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Jamie's POV

Continuo a suonare per un paio d'ore, senza fermarmi e continuando a provare e riprovare. Faccio il primo movimento dieci, venti, cinquanta volte. Voglio essere perfetto domani a lezione. Voglio che Kevin domani sia fiero di me, voglio rimediare alla figuraccia che ho fatto stamattina quando mi sono distratto e non l'ho ascoltato, e per questo domani devo essere impeccabile nella Sonata K. 545. Mi fa così strano chiamare il professor Zegers con il suo nome di battesimo, come se fossimo amici di vecchia data. Ma lui ha insistito dal primo momento. "Passeremo insieme ogni giorno fino alla fine dell'anno, e poi professor Zegers mi fa sentire vecchio, invece io ho solo 33 anni." E aveva sorriso, lasciando intravedere delle irresistibili rughette di espressione ai lati degli occhi. Io avevo annuito e mi stavo abituando a forza per chiamarlo Kevin, anche solo nei miei pensieri. Non è che pensassi continuamente a lui, intendiamoci, ma se mi capitava cercavo di pensarlo come un semplice Kevin, e nient'altro.

Appena finisco mi accorgo che mi fanno male le dita per quanto premevano sui tasti. Non ho mai suonato così tanto senza mai fermarmi. Ma sono soddisfatto perché mi sembra di averla fatta bene. Riprendo lo spartito e lo metto nello zaino. Guardo dentro e vedo il foglio stropicciato di quello che io e Christine ci siamo scritti questa mattina. Mi rattristo. Ricaccio indietro una lacrima. Chissà se vorrà ancora parlarmi. Certo, mi ha fatto arrabbiare, ma ora mi dispiace averla cacciata fuori in quel modo senza neanche girarmi a guardarla. Ci sarà rimasta male? O magari sarà stata felice di avere una scusa valida per scollarsi da me. Lo scoprirò domani a storia del cinema, ora è inutile ripensarci. Piego meglio il foglietto e lo avvicino al cuore, poi prendo il mio portafoglio e lo infilo lì dentro. Qualsiasi cosa succeda non voglio dimenticarmi le cose belle che ho vissuto con lei. Sono pazzo, lo so. La conosco da meno di un giorno e mi fa già questo effetto.

Prendo le mie cose ed esco dall'aula guardando per terra. Appena apro la porta mi scontro con qualcuno.

"Scusa!" dico alzando lo sguardo e incrociando gli occhi di Kevin. Quegli occhi che mi fanno perdere il filo del discorso, quegli occhi incantati che non riesco a smettere di fissare neanche ordinandomelo. "Scusami Kevin" aggiungo imbarazzato "Non ti avevo visto. Stavo provando un po' la Sonata per essere pronto domani. E al dormitorio non ci sono pianoforti purtroppo" dico concludendo con una battutina, cosa che Kevin sembra gradire perché scoppia in una risata. "Tranquillo Jamie, è anche colpa mia, non mi aspettavo di trovare qualcuno qui a quest'ora e sono entrato senza guardare. E, per la cronaca, mi fa piacere vedere che hai preso seriamente le parole che ti ho detto oggi." Mi supera e va a prendere qualcosa nel cassetto della scrivania. "Stamattina ho dimenticato qui le chiavi della macchina, stavo tornando qui a riprenderle"

È strano come fuori sembri un ragazzino. Nell'aspetto fisico, nel modo di vestire, nel modo di parlare. Ma allo stesso tempo sia così adulto, parla con me come se mi conoscesse da tutta la vita, e non solo da stamattina, non è imbarazzato. Invece a me imbarazza anche solo guardarlo, figurarsi parlare tranquillamente con lui. "Va beh...io vado!" dico uscendo "Ci vediamo domani!"

"Sei qui in macchina?" mi chiede distrattamente lui. "No, il dormitorio non è lontano da qui, sono dieci minuti a piedi..." rispondo con calma, veramente non l'ho proprio portata la macchina. Ho preso apposta una stanza nel dormitorio più vicino alla scuola, così posso camminare per raggiungerla. Mi piace camminare da solo, è uno di quei momenti in cui posso dare libero sfogo ai miei pensieri senza rischiare di ignorare qualcuno che mi sta parlando o di fare figuracce.

"Ti do un passaggio se vuoi. È tardi e sarai stanco. Ti risparmio una camminata, se ti va". In realtà vorrei camminare, ma mi scoccia rifiutare, mi renderebbe ancora più strano ai suoi occhi, così accetto con un finto sorriso. Finto perché in realtà sotto sono agitato come un bambino che sta aspettando di entrare dal dentista. "Anche perché adesso che è andato via il sole inizia a fare freschino..." aggiunge Kevin passandomi ancora accanto e dicendomi di seguirlo. Ed eccolo di nuovo l'adulto, preoccupato che io, bambino, possa prendere freddo.

Salgo sul sedile del passeggero e lui accende il motore. Sta ascoltando "Sign of the times" di Harry Styles. Non è proprio il mio genere, ma Harry è un bravissimo artista. Kevin mi guarda di sfuggita mentre guarda anche la strada. "Non ti piace?" mi chiede. Non capisco se vuole fare solo conversazione o se gli interessa davvero. "Non è il mio genere, ma non è male" dico guardando la strada e stando ben attento a non incrociare i suoi occhi. "A me piace molto. E non me ne vergogno" conclude soddisfatto delle sue parole.

"Nessuno ha detto niente" mi difendo. Kevin svolta a sinistra ed entra nel cortile del mio dormitorio. "In che ala sei?" mi chiede rallentando davanti al cartello che indica i numeri delle stanze e le direzioni.

"Stanza 41, ala ovest" dico indicando automaticamente verso destra. Kevin svolta e accosta di fronte al portone di ingresso. Scendo dall'auto e mi volto per ringraziarlo, ritrovando ancora i suoi splendidi occhi che mi guardano. "Grazie mille!"
"Figurati, l'ho fatto con piacere! A domani!" mi saluta facendomi l'occhiolino. Mi volto dandogli le spalle e rabbrividisco. Do la colpa all'arietta che mi viene addosso e salgo nella mia stanza, lasciando il giubbino di pelle su una sedia e buttandomi sul letto senza neanche togliere gli anfibi. Oggi è stata una giornata lunga e complicata. Mi ha stancato completamente, non ho neanche voglia di mangiare. Ho solo voglia di chiudere gli occhi e non pensare a niente. Solo che appena li chiudo vedo Christine. Vedo Christine che mi sorride, la vedo allungarmi il foglietto in classe, la vedo chiamarmi alzando il braccio in aula mensa, la vedo prendermi per mano e iniziare a correre, la vedo sbrodolarsi col gelato.

Infine la vedo andare via da me, lontana, senza parlare o sorridere. Spalanco gli occhi e mi accorgo di avere un attacco di panico. Allontano i brutti pensieri e mi metto a respirare piano fino a calmarmi. Prendo il telefono e chiamo mio fratello, sicuramente chiacchierare con lui mi farà bene.

Buon salve a tutti! 😝😝 

Ecco un altro capitolo! Sto aggiornando tutti i giorni finchè ho l'inspirazione..poi boh..

..sto andando molto a sensazioni, ma dovrò pur far succedere qualcosa prima o poi..

si accettano idee e consigli!! 😃 

In ogni caso. Non ho ancora finito SIGNORE DELLE OMBRE..sto diventando vecchia e la sera non riesco più a leggere fino a tardi perchè mi si offusca la mente..forse sono stata rapita dalle fate e non lo so..  ⭐️🌈

..comunque..sto insultando un po' tutti i personaggi..e ogni tanto chiedo un lamentoso: "Jace, dove sei? Qua si sono bevuti tutti il cervello!" Ma in realtà lo sto adorando..infatti dopo leggerò ancora un po'.. 💖💖💖💖💖💖💖💖 

E voi? State leggendo qualcosa in particolare..ditemi ditemi..sono curiosa...

Chi sei Jamie Campbell Bower?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora