Capitolo 21

197 17 4
                                        

Tiffany

Le sue lunghe dita si facevano spazio fra le ciocche dei miei capelli, che ricadevano disordinatamente sul cuscino, mentre li accarezzava dolcemente.
Percepivo il calore del suo corpo accanto al mio e le mie gambe erano intrecciate alle sue sotto le lenzuola.
Quando iniziai ad aprire gli occhi, la luce lieve che illuminava la stanza mi fece voltare istintivamente dall'altra parte.
Quando mi girai, Harry era steso su un fianco, guardandomi con quei suoi occhi verdi e con un lieve sorriso stampato sul suo viso.
Finalmente, mi ero svegliata con lui al mio fianco.
Io socchiusi nuovamente gli occhi, accennando un sorriso a mia volta, prima di stringermi maggiormente al suo corpo e appoggiandomi al suo petto.
Lui avvolse un braccio attorno al mio corpo.
"Scusami, non volevo svegliarti" sussurrò lui lasciandomi un bacio sulla fronte.
Io appoggiai una mano sul suo petto accarezzandolo da sopra la sua maglietta.
"Non fa niente" farfugliai, con la bocca ancora impastata dal sonno, mantenendo gli occhi chiusi e stringendomi di più al suo corpo.
Da quella posizione potevo sentire il battito del suo cuore. Era un battito così regolare, se lo avessi ascoltato ancora per molto mi sarei sicuramente riaddormentata. Era così rilassante.
Lui fece scivolare le dita lungo il mio braccio che stringeva il suo petto, provocandomi una scarica di brividi lungo la schiena.
Il suo tocco era così dolce e delicato, quasi come avesse paura di farmi del male.
Come se non volesse ferirmi.
I suoi movimenti erano lenti e premurosi, come se si aspettasse che da un momento all'altro potessi oppormi a quei suoi gesti.
Tutti quei pensieri mi riportano con la mente alla sera prima, che mi provocò una morsa allo stomaco.
Le sue carezze e le sue attenzioni mi stavano quasi facendo dimenticare come lo avevo respinto la sera prima. Lui si era sentito così in colpa.
Mi dispiaceva sapere che lui si fosse preoccupato per me e che pensasse di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Aprii così gli occhi, e per la prima volta quella mattina incrociai definitivamente il suo sguardo e i suoi occhi.
Il suo sguardo era posta sul soffitto sopra di noi, così richiamai la sua attenzione alzando la testa verso di lui.
Gli accarezzai una guancia con la punta delle dita, quando lui posò finalmente gli occhi su di me, rivolgendomi un meraviglioso sorriso prima di baciarmi la punta del naso.
Dovevo avere un aspetto orribile, ma lui continuava a guardarmi come se fossi la cosa più belle del mondo.
"Da quanto sei sveglio?" chiesi, mettendomi più comoda sul materasso.
"Da una quarantina di minuti" rispose "non mi sono alzato perché avevo paura di svegliarti"
Io gli sorrisi, era così affettuoso con me.
Mi sporsi per lasciargli un bacio sulle sue labbra, quando lui mi guardò confuso e preoccupato.
Continuava a scrutare il mio viso, stava cercando di capire come mi sentivo e se stessi bene. Forse voleva intuire se era rimasto qualcosa dalla sera prima, o se era tutto normale.
Lo accarezzai di nuovo, cercando di trasmettergli con uno dei miei sorrisi più sinceri che stavo bene.
Se avessi avuto l'occasione, e soprattutto se ne avessi avuto il coraggio, gli avrei spiegato tutto.
Lui mi sorrise, dopo essersi assicurato che stessi beni, ed io mi sedetti sul materasso.
Mi passai una mano sui capelli, che erano annodati e appiccicati alla mia testa.
Avevo proprio bisogno di una bella doccia calda.
Anche Harry si sedette sul materasso stirandosi e allungando le braccia verso l'alto, facendo un piccolo gemito di dolore, insieme ad uno sbadiglio.
Scostò poi le coperte dal suo corpo, quando si alzò dal letto recuperando i suoi pantaloni dalla sedia affianco all'armadio, incominciando a vestirsi.
Io rimasi seduta, giocando con il tessuto del lenzuolo che stringevo fra le dita, mentre rimanevo a fissare i suoi movimenti e come i muscoli delle sue braccia, scoperte dalle maniche della t-shirt, si contraevano mentre alzava i suoi pantaloni.
Quando poi lui riportó lo sguardo su di me, arrossii violentemente portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Non ti alzi?" Mi chiese lui sorridendomi.
Io annuii, e come lui scostai le lenzuola dal mio corpo.
Io al contrario indossavo ancora la mia felpa e i miei leggins.
Mi ero addormentata ancora con i vestiti addosso, tanto ero sconvolta da quanto era appena successo prima di coricarmi.
Mentre io ero ancora seduta sul materasso, facendo penzolare i miei piedi, Harry mi si avvicinò porgendomi un paio di asciugamani puliti e lasciandomi poi un dolce bacio sulla testa.
"Vado a preparare la colazione" sussurrò lui "se hai bisogno, sono di sotto".
Poi sparì dalla porta della camera da letto, lasciandomi da sola.

As Black As InkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora