Giorno 56 del Terzo Sole di Faemat, Era: Della Spada,Anno:777
L'eclissi stava lentamente morendo,lasciando il posto alla flebile luce dell'alba che faceva capolino tra le fronde dei possenti e verdeggianti
alberi della Valle Fiorita.
L'oscurita' soccombeva sotto la luce,cosi' come dovrebbe essere in ogni ancestrale conflitto,ma il destino degli abitanti di Eygon non era cosi' scontato.
Nella piana scarsamente illuminata,camminava un mago dalla tunica marrone,il cappuccio tirato su' a nascondere il volto. Era stato facile per lo stregone non farsi notare dalle migliaia di truppe appostate sotto le mura della citta' di Rifgal,erano bastati il favore delle tenebre e qualche incantesimo di occultamento.
Una volta raggiunta la sua destinazione,il mago si tolse il cappuccio,assaporando la fresca aria mattutina,il cinguettio di un uccello si poteva udire in lontanza. Lo stregone aveva lo sguardo stanco,una lieve patina di barba mal tagliata gli percorreva il volto,ed il ciuffo di capelli rossi gli pendeva sugli occhi. I suoi erano occhi semplici,di un colore marrone chiaro,tendente al verde,che sembravano curiosi e attenti a cio' che vedevano. Ma,una volta che il suo sguardo si poso' su cio' che aveva davanti,la sua espressione cambio' d'improvviso. Si trovava davanti al pilastro di roccia,o meglio,ai suoi resti. Il grande pilastro roccioso generato dal Primo incantatore Murtork per proteggere la valle dagli invasori,era crollato il giorno prima,a causa di un ignoto attacco magico di potenza incommensurabile. Le macerie si estendevano a perdita d'occhio e sotto di essi vi erano migliaia di cadaveri di soldati,maghi e cavalieri che avevano perso la vita in quel luogo durante le recenti battaglie.
Il mago si chiese se tutte quelle persone avessero condotto vite ragguardevoli,garantendosi cosi' un posto nell'Aethar,nella grazia del Divino Urendhal,dopo la loro morte. Altrimenti,come probabilmente era successo a tutti i morti dell'esercito reale,che avevano invaso la valle violando un patto sacro,sarebbero sprofondati negli abissi neri del Nethaldar,e condannati alla dannazione eterna.
Una folata di vento freddo fece tornare il mago alla realta',distogliendolo dai suoi pensieri e ricordandogli il motivo per il quale si trovava li'.
Allora lo stregone uni' le mani davanti al mento e chino' leggermente la testa verso il basso,cominciando a raccogliere le forze e preparandosi a rilasciare la magia.
Una volta pronto,alzo' gli occhi al cielo ed apri' le braccia lentamente sussurrando "Hysaynuipy" e rilasciando cosi' l'incantesimo di percezione. In concomitanza col movimento delle sue braccia,da sotto i suoi piedi comincio' ad espandersi un alone giallo di forma circolare,che,lentamente,si espanse a tutto il perimetro lungo il quale erano posizionate le macerie. L'intero procedimento duro' alcuni minuti,ma,una volta teriminato l'incantesimo,il mago si volto',visibilmente stanco,e comincio' ad avviarsi verso la citta'. Mentre camminava,lo stregone tiro' su il cappuccio,il ciuffo di capelli rossi svolazzo' al vento,lo sguardo cupo. Mentre una lunga lacrima solcava la sua guancia sinistra.
Il grande sole di Urendhal era altro nel cielo mentre nelle sale di Rocca Kyramon regnava il chaos.
Attendenti,paggi,cavalieri e scudieri correvano da una parte all'altra per completare questa o quella manzione a loro affidata. Fogli,documenti e strumenti vari ghermivano il pavimento,mentre in ogni stanza rimbombava l'eco delle voci dei lord e dei nobili che discutevano al loro interno. L'attenzione principale pero' era ovviamente rivolta alle stanze del duca,all'interno delle quali erano riuniti il signore della valle e tutti i suoi lord alfieri presenti a Rifgal,i quali,con l'ausilio dei consiglieri di corte,erano intenti a programmare nel minimo dettaglio l'imminente battaglia.
Aslaif Kyramon sedeva su di un gradino della grande scalinata di marmo che conduceva alle stanze private della sua famiglia. Aveva il volto affondato nelle mani,i capelli castano scuro gli accarezzavano le guance,mentre i primi,fastidiosi peli gli punzecchiavano le mani da sotto il mento. Il principe di Valle Fiorita si sentiva del tutto inutile. La Rocca brulicava di attivita',sembrava che suo padre stesse programmando un'altra battaglia contro le armate reali di Valarth Ergor e ogni uomo,soldato o servo che fosse,stava dando il proprio contributo in qualche modo. Invece lui,che era l'erede diretto del duca suo padre,e l'uomo che un giorno avrebbe governato sull'intera valle non riusciva a trovare qualcosa da fare per aiutare. Tutto cio' lo avviliva non poco,tanto che non riusciva a far altro che rimanere confinato su quello scalino,a discapito delle sue natiche che cominciavano a risentire del freddo del marmo,prendendo lentamente la forma della cotta di maglia.
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L'Eclissi Di Eygon: L'altra faccia del Demone
Fantasyin un reame fantastico dove magia,bestie mitiche e demoni oscuri si alternano a congiure, tradimenti e lotte per il potere. Un reame nel quale nulla si dà per scontato ed ognuno lotta per i propri obbiettivi, dove il potere rappresenta solo il primo...