Capitolo 28

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Ehi ciao,
Sono la ragazza di Harry.
Non ci conosciamo ma avrei bisogno del tuo aiuto per organizzare una sorpresa ad Harry per il suo compleanno.
Saresti disposta ad aiutarmi?

Rilessi più e più volte quel messaggio nell'arco di quella mattinata, e più lo rileggevo, più mi sentivo letteralmente una stupida.
Tralasciando il fatto che ancora non mi ero abituata a presentarmi ufficialmente come la sua ragazza, quel messaggio era davvero penoso e sicuramente Gemma mi avrebbe preso per una ragazzina invadente, che era andata a curiosare fra i contatti del suo ragazzo per riuscire a contattare la sorella.
D'altronde, era l'unico modo che avevo per potermi mettere in contatto con lei. Speravo solo che capisse e che si potesse rendere disponibile nell'organizzare questa cosa.

Avevo il computer fra le ginocchia, mentre me ne stavo seduta sul divano a scorrere la home di Facebook e controllare, ogni tanto, l'accesso della ragazza.
Mi stavo facendo prendere troppo la mano, ma ci tenevo veramente tanto.
Ethel si sedette al mio fianco sul divano, con la sua solita tazza di caffè fra le mani e una sigaretta fra le dita, che in via eccezionale le avevo permesso di accendersi nel salotto, solo perché quella mattina stava diluviando.
Mi guardava curiosa, vedendomi così concentrata, con un sorriso divertito stampato sul volto.
Io mi voltai e aggrottai la fronte.
"Cosa c'è?"
Lei rise in risposta, scuotendo la testa in segno di negazione.
"Niente niente" disse poi "sembri così presa"
Io scoppiai in una risata, chiudendo il computer, appoggiando poi la testa allo schienale del divano.
"È veramente importante per me riuscire a rendere Harry felice, e se questa cosa non dovesse andare come spero, credo ci rimarrei malissimo" dissi poi io.
Ethel sapeva tutto, le raccontavo come andavano le cose fra me e Harry, e le avevo accennato questa mia idea.
Inutile dire che anche lei ne era entusiasta.
"Tiffany, davvero stai tranquilla. È un'idea fantastica e lei non potrebbe mai rifiutare, è suo fratello"
"Non so, ma lo spero" dissi io. Sospirai.
Ci fu un attimo di silenzio tra di noi, quando la ragazza poi riprese a parlare.
"Siete una bella coppia Tiffany" sussurrò lei.

Io abbassai lo sguardo, poi le sorrisi amaramente.
Ero così dispiaciuta per quello che le era successo.
Mi sentivo davvero in colpa a renderla partecipe di questa storia. Lei sembrava stare veramente meglio, anche se infondo sapevo che era ancora molto scossa.
"Ethel, io veramen-"
"No Tiffany, non ti devi preoccupare" disse lei, appoggiando una mano sul mio ginocchio.
Lei mi sorrise dolcemente, cercando di rassicurarmi. Aveva già capito dovevo stavo andando a parare.
"Sto bene, ora" fece un'altro tiro dalla sua sigaretta, prima di spegnerla e riporla nel posacenere.
"Sai, per una volta, una volta nella vita, puntavo ad avere qualcosa di più nella mi vita. Ero così stanca di accontentarmi" disse lei "io e Zayn, stavamo bene. Ci andava bene quello che eravamo. Ma io ero così stanca. Ero così stanca di essere la bambola di qualcuno. Pensavo di meritarmi anche io di essere amata. Ma mi sbagliavo. Forse l'amore non fa per me"

"Ethel, santo cielo, non dirlo nemmeno per scherzo. Non è affatto così"

Lei fece una piccola risata sconsolata e fece per alzarsi, ma afferrai la sua mano e la costrinsi a sedersi di nuovo avvicinandomi di più a lei.
"Anche io l'ho pensato. Ho creduto davvero che l'amore non facesse per me.
Sai qual è il vero problema?
Le persone Ethel.
Alcune persone non sanno amare, e quando noi, invece, ce ne innamoriamo, soffriamo. Soffriamo perché vorremmo essere felici.
Non va sempre come vorremmo, ma ognuno di noi è destinato ad essere amato"
Ethel aveva abbassato lo sguardo sulle nostre mani, che stringevo forte.
Sorrideva amareggiata.
Sapevo che era difficile crederlo. Sapevo che era decisamente più facile mollare tutto e smettere di lottare. Ma non doveva farlo. Non doveva lasciarsi andare.
"Ti prego, non smettere di credere nell'amore. Credimi."

Per la prima volta, lei alzò lo sguardo.
Mi sorrise e mi strinse forte fra le sue braccia.
"Grazie" sussurrò al mio orecchio.
Ma io non avevo fatto assolutamente nulla.
Le avevo solo detto la verità e come stavano le cose.

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