Capitolo 20

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Finalmente venerdì.
Il tanto atteso venerdì che concludeva una settimana che aveva segnato l'inizio e il ritorno alla normalità.
Le feste erano finite, tutti avevano ripreso a lavorare e la mia vita era tornata come prima.
Solo che alla mia normalità e quotidianità, si era aggiunta la presenza di un'altra persona: Harry.
Ogni giorno ci sentivamo, e appena possibile decidevamo di vederci.
Il nostro rapporto stava prendendo davvero una bella piega, e dopo tanto ero finalmente felice.
Felice per davvero.
Anche gli incubi era da un po' che non si facevano sentire, ed ero certa che fosse in gran parte merito suo.

Al mattino ero passata al bar di Liam insieme a Louis, per la nostra solita colazione.
Anche lui da poco aveva ripreso gli studi, quindi anche per lui era tutto tornato come prima.
A differenza mia, però, nella sua quotidianità era uscita una persona.
Le settimane passate con la sua famiglia lo avevano fatto stare meglio.
Poi di nuovo il loro incontro, ed ecco che si era ritornati al punto di partenza.
Mi diceva che stava bene, anche se ero certa non fosse così.
Almeno sapere che gli studi lo avrebbero nuovamente distratto e che gli avrebbero fatto tenere la testa altrove mi rassicurava.

Per fortuna, essendo venerdì, quel giorno il mio turno finiva verso le 17.
Anche quel pomeriggio Carola mi aveva lasciato da sola a gestire il negozio.
Evidentemente doveva esserci qualche problema dato che era già le seconda volta quella settimana che se ne andava prima della chiusura.
Ero appena tornata dal magazzino, con uno scatolone fra le braccia.
Lo appoggiai sul pavimento affianco allo scaffale, incominciando a sistemare gli ultimi libri.
Con una forbice che mi ero procurata, tagliai lo scotch che sigillava il cartone e iniziai a prendere alcuni libri da esso e li sistemai con cura negli appositi scaffali.
In quel momento, sentii due mani appoggiarsi sui miei fianchi, facendomi fare un piccolo scatto per lo spavento lasciandomi scappare un piccolo urlo.
Mi girai con il cuore che batteva all'impazzata, poggiandomi una mano sul petto.
"Harry sei un cretino, sono morta di paura" dissi colpendolo con il libro che avevo in mano, quando me lo ritrovai difronte.
Lui scoppiò così a ridere, avvolgendomi fra le sue braccia prima di stamparmi un bacio sulle labbra.
"Grazie mille, anche io sono molto felice di vederti" disse lui, massaggiandosi poi il punto che avevo appena colpito.
Portai le mani sul suo petto, accarezzandolo da sopra le maglietta bianca. Dal collo della sua T-shirt potevo intravedere i suoi tatuaggi.
"Cosa ci fai qui?" gli chiesi sussurrando a un centimetro dalle sue labbra, mentre lui continuava a stringermi fra le sue braccia.
"Passavo di qua e mi stavo chiedendo se questa sera ti andava di cenare con me" chiese lui, scrutandomi con occhi curiosi e desiderosi di una risposta positiva da parte mia.
Il mio viso si allargò in un sorriso sarcastico.
"Mh non saprei, dove mi porteresti?"
Lui fece spallucce.
"Ovunque tu abbia voglia di andare" disse "sono a tua disposizione. Allora che ne dici?"
"Dico che non vedo l'ora sia questa sera" sussurrai di nuovo, con un sorriso enorme stampato sul viso.
Lui mi sorrise radioso, premendo di nuove le labbra sulle mie e spingendomi contro lo scaffale a cui ero appoggiata.
Adoravo le sue attenzioni, adoravo passare del tempo con lui. Adoravo Harry ed ogni singolo momento passato insieme.
Allacciai le braccia al suo collo, per ricambiare il suo bacio.
Non riuscivo a stare lontana dalle sua labbra per troppo tempo.
Lui morse teneramente il mio labbro inferiore, obbligandomi a dischiudere le labbra per poter avere un maggior contatto con la mia lingua.
Quando sentii il tintinnio del campanello della porta, posai le mani sul petto di Harry cercando di farlo staccare dalle mie labbra, capendo che ora nella biblioteca non eravamo più soli.
"Harry" sussurrai sulle labbra, mentre lui ridacchiando mi strinse maggiormente al suo corpo, impedendomi di interrompere quel bacio.
Sentivo i passi di quella persona che stava probabilmente frugando e dando un'occhiata fra i vari scaffali.
Io ridacchiai sulle labbra del ragazzo, quando lui fece appositamente cadere un paio di libri dagli scaffali a cui eravamo appoggiati, facendomi di nuovo scoppiare a ridere.
Questa volta si staccò da me, rimanendo però con le braccia legate alla mia vita.
Presi le sue mani e le feci spostare dai miei fianchi, accarezzandogli poi una guancia.
"Devo finire di lavorare" dissi dispiaciuta.
Lui annuì, raccogliendo poi i libri che aveva fatto cadere.
"Allora ti aspetto questa sera e, mi raccomando..." disse lui porgendomi i libri "puntuale".
Io roteai gli occhi al cielo, promettendogli che sarei stata pronta al suo arrivò.
Gli lasciai un veloce bacio a stampo, prima di vederlo sparire dietro la porta di vetro.

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