse di lui nel momento in cui incrociò per sbaglio il suo sguardo, alzandolo di poco e solamente per poter voltare la pagina del suo libro.
Alzò lo sguardo, sentendo quegli occhi fissi su di lei, quasi come se qualcuno la stesse privando del suo attimo di intimità.
Il ragazzo se ne accorse, e subito tornò fisso sul libro che aveva in mano.Tiffany lo riconobbe subito.
Riconobbe quei capelli e quello stile difficilmente confondibile con quello di altri.
Ma soprattutto ricordava perfettamente la luce di quegli smeraldi non appena incrociarono il suo sguardo.Harry.
Richiuse il libro, infilandoci la matita in mezza per non rischiare di perdere il segno, e posò gli occhiali appena sopra la sua testa, rimettendosi composta sulla sedia e fissando lo schermo del computer, credendo che non fosse proprio professionale farsi cogliere in fragrante nella lettura di un libro durante il suo turno di lavoro.
Non poteva resistere però, dal cercare di capire cosa stesse cercando quel ragazzo.
Avrebbe tanto voluto sapere quali erano i suoi gusti, cosa gli piaceva leggere.
Con la coda dell'occhio cercava sempre di intravedere il titolo nella copertina del volume che teneva fra le mani.
Quando si accorse che teneva un libro di scienze e storia naturali, corrugò la fronte.
Perché proprio quel genere?
Forse gli serviva per studi all'università? O forse era appassionato di scienze e storia della terra?
Quel ragazzo era troppo misterioso. Pensò che forse non l'avrebbe mai scoperto.Il ragazzo si avviò a passo svelto e deciso verso la cassa, dopo qualche minuto in cui aveva girato per i diversi scaffali e alla fine si era avvicinato per pagare... un'agenda.
Una semplicissima agenda nera a pagine bianche.
Tiffany ne rimase notevolmente delusa, perché per tutto il tempo non era riuscita a sopprimere la propria curiosità nel sapere cosa stesse cercando e stava aspettando - e sperando - che si avvicinasse alla cassa per pagare e leggere il titolo del libro che le avrebbe rivelato qualche informazione in più sui suoi gusti.Invece niente.
Solo una vuota agenda nera, con pagine bianche ancora tutte da scrivere.
Non una parlava stampata con l'inchiostro nero.
Un quadernino vuoto, da scrivere da zero.
Chissà a cosa gli sarebbe servito.A quel punto sospirò, sparando con lo scanner il codice a barre dietro all'agenda.
L'atmosfera fra loro era strana e pungente.
Harry avrebbe voluto dire qualcosa alla ragazza, ma non sapeva nemmeno il suo nome.
Tiffany sentiva il suo sguardo fisso su di lei, le sue iridi verdi che studiavano i suoi movimenti.
E non appena prese da sotto la cassa una piccola busta di plastica, alzò lo sguardo sul suo, rompendo quegli attimi di silenzio imbarazzato."Harry, giusto?" esordì la ragazza, infilando nella busta la piccola agenda, attendendo che lo scontrino uscisse dalla macchinetta.
Lui la guardò confusa, quasi sorpreso.
E un timido sorriso apparve sul suo viso.
Se lo ricordava?"Sei al corso del mercoledì, ti ho visto la scorsa settimana" aggiunse notando la sua aria confusa.
Aveva fatto una figuraccia, immaginava che non si sarebbe ricordato di lei.
Non si erano nemmeno parlati.
Che stupida. Come poteva averlo solo pensato."Già, sono io" disse poi lui.
Appoggiando le mani al bancone.
Si era sporto e aveva notato il libro affianco alla tastiera.
"Jane Austen" disse poi "ti piacciono i suoi romanzi?""Li adoro" ammise la ragazza.
"Anche io, la Austen è una delle mie scrittrici preferite" rispose, sorridendole.E quando lui fece lo stesso, nei loro occhi si accese una scintilla.
Entrambi la percepirono, e le guance di lei si tinsero immediatamente di rosso, infuocando la sua pelle.
Quel ragazzo era bello da star male.Lo scontrino uscì, e la ragazza fu costretta a distogliere lo sguardo dalle profonde virgole che contornavano gli angoli della sua bocca, infilando in velocità il foglietto nel sacchetto, insieme al libro, e gliela porse.
"Beh, allora a mercoledì. Ciao..."
"Tiffany" aggiunse lei.
Lui sorrise."Ciao Tiffany".
E si voltò per lasciarle un ultimo sguardo, prima di uscire richiudendo la porta dietro di sè.Era entrato sfogliando un libro scienza per poi rivelarsi un amante di romanzi rosa, e aveva acquistate una semplice agenda nera.
Tiffany temeva che mai avrebbe scoperto quanti misteri si celavano dietro quel ragazzo, ma di un'unica cosa era sicura.
Non era venuto lì per acquistare alcun libro.

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As Black As Ink
FanfictionDove Tiffany, frequentando un semplice corso di scrittura e poesia, incontra Harry, un ragazzo di cui non sa nulla, se non il suo nome e il suo modo di esprimersi attraverso i suoi testi e i suoi versi. Mentre il fare vissuto della ragazza, il suo m...