Chi sei Jamie Campbell Bower?

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Saliamo sulla sua macchina diretti all'università e lei intanto telefona alla sua amica Jessica mettendo il vivavoce. Spero ardentemente che non si dicano niente di imbarazzante. "Eilà! Com'è andata la serata? Immagino bene, siccome non ti ho ancora vista..." Chris mi guarda sorridendo. "È andata benissimo, ci vediamo a pranzo e ti racconto?"

"Direi che è perfetto, salutami Jamie e ci vediamo dopo" Christine si mette a ridere. "Puoi farlo da sola se vuoi, è di fianco a me..." io mi imbarazzo e sento Jessica salutarmi. "...ciao!" dico rendendomi conto che forse è il caso di rispondere, poi mi giro verso Chris diventando tutto rosso. "Ciao Jei!" dice lei ridacchiando. Poi riattacca e continua a guidare. "Sei silenzioso!"

"Sto solo pensando..." la rassicuro sorridendole. "A ieri sera?"

Mi ritornano in mente tutte le sensazioni di ieri come in un flash, dal bacio sulla panchina a me agitato mentre cercavo di riordinare la stanza. Poi lei che mi abbraccia le sue labbra e le sue dita che mi sfiorano. È stato tutto perfetto. Mi volto a guardarla senza dire nulla e le sorrido. "Non è da me lasciarmi andare così in così poco tempo..." le sto dicendo mentre camminiamo per il campus tenendoci per mano. Stamattina iniziamo con Storia del cinema, quindi possiamo prenderci un caffè insieme prima di entrare. Per fortuna, perché in casa non ho neanche quello!

Ci fermiamo alla caffetteria e noto che c'è anche Axel. Mi mette in imbarazzo pensare di parlargli dopo quello che mi ha detto Chris su di lui. Ci viene incontro e saluta l'amica con un bacio sulla guancia, a me da una pacca sulla spalla e mi schiaccia l'occhio. Distolgo lo sguardo, e continuo a tenere la mano di Chris.

"Buongiorno ragazzi!" ci saluta allegro, poi vede le nostre mani intrecciate e cambia espressione, ma magari non è per quello che ha visto. "Possiamo parlare un secondo?" chiede speranzoso a Christine. Lei mi guarda mordendosi il labbro inferiore, come per chiedermi il permesso. Penso che non serva che mi chieda il permesso per parlare con uno dei suoi migliori amici, non è che perché ci siamo baciati o abbiamo dormito insieme adesso lei è una cosa mia. Le lascio la mano sorridendole. "Vi ordino qualcosa intanto?" chiedo guardandoli tranquillo. Lei mi fa uno sguardo riconoscente che mi fa morire d'amore. "Due caffè, grazie Jamie!" mi dice allontanandosi con il moro per poi andare a sedersi su uno dei tavolini.

Mi volto di nuovo verso il bancone del bar pronto per ordinare. Prendo i tre caffè e mi avvio verso i due ragazzi camminando lentamente, non vorrei interrompere quello che si stanno dicendo. Appena Axel si accorge che li sto raggiungendo dà un bacio alla guancia a Christine, viene verso di me e si prende uno dei bicchieri. "Grazie amico, credo ci vedremo a pranzo" mi saluta schiacciandomi l'occhio per poi correre via. "Buona giornata" gli urlo io per non essere maleducato. Non faccio neanche in tempo a sedermi che Chris mi spiega che le ha chiesto di ieri, ma che non voleva farlo in mia presenza perchè si imbarazzava. Non riesco proprio ad immaginare Axel Brown imbarazzato, però va beh... "Non eri mica costretta a dirmelo" le dico ridacchiando.

"Mi andava" dice lei facendo spallucce. Beviamo il nostro caffè e poi ci prendiamo di nuovo per mano e raggiungiamo la nostra classe. Adoro la sensazione delle nostre mani intrecciate. La sua sempre fredda, nonostante sia rimasta dentro la mia calda per un sacco di tempo sembra non ne voglia sapere di scaldarsi. Ma mi piace, mi piace perchè così, anche senza bisogno di guardarla sento che è la sua pelle che mi sta toccando. Ci sediamo al solito posto e decidiamo con uno sguardo di seguire la lezione. Io però non ascolto quasi nulla, mi perdo nei miei pensieri. Riesco a sentirla così vicina a me, sento il profumo che emanano i suoi capelli raccolti in una bellissima coda alta. Vedo il movimento delle sue labbra mentre mordicchia il tappo della penna con cui sta prendendo i suoi appunti, mi incanto nei suoi occhioni attenti rivolti verso il professore che spiega e ripenso a ieri sera. Ancora e ancora e ancora.