Capitolo 6

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Tiffany

Rimasi a fissare il ragazzo chiudersi la porta alle spalle, e poi sparire lentamente, confondendosi nella massa di gente.

Scossi la testa tornando alla realtà.
La mia maglia era ancora bagnata, avevo perso i miei amici ed ero sola in un locale che non avevo mai visto prima.
Se questa doveva essere una serata divertente, per distrarmi, non lo era di certo. E a Louis lo avrei rinfacciato per almeno una settimana.

Aprii di nuova la porta per accedere al bagno delle donne.
Sulla destra, posto davanti ai lavandini, c'era un grande specchio e notai che la macchia non solo si stava espandendo sempre di più, ma si stava anche ingiallendo.
"Perfetto" imprecai a bassa voce.

Ad un certo punto sobbalzai, sentendo un rumore e dei sospiri dietro le mie spalle. Mi voltai, e capii che il rumore proveniva da una delle porte alle mie spalle, quelle dei bagni.

Si sentivano delle lievi risate, e degli ansimi.
Capii perfettamente cosa stava succedendo, e in fretta cercai di sgattaiolare fuori dal bagno, sperando che le persone dietro quella porta non si fossero accorte della mia presenza.
Appoggiai la mano sulla maniglia della porta, quando di nuovo sentii un gemito.

"Lou.."

Mi bloccai istintivamente, nel sentire quella voce piuttosto familiare. Troppo familiare.
'Merda' pensai.
Il mio viso in un attimo si tinse di rosso, misto di rabbia e di imbarazzo, ma, dettata dalla rabbia di quel momento e dalla mia eccessiva impulsività, senza pensarci due volte cercai di aprire l'unica porta del bagno perfettamente chiusa.
Incominciai a bussare insistentemente contro la porta.
"Louis, apri questa cazzo di porta" dissi.
Ma dall'altra parte sentii solo la ragazza implorargli di smettere.. qualunque cosa stesse facendo.
Sentii la chiave girarsi nella porta, e mi scostai quando la porta si aprì.
La ragazza aveva i capelli arruffati, la spallina del suo vestito nero le ricadeva lungo il braccio, e aveva gli occhi lucidi e rossi, ma per lo meno sembrava essere cosciente.
Il ragazzo, invece, era messo in condizioni peggiori, con i primi bottoni della camicia slacciati e la zip dei suoi pantaloni completamente abbassata.
Roteai gli occhi, facendo un espressione leggermente schifata. Non avrei mai voluto vedere questa scena.
Il ragazzo barcollò fuori dal piccolo bagno, appoggiandosi alla porta per non perdere l'equilibrio.
La ragazza si aggiustò i capelli e il vestito, guardandomi dallo specchio con una espressione imbarazzata
"Tiffany sono così imbarazzata, ti prego perdonaci" disse ridendo, ma chiaramente era ubriaca, così mi limitai a guardarla.
Intanto mi avvicinai al ragazzo, feci allacciare il suo braccio attorno alle mie spalle, tentando l'ardua impresa di portarlo fuori da quel locale.
"Ti potrei denunciare per atti osceni in luogo pubblico, se solo non fossi il mio migliore amico" sputai furibonda "Adesso vedi di collaborare, o ti giuro che ti lascio qui e te ne torni a casa strisciando".
Ma lui era talmente ubriaco, che si limitava a guardarmi e a ridere.
Dall'altra parte, dissi alla ragazza di seguirmi, voltandomi di tanto in tanto per tenerla d'occhio ed evitare di perderla una seconda volta in quella folla, che adesso era diventata ancora più fitta.

"Mi spieghi come ci torniamo a casa se non ho mai guidato la tua macchina? Sei un coglione" gli dissi una volta fuori, dopo averlo trascinato fuori, nel parcheggio.
"Tiff, stai tranquilla è solo una sbronza sono capace di guidare".
"Si certo, come no".
Incominciai a rovistare fra le tasche dei suoi pantaloni cercando le chiavi della macchina, e quando finalmente le estrassi dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni e aprii la macchina.
Ordinai alla ragazza di salire in macchina, mentre io caricai letteralmente il ragazzo, spingendo all'interno del veicolo.
Mi misi al lato del conducente, accendendo la macchina.
"Adesso devi solo pregare di arrivarci vivo a casa".
Inserii la prima, poi partii.

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