Capitolo 7: Cambiamento

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Oliver fissava le casupole di legno stagliarsi in lontananza,il loro colore marrone risaltava in mezzo al verde chiaro dell'erba. Il paesaggio intorno era ridente e soleggiato,alberi da frutto e possenti querce ornavano le immense e sconfinate praterie dell'entroterra di Eygon. Erano passati altri sei giorni da quando Gaor aveva raccontato la sua storia ad Oliver,il quale aveva sempre procrastinato il racconto della sua al compagno prigioniero per motivi che non comprendeva bene nemmeno lui stesso. Era come se pensare alla sua vita passata gli riaprisse una ferita nel petto che non si era mai chiusa definitivamente,come se il ricordo delle persone e della vita che amava,ora distrutti,contribuissero ad affondare nel suo cuore la lama del dolore che mai lo abbandonava. A tenerlo in vita,c'era solo la speranza di rivedere Arys. La certezza che fosse viva,fuggita dal passaggio segreto nella rocca con suo fratello e sua madre, e che ora fosse in qualche luogo di Eygon,nascosta,credendo che lui fosse morto. Ma lui non era morto. E se gli dèi lo avevano risparmiato era per un solo motivo,ne era convinto;lo avevano risparmiato perché potesse sopravvivere  e trovare Arys,vivere con lei la vita che aveva sempre sognato,amandola fino alla sua morte. Per ottenere quella vita aveva pagato un prezzo,sua madre,suo fratello e il suo duca  erano morti,e ancora lunga era la strada per la libertà,costellata da sangue,fatica e morte. Ma la persona che amava più al mondo era sopravvissuta,doveva esserlo,altrimenti Oliver non avrebbe avuto un motivo per vivere.
Erano giunti al villaggio di Ottenbret,un piccolo insediamento di contadini e allevatori che si trovava nelle campagne verdi delle terre centrali del reame. Ottenbret fungeva da luogo di scambio merci e semplice punto di ristoro per coloro che decidevano di attraversare Eygon da est ad ovest. Il villaggio non faceva parte di nessuna contea,tecnicamente era sotto il diretto dominio della capitale  Valarth Ergor e delle Città Del Fuoco,ma era un insediamento talmente piccolo da non essere preso in considerazione praticamente da nessuno.
Era costituito da una cinquantina di case in legno e pietre,una piccola cappella dei Quattro dèi che si trovava nella piazza dell'insediamento ,una locanda e la casa del capo villaggio,l'uomo che discendeva dai fondatori di Ottenbret. Nella piazza del villaggio inoltre,una volta al mese si dava luogo ad un mercato dove era possibile acquistare cibi genuini e prodotti dagli abitanti. Durante quel giorno del mese,il ventottesimo per la precisione,mercanti e semplici popolani di villaggi vicini si recavano ad Ottenbret per vendere  le loro merci ed acquistarne di nuove. Era un'economia semplice ma efficente,basata sull'agricoltura,  sull'allevamento e sul commercio,che però consentiva ai piccoli villaggi,insediamenti e fattorie di sostentarsi efficacemente,permettendo alla "gente semplice " di condurre la sua vita in relativa serenità. Tutto ciò nulla aveva a che vedere con le grandi città di Eygon con le loro potenze militari,i loro regnanti e le loro ricchezze,ma chi dice che non fosse meglio vivere di allevamento,commercio e campi coltivati?
Il carro si fermò al centro della piazza di Ottenbret,e subito venne assalito da un manipolo di contadini curiosi. Oliver poté notare che le finestre delle casupole legnose venivano aperte e si poteva scorgere al loro interno vecchietti curiosi che sbirciavano con occhi stanchi una delle poche novità che animavano il villaggio nel quale erano nati,cresciuti e vissuti.
Quando il carro si fermò,i tre soli erano alti nel cielo e il caldo era opprimente. Il cocchiere scese dal carro assieme ai quattro soldati che scortavano i prigionieri,i quali smontarono dai cavalli. Il cocchiere passò davanti alla gabbia sopra al carro nella quale si trovavano Oliver e Gaor,e lanciò ai prigionieri un'occhiata disinteressata. Oliver poté notare che la veste scura del cocchiere era completamente fradicia di sudore e incollata al corpo dell'uomo.
Uno dei soldati della scorta estrasse la spada e la puntò al cielo. Il rumore dell'acciaio che sfregava contro il fodero dell'Arma mise improvvisamente  a tacere il brusio e i sussurri che provenivano dai contadini e dagli abitanti del villaggio,i quali,incuriositi,si erano radunati attorno al carro e bisbigliavano sottovoce.
Il soldato,con la spada ancora tenuta alta verso il cielo,si schiari' la gola e poi parlò;
"Salve,buona gente di Ottenbret! Io sono Malyun e loro sono Sif,Lennot e Huget" disse indicando con la mano sinistra prima se stesso,e poi le altre tre guardie della scorta,ignorando completamente il cocchiere.
"Noi siamo uomini del re.." riprese poi Malyun "e siamo incaricati di scortare quei due prigionieri che vedete ingabbiati sul carro nella contea di Traerat,ad Ovest,dove verranno venduti come Schiavi Combattenti ai Vecchi Padri dell'Arena dei Sette Diavoli. Abbiamo ricevuto l'ordine da Ser Ortus Rongark in persona,comandante in seconda dell'esercito di sua maestà reale Re Skyler Zexar Primo,che attualmente si trova nella Valle Fiorita,appena conquistata e si appresta a proseguire la sua campagna di guerra. Dunque,vi impongo in quanto cavaliere del re di offrirci sostentamento e servigi,poiché siamo uomini che hanno combattuto valorosamente nella Battaglia di Rifgal e che hanno servito con onore il vostro re. Ora vi mostreremo il documento reale che attesta la veridicità delle nostre parole,nel caso lo stemma della capitale impresso sul nostro petto dell'armatura non vi basti." Subito dopo,il soldato Huget estrasse dalla borsa che portava al fianco una pergamena arrotolata. Dopo averla aperta,la mostrò ai cittadini di Ottenbret,facendola girare così che la potessero vedere tutti. La pergamena conteneva in poche righe gli ordini di Ser Ortus,e recava alla fine la firma del re.
"Dunque" disse poi Mayun dopo che la pergamena venne riposta nella borsa da Huget "È vostro dovere di sudditi del re fornirci assistenza,provviste e tutto ciò di cui avremo bisogno" nel dire quell'ultima frase Mayun guardò con sguardo famelico una giovane contadina dagli occhi chiari e i capelli corti "Altrimenti.." concluse poi "incorrerete nell'ira del re". Concluso il suo discorso,e per dare enfasi alle sue ultime parole,Mayun rinfodero' la spada con forza.
Di li a breve la folla si disperse,e i quattro soldati della scorta si avvicinarono al carro. "Noi andiamo alla locanda,ripartiremo domani all'alba,tu rimani a controllare i cavalli" disse Mayun al cocchiere.
"Io non prendo ordini da te" rispose quest'ultimo mentre era intento a strigliare uno dei due cavalli neri che trainavano il carro.
"Fa come ti pare" rispose Mayun con tono furioso.
"Andiamo ragazzi,ci meritiamo una bella pausa!" Disse poi Mayun ai suoi compagni,i quali con grida di gioia e approvazione lo seguirono dentro la Locanda. Oliver fissò le quattro guardie della scorta entrare nella taverna,sbattendosi alle spalle la porta con forza non necessaria. Il ragazzo guardò sopra la porta del locale dalla quale pendeva un'insegna attaccata ad un palo orizzontale. L'insegna recitava "Il contadino barcollante"
'Un nome azzeccato,per un luogo dove dozzine di contadini vanno ad ubriacarsi' pensò Oliver.
"Che luridi figli di puttana" disse improvvisamente Gaor a denti  stretti "con la scusa del decreto reale faranno quello che vogliono. Mangeranno e bevranno a non finire senza pagare una singola moneta.. e poi ovviamente avranno il diritto di fottere tutte le donzelle vergini di paese che vorranno. Nessuno potrà opporsi a loro,perché per come hanno presentato questa situazione opporsi a loro significherebbe opporsi al re in persona. In pratica sono in potere di maltrattare la gente e di stuprare le donne essendo tutelati dalla legge" al termine della frase,Gaor sputo' oltre le fessure della gabbia di legno.
"Hai ragione,sono dei vermi. E meritano la morte" sentenzio' Oliver. "Ma dalla posizione in cui siamo,non possiamo fare nulla"
"Dannazione,odio tutto questo!" Sbraito' Gaor dando un calcio al legno delle sbarre. Sia lui che Oliver,avevano mani e piedi legati. La corda era legata talmente stretta da essere ormai penetrata nella carne,lasciando un anello rosso di carne viva attorno al luogo ove era stretta. In quel modo,i prigionieri non potevano usare né mani né piedi agilmente.
Guardando il volto frustrato di Gaor Oliver provò una enorme rabbia dentro di sé. Desidero' avere una lama a disposizione  e poter fare a pezzi Mayun,Sif,Lennot e Huget. Avrebbe risparmiato il cocchiere,si,perché era l'unico che in tutti quei giorni di viaggio non aveva maltrattato lui e Gaor e non si era dimostrato  una persona orribile. Ma gli altri non meritavano pietà,non meritavano di vivere. Pensò poi a re Skyler,l'uomo che aveva dato inizio a tutto. Un re che appena salito al trono dopo aver ucciso suo padre aveva scatenato una guerra contro l'intero reame. Aveva dichiarato guerra al suo stesso regno. Migliaia di persone erano morte per colpa sua,e molte altre ne sarebbero morte ancora.
"Odio anche io tutto questo,Gaor. Non sai quanto" rispose quindi Oliver,chiedendosi dentro di sé,cosa passasse per la mente del re che li aveva condotti tutti alla rovina.

L'Eclissi Di Eygon: L'altra faccia del DemoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora