Capitolo 17:Grido

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Shelia Kyramon fissava la porta di legno rinforzata di ferro con orrore. Da fuori le stanze poteva udire i lamenti e le grida degli uomini che combattevano e morivano. Le ipotesi erano due; O i soldati del re avevano raggiunto la rocca,e in quel caso la battaglia era persa,e suo marito morto. E se cosi' fosse stato avrebbe fatto meglio a suicidarsi seduta stante insieme a sua figlia. Oppure lord Elamur aveva tradito il duca e aveva assaltato le guardie di Rifgal presenti nella rocca,con i suoi uomini. E in quel caso lo scontro che stava avvendendo nella rocca era piu' o meno equilibrato. I guerrieri di lord Elamur erano cento,quelli posizionati da Horas centotre'. Inoltre alla guida degli uomini della valle c'era Ser Ronald Graymore. Shelia lo aveva visto allenarsi con Aslaif,e sapeva che era un guerriero eccezionale. Con un po' di fortuna,gli uomini di Ser Ronald sarebbero riusciti a sconfiggere lord Elamur e i suoi,e a mettere nuovamente in sicurezza la rocca.

"Preghiamo." Ordino' Shelia ad Arys e a Jennah la cameriera,entrambe presenti con lei nella rocca. Jennah obbedi' subito,mettendo le mani strette sotto il mento e cominciando a intonare la preghiera insieme a Shelia.

"O Dèi,dèi potenti e misericordiosi

Abbiate pieta' delle nostre anime indegne

Riservate per noi il supplizio della pena

A quando nei vostri reami ascenderemo

Ma ora salvateci dal pericolo che ci affligge

Proteggete i nostri cari

Affinche' noi misere vostre creazioni

Possiam continuare l'indegno cammino terreno

Prima d'esser al cospetto del giudizio vostro"
finita la preghiera,le donne si accinsero a ricominciarla,quando Shelia si accorse che sua figlia Arys non stava pregando. Era in piedi di fronte alla finestra della rocca,e fissava l'esterno con sguardo vuoto,indossava un abito di velluto bianco che esponeva la schiena, e i capelli biondi come quelli che un tempo aveva suo padre cadevano lunghi e mossi sulla schiena scoperta della ragazza. Shelia aveva sempre desiderato avere una bambina che le assomigliasse,ma Arys aveva preso quasi tutto dal padre,sia il colore dei capelli che degli occhi,un verde chiaro,splendente. Quando era piccola i suoi occhi erano azzurri,poi con la crescita divennero verdi. Quelli di Arys e di Horas,erano i tratti e i colori tipici dell'Est,e in particolare di Valle Fiorita,la quale sembrava forgiare le persone che la abitavano con gli stessi colori di cui era composta;Chiari,limpidi e vivaci. Aslaif invece aveva preso i tratti e colori tipici del sud,dal quale Shelia proveniva. Occhi e capelli neri,carnagione vagamente scura.

"Arys,perche' mai non stai pregando?" chiese la madre a sua figlia.

Nessuna risposta.

"Arys? Allora?!" ancora il silenzio.

La cameriera Jennah guardava inorridita la scena,in silenzio.

"Insomma,vuoi parlare!" disse Shelia quasi urlando,afferrando la figlia per la spalla sinistra e girandola di peso. Nel vedere il volto di sua figlia,la duchessa rimase inorridita. La giovane ragazza aveva gli occhi spenti,il volto apatico,sembrava non provare nulla. La sua immensa bellezza pareva quasi oppressa da qualcosa che la angosciava dall'interno,senza tregua.

"Le senti?" mormoro' Arys

"Che cosa?" chiese Shelia

"Le grida" rispose Arys in tono glaciale. A Shelia si addolci' lo sguardo "Bambina mia.."

"La gente muore." La interruppe Arys "La gente muore, e presto moriremo anche noi. Papa' probabilmente è morto,il mio Oliver probabilmente è morto,Aslaif probabilmente fra poco morira'. Moriremo tutti,è inutile pregare,madre. Gli dèi non ci ascoltano,a loro non frega nulla di noi. Se gli importasse qualcosa allora tutto questo non dovrebbe esistere"

L'Eclissi Di Eygon: L'altra faccia del DemoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora